Decidiamo oggi per un domani sostenibile

I giovani chiedono un Piano di ripresa e resilienza che “scaldi i cuori”

All’evento ASviS il grido d’allarme delle organizzazioni giovanili: troppo generiche le politiche per le nuove generazioni. Mancano scadenze e obiettivi precisi, ma serve anche un linguaggio che chiami tutti all’impegno.

di Andrea De Tommasi

I giovani mandano un messaggio alla politica: il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) deve essere profondamente migliorato. Con misure più forti per il mondo giovanile, l’indicazione di obiettivi quantificabili e un pilastro dedicato solo alle nuove generazioni. È quanto emerso dall’evento online dell’ASviS “Vogliamo decidere il nostro futuro! I giovani valutano i piani italiani per il Next generation Eu”, tenutosi mercoledì 10 febbraio, con la partecipazione di organizzazioni giovanili appartenenti all’Alleanza ma non solo. Un momento di ascolto e di confronto pubblico tra le nuove generazioni, su quale futuro disegnare per il Paese alla luce dell’attuale versione del Pnrr. I tempi sono ristretti: l’Italia, maggiore beneficiaria delle risorse del Next generation Eu, deve predisporre entro aprile il proprio Piano secondo le linee guida emanate dalla Commissione europea.

“Vogliamo ascoltare giovani di diverse età su come modificare il Pnrr di cui tanto si parla, anche in vista dell’analisi dell’ASviS, che presenteremo, insieme alla valutazione della Legge di Bilancio, a fine febbraio”, ha affermato Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza, aprendo l’evento e presentando alcune valutazioni preliminari sul Piano. “Crediamo fermamente che in Costituzione vada inserito il principio di giustizia intergenerazionale che è alla base dello sviluppo sostenibile; l’ASviS ne ha fatto una battaglia dalla sua nascita cinque anni fa”. Giovannini ha aggiunto che “il Pnrr va coordinato con altre pianificazioni settoriali: la mancanza di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici è una mancanza forte. Anche l’assenza di una valutazione complessiva dei risultati è rilevante. Vogliamo vedere l’impatto sul benessere complessivo del Paese”.

Nel suo intervento, Elisa Cappa Bava dello European Youth Parliament ha ricordato che i giovani sono una risorsa essenziale per la sostenibilità del futuro: “Nel Piano di ripresa e resilienza il grande assente è il pilastro 6, le politiche per la nuova generazione. Dobbiamo adottare un paradigma dal basso verso l’alto, che non consideri i giovani come una categoria univoca ma che ha bisogni differenziati. Va ripensato il concetto di sostenibilità sociale, svincolato dalle singole dimensioni sociali o ambientali. La crisi pandemica deve essere utilizzata come acceleratore di politiche di stimolo e modernizzazione. L’Italia deve investire in transizione ecologica ma anche sui giovani, sullo sviluppo del suo capitale umano”.

“È un’opportunità storica, i fondi del Next generation Eu determineranno il futuro dei prossimi decenni”, ha dichiarato Giovanni Mori di Fridays For Future Italia, “se sprechiamo anche questa, rischiamo non solo di trovarci con una crisi climatica alle costole, ma anche con una crisi economica ancora peggiore. Il Pnrr deve investire in ricerca e formazione ma anche in tante misure che migliorino la qualità della vita. Il motivo per cui scendevamo in piazza era costruire un mondo molto migliore. Agire oggi ci consentirebbe di raggiungere quella sostenibilità economica, sociale e ambientale che auspichiamo. Abbiamo bisogno di una transizione equa: il rischio di tensioni sociali è alto, occorre tutelare le categorie più colpite”.

Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio nazionale giovani, ha insistito sull’importanza del principio di giustizia tra le generazioni: “I dati della Banca d’Italia ci dicono che probabilmente le future generazioni vedranno minate le tutele minime di welfare di cui hanno potuto godere le generazioni precedenti. Questo dovrebbe portarci a una revisione del Pnrr in linea con le indicazioni europee e con l’Agenda 2030”. La mancanza di organicità e la definizione degli obiettivi, oltre alla mancata citazione della garanzia giovani, costituiscono, secondo Pisani, le principali criticità del Piano italiano.

