Critica dell’etica contemporanea
Le idee di giustizia che si presentano come universali potrebbero modificare di significato con il cambiamento dei contesti: il caso etico di Google e il dibattito sul razzismo in Francia ne sono un esempio.
di Luca De Biase
Due fatti apparentamente diversi sono accomunati da un medesimo dubbio di fondo. Primo fatto. Margaret Mitchell, chiamata Meg, era uno dei leader della squadra che si occupava di etica dell’intelligenza artificiale: ha fatto sapere via Twitter di essere stata licenziata. Sono passati circa due mesi da quanto Google aveva licenziato Timnit Gebru, un’altra grande specialista del tema dell’etica nell’intelligenza artificiale. Le difficoltà di Google nel trovare un processo che porti l’etica a funzionare nel quadro delle sue gigantesche operazioni non cessano di manifestarsi, fin dal fallimento del tentativo di mettere in piedi un comitato etico di alto profilo. La difficoltà di integrare un team umanisticamente votato a riflettere con senso critico sulle attività di un’attività fondata sull’ingegneria, la pubblicità e la finanza come Google, impedisce di stimolare innovazione radicale per affrontare problemi come quello di evitare che i pregiudizi di chi fa gli algoritmi e degli universi che producono i dati influenzino il funzionamento delle intelligenze artificiali, oppure come quello di correggere la polarizzazione sociale che l’intelligenza artificiale può provocare.
Secondo fatto. In Francia si è scatenato un dibattito sull’influenza di alcune convinzioni provenienti dagli Stati Uniti intorno ai temi della razza, del genere e del post-colonialismo: il presidente Emmanuel Macron ha attribuito a certe posizioni americane la responsabilità di minacciare l’integrità della nazione e la tradizione culturale francese. Intellettuali importanti dicono che la questione della razza è diventata troppo pesante, tanto da annullare ogni altro argomento. L’etnicizzazione della questione sociale, portata all’eccesso, può annullare la laicità del dibattito pubblico francese e minacciare l’unità del paese. Un tema come quello dei diritti dei neri in America, trasportato pari pari in Francia, diventa una porta aperta per certe posizioni islamiste estreme, dicono gli osservatori preoccupati. Insomma, si propaga un dubbio di fondo: le idee di giustizia che si presentano come universali, invece, cambiano significato con il cambiamento dei contesti. È un problema per ogni massimalismo assolutistico, ma anche per sistemi di potere giganteschi come la repubblica francese e il gigante digitale americano. Siamo di fronte a un nuovo cambiamento di sensibilità. Il suo destino è tutt’altro che scontato.
di Luca De Biase, giornalista