Per chi ne ha abbastanza della sorveglianza: AdNauseam
Per proteggere le persone dal tracciamento pervasivo delle Big Tech, l’idea, vagamente guerrigliera, è di offuscare l’informazione che le piattaforme raccolgono sugli utenti e sul loro comportamento nei confronti della pubblicità.
di Luca De Biase
Per quanto le autorità, specialmente europee, tentino di contenere la sorveglianza messa in atto dalle piattaforme che si mantengono con la pubblicità, di fatto, la profilazione degli utenti è sempre più capillare. Una strategia di autodifesa è, ovviamente, quella di bloccare le inserzioni pubblicitarie. L’AdBlocking ha una lunga storia e una certa fortuna. Ma questo sistema, di solito realizzato con delle estensioni del browser, si può raffrorzare con la cosiddetta “obfuscation”.
Daniel Howe, Mushon Zer-Aviv e Helen Nissenbaum hanno sviluppato qualche anno fa un sistema che non solo blocca le inserzioni me ci clicca sopra in modo casuale e abbondante. Hanno chiamato il loro sistema AdNauseam, come dire “nausea da pubblicità”. L’idea, vagamente guerrigliera, è di offuscare l’informazione che le piattaforme raccolgono sugli utenti e sul loro comportamento nei confronti della pubblicità. Naturalmente, si può pensare che le piattaforme siano in grado di riconoscere i click derivanti da sistemi automatici. E così gli autori di AdNauseam si sono impegnati a condurre una serie di esperiementi per vedere se questo avveniva. Si sono organizzati per creare un sito che ospita pubblicità di Google e per investire in pubblicità con parole che avrebbero portato il pubblico su quel sito. Poi hanno fatto in modo che molti utenti dotati di AdNauseam e qualche sistema automatico di navigazione andassero sul loro sito generando molti click automatici. In questo modo hanno potuto verificare che i click automatici generati da AdNauseam non venivano generalmente riconosciuti come tali.
È evidente che se questo sistema fosse usato massicciamente, i sistemi di intelligenza artificiale di Google imparerebbero a riconoscere i click generati da AdNauseam. Ma la guerriglia non serve a vincere la guerra: serve a prendere tempo fino a quando non cambino le condizioni strategiche. E cioè per esempio la regolamentazione contro la sorveglianza diventa più efficace e stringente.
di Luca De Biase, giornalista