Domenico Vito di Rete Giovani 2021 ha insistito sulla necessità di un maggiore coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali: “Sarebbe opportuno costituire una piattaforma di educazione civica digitale, per aiutare i giovani a comprendere il contesto politico e formulare delle proposte”. Poi si è soffermato sul gap dell’Italia in tema di formazione: “In Europa siamo il fanalino di coda per quanto riguarda i giovani Neet, che non studiano e non lavorano. Potremmo essere invece un punto di riferimento, puntando su centri d’eccellenza e aumentando la spesa pubblica sulla ricerca e l’istruzione. Occorre anche attuare un sistema fiscale che sia più attrattivo per i giovani”.

“Dal lavoro alla mobilità, la pandemia ha velocizzato alcuni processi che erano già in atto. Ma ha anche allargato la forbice delle disuguaglianze. Ora è il tempo di un grande reset, come indicato dal World economic forum”: questa, secondo Robert Zielonka dei Global Shapers, la strada da intraprendere dopo la crisi da Covid-19. “Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono per tutti noi la bussola verso una crescita più inclusiva e più giusta. Ci preoccupa che il dibattito pubblico non sembri considerare fino in fondo questa complessità. Servirebbero incentivi a medio e lungo termine per valorizzare le iniziative di tante realtà. Riteniamo poi che l’1% dei fondi che il Pnrr prevede di dedicare all’occupazione giovanile non sia sufficiente”.

Il ruolo di “discussant” di questi interventi è stato svolto dai due coordinatori del Gruppo di lavoro delle organizzazioni giovanili, che l’ASviS ha recentemente costituito. Ha iniziato Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, esponente di New Wave Plef, mettendo in evidenza gli impegni cui sono chiamati i giovani nella complicata fase attuale: “La pandemia è stata una sveglia, c’è bisogno di cambiamento. Noi giovani siamo i conduttori di questo cambiamento, vogliamo agire per il nostro futuro. L’Agenda 2030 è un’opportunità da seguire”.  Ma le misure dedicate alle nuove generazioni sono “troppo frammentarie”, ha proseguito Dalla Rosa Prati: “Nel Piano si parla di tanti investimenti, ma è poco considerato il capitale umano. Abbiamo bisogno di un piano che ci scaldi il cuore, che ci trasmetta fiducia e fedeltà”.

Sulla stessa linea l’altro coordinatore Giovanni Moraglia di Federmanager gruppo giovani, che chiede una revisione profonda del Piano: “Il modo in cui sono articolati i vari progetti nel Pnrr crea confusione, mancano scadenze e obiettivi. Serve una metodologia chiara per chi dovrà poi utilizzare le risorse, abbiamo bisogno di un cambiamento veloce”. Moraglia ha poi affrontato il tema delle politiche del lavoro: “È importante migliorare l’accesso dei giovani all’occupazione, si può fare creando strutture agili e funzionali. La pandemia ha introdotto grandi trasformazioni, le nuove generazioni vanno messe nelle condizioni di arrivare al lavoro adeguatamente preparate”.

Nella fase finale i partecipanti si sono confrontati su come migliorare il peso delle organizzazioni giovanili e incidere ancora di più nel dibattito pubblico. Le conclusioni dell’evento - al quale hanno partecipato in streaming complessivamente 18mila persone sui canali dell’ASviS e di FuturaNetwork (Pagina Facebook, Canale YouTube e siti), con 500mila impressions dell'hashtag #ASviSLive e 9500 visualizzazioni complessive della diretta - sono state affidate a Enrico Giovannini: “Chiudo sintetizzando i quattro punti evidenziati oggi, per i quali l’ASviS mette a disposizione i suoi strumenti: la fedeltà agli obiettivi di tutela delle nuove generazioni; la necessità di far scoppiare insieme la bolla della crescita insostenibile anche con una grande mobilitazione in occasione del prossimo Festival dello Sviluppo Sostenibile; la continua creazione  di innovazione, anche utilizzando come strumento di scambio il sito futuranetwork.eu; l’importanza dell’attivismo,  molto più efficace se convogliato in modo coordinato: a questo proposito siamo a disposizione per ideare una campagna comune. Questa è una chiamata alle armi, pacifiche, del cambiamento. Tutti insieme dobbiamo fare ripresa e resilienza”.

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di Andrea De Tommasi

martedì 9 febbraio 2021