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Molte attività manuali richieste tra i lavori del domani

Conferme e sorprese dal nuovo studio del World economic forum. Le professioni verdi e digitali sono le più ricercate, in crescita anche braccianti agricoli, autisti delle consegne, operai edili.

giovedì 9 gennaio 2025
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È uscito il 7 gennaio Future of jobs report 2025, il rapporto del World economic forum (Wef) che fa annualmente il punto sullo stato di salute del lavoro a livello globale e sulle traiettorie dei prossimi anni. Lo studio riunisce le opinioni di oltre mille datori di lavoro, che rappresentano collettivamente oltre 14 milioni di dipendenti in 22 settori industriali e 55 economie di tutto il mondo.

Le macrotendenze trasformative al 2030

Cominciamo dai cambiamenti che influiranno di più sul mercato occupazionale. Il Wef mette in cima alla lista, senza grosse sorprese, l’accesso al mondo digitale e lo sviluppo tecnologico. Il 60% dei datori di lavoro intervistati si aspetta che questa tendenza trasformerà profondamente il mercato entro il 2030. Tra le nuove tecnologie, vanno per la maggiore intelligenza artificiale ed elaborazione dei dati (86%), seguite da robotica e automazione (58%), generazione, stoccaggio e distribuzione dell’energia (41%). 

Il secondo posto va invece all'aumento del costo della vita. Nonostante la probabile riduzione dell’inflazione globale nel prossimo futuro, secondo gli intervistati le condizioni economiche influiranno profondamente sull’occupazione e sulla richiesta di competenze in materia di resilienza e flessibilità (e probabilmente precarietà).

La mitigazione del cambiamento climatico è la terza tendenza più trasformativa del 2025, mentre l’adattamento si classifica al sesto posto. Questo implica una maggiore richiesta di ingegneri delle energie rinnovabili, ambientali e specialisti di veicoli elettrici e autonomi (tra i 15 lavori in più rapida crescita nel 2025). Si prevede inoltre che le tendenze climatiche porteranno a una maggiore attenzione alla tutela ambientale, tre le dieci competenze in più rapida crescita nei prossimi anni per il Wef.

Ma anche i cambiamenti demografici saranno centrali nel mercato occupazionale dei prossimi cinque anni. L'invecchiamento e il calo della popolazione in età lavorativa, prevalentemente nelle economie ad alto reddito, procederanno di pari passo con l’espansione dei lavoratori in quelle a basso reddito. L’invecchiamento negli Stati più ricchi stimolerà la crescita delle professioni sanitarie, mentre l’aumento della quota di giovani nei Paesi in via di sviluