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Equità sostenibilità e innovazione per innescare la “grande ripartenza”

La nuova iniziativa del World economic forum per un mondo post-pandemia più sostenibile. La prossima edizione del summit sarà anche virtuale.

di Andrea De Tommasi

“La crisi del Covid-19 ha mostrato che i nostri vecchi sistemi non sono più adatti per il 21esimo secolo”, ha dichiarato Klaus Schwab, storico fondatore e presidente esecutivo del World economic forum . Con queste parole Schwab ha lanciato “The great reset”, la nuova iniziativa del Wef per “un pianeta migliore, più giusto, più verde e più sano mentre il mondo si riprende dalla pandemia”. Per la prima edizione post Covid prevista per il prossimo gennaio, il Forum di Davos - l’incontro annuale dell’élite politica ed economica mondiale - cambierà volto e diventerà in parte virtuale. Il summit coinvolgerà migliaia di giovani in più di 400 città in tutto il mondo (la Global shapers community) che saranno interconnessi con un hub virtuale per dialogare con i leader del summit. “Abbiamo un'opportunità d'oro per cogliere qualcosa di buono da questa fase: le crisi globali non conoscono confini ed evidenziano quanto siamo interdipendenti come un unico popolo che condivide un pianeta”, ha spiegato il principe Carlo d’Inghilterra, tra gli organizzatori, in videoconferenza.

Nel frattempo il World economic forum ha impostato l’agenda del Great reset su tre punti cardine, per coinvolgere capi di governo, accademici e manager e ispirare idee innovative.

  1. Equità: i governi nazionali dovranno migliorare il coordinamento (ad esempio in materia fiscale e normativa), promuovere accordi commerciali e creare le condizioni per una “stakeholder economy”. L’obiettivo è indirizzare il mercato verso risultati di equità.  La natura della crisi da Covid-19 e la velocità e l’entità delle perdite di posti di lavoro la rendono evidentemente diversa dalla crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, ragiona il Wef, in una fase di riduzione dei redditi e di aumento del debito pubblico, i decisori politici hanno un forte incentivo a perseguire tali azioni. Inoltre, i governi dovrebbero attuare riforme attese da tempo. A seconda del Paese, queste possono includere modifiche alle imposte sul patrimonio, il ritiro dei sussidi per i combustibili fossili e nuove regole in materia di proprietà intellettuale, commercio e concorrenza.
  2. Sostenibilità: gli investimenti dovranno andare nella direzione di obiettivi condivisi di sostenibilità e uguaglianza. Governi e istituzioni stanno implementando programmi di spesa su larga scala. Ciò rappresenta un'importante opportunità di progresso. Questi fondi, però, non dovranno servire a “colmare le crepe nel vecchio sistema” ma essere usati per crearne un nuovo sistema che sia più resiliente, equo e sostenibile a lungo termine. Ciò significa, ad esempio, la costruzione di infrastrutture urbane “verdi” e la creazione di incentivi per le industrie a migliorare i propri risultati in termini di criteri ambientali, sociali e di governance (Esg).
  3. Innovazione: sfruttare le innovazioni della Quarta rivoluzione industriale per sostenere il bene pubblico, in particolare affrontando le sfide sanitarie e sociali. Durante la crisi pandemica aziende, università e altri enti hanno unito le forze per sviluppare diagnosi, terapie e possibili vaccini; istituire centri di collaudo; creare meccanismi per tracciare le infezioni; fornire telemedicina. Tali sforzi concertati devono essere fatti in ogni settore.

“La crisi sta colpendo ogni aspetto della vita delle persone in ogni angolo del mondo”, ha dichiarato il Wef in una nota, “ma la tragedia non deve essere la sua unica eredità. Al contrario, la pandemia rappresenta una rara opportunità per riflettere, re-immaginare e reimpostare il nostro mondo per creare un futuro più sano, più equo e più prospero”.

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di Andrea De Tommasi

lunedì 15 giugno 2020