Il distacco dei giovani dalla vita produttiva
Nel 2020 il numero dei ragazzi che non studiano e non lavorano è aumentato negli Stati Uniti. Mentre in Europa i nuovi disoccupati si sono visti più frequentemente nella fascia 18-34 anni.
di Luca De Biase
La partecipazione degli adolescenti alla forza lavoro negli Stati Uniti è arrivata al massimo storico nel 1979 e da allora è diminuita. Ovviamente questo è dovuto soprattutto all’aumento dei giovani che si impegnano nella propria educazione. Casomai mostra il fatto che è diminuito anche il numero di giovani che integrano il reddito con qualche lavoretto durante gli anni di studio, in estate o nel corso dell’anno, fuori dall’orario di lezione. Ma nel 2020, il numero dei giovani che non studiano e non lavorano è aumentato negli Stati Uniti.
Gli esperti si rendono conto che è forse troppo presto per leggere il significato profondo di questo dato. Ma la possibilità di un pericoloso aumento dei giovani che si distaccano dalla vita produttiva esiste. Che cosa succede in Europa? Uno studio di Eurofund osserva che i giovani sono stati tra le categorie più colpite dalla clausura dovuta alla strategia di contenimento del Covid-19. Nella classifica per classi di età, i nuovi disoccupati si sono visti più frequentemente tra i giovani (18-34 anni). Lo studio indica nella salute mentale dei giovani e nel loro benessere una delle priorità per la policy europea.
L’Italia ha il triste primato in Europa della percentuale di giovani tra i 20 e i 34 anni che non lavorano e non studiano. Alessandro Rosina suggerisce che questa situazione è peggiorata con il coronavirus, come riporta Morning Future. Lo stesso sito mostra come l’Istituto Toniolo abbia registrato come i giovani italiani sono i più preoccupati per il loro futuro lavorativo in Europa, in seguito alla clausura decisa per il per Covid-19.
di Luca De Biase, giornalista