Previsioni sul digitale per il Parlamento Europeo
Robot industriali più performanti e sistemi sanitari proattivi tra le ipotesi avanzate.
di Luca De Biase
"Nei prossimi dieci anni, la digitalizzazione continuerà a essere uno dei grandi motori del cambiamento in Europa", si legge nel briefing presentato al Parlamento Europeo nel giugno 2020 per aggiornare gli eletti europei sul futuro digitale, basato su uno studio concluso un mese prima con il titolo “New developments in digital ervices”. Il Parlamento sta preparando il Digital Services Act.
Il documento contiene previsioni a breve, medio e lungo termine.
A breve termine: robot industriali che si occupano non soltanto di un movimento ma di un'intera operazione (attualmente si vanno diffondendo in agricoltura); sistemi di pagamento più facili da usare nel corso delle normali operazioni quotidiane; e ovviamente il 5G.
A medio termine: sistemi sanitari proattivi e individualizzati attraverso servizi digitali in grado di informare ciascun cittadino della relazione tra le sue abitudini alimentari, sportive, residenziali e il loro prevedibile stato di salute; accelerazione dell’ecommerce e convergenza delle esperienze di acquisto e consumo online e offline; trasformazione dell’organizzazione del lavoro con l’introduzione di soluzioni di intelligenza artificiale che aumentano la produttività della forza lavoro; innovazione nei sistemi produttivi e nelle catene di approvvigionamento per minimizzare gli sprechi e massimizzare la sostenibilità dei processi.
A lungo termine: 6G previsto per il 2030 aumenterà la qualità di dati che possono circolare anche per le auto autonome e le fabbriche del futuro; trasporti senza guidatore nelle aree urbane, implementati anche grazie a nuove soluzioni di sicurezza per pedoni, ciclisti e altri utenti delle strade, con la conseguenza di un drastico salto nella sostenibilità e una forte riduzione del traffico; iper-personalizzazione dei consumi alimentari, sanitari, cosmetici, anche grazie alla conoscenza del DNA delle singole persone.
Il rapporto evidentemente non è troppo interessato alle possibili preoccupazioni dei consumatori per quanto riguarda la privacy o altro. Piuttosto è concentrato sulle raccomandazioni al Parlamento per ottenere una maggiore competitività dell’industria digitale europea nei confronti di Stati Uniti e Cina.
In tal senso, il rapporto suggerisce alcune misure strategiche: favorire una cloud europea che non si basi su tecnologie straniere; lanciare un sistema di venture capital dedicato alle startup che si occupano di egovernment; un programma di comunicazione in grado di educare i cittadini europei e prepararli a questi grandi cambiamenti in arrivo.
Il rapporto suggerisce la stesura di un “Visionary Communication Programme” progettato in modo da stabilire gli obiettivi europei per i prossimi anni e chiarirli agli imprenditori, decisori e opinioni pubbliche in Europa, generando una “self-fulfilling prophecy”. Il rapporto è evidentemente condotto da priorità tecniche ed economiche.
martedì 30 giugno 2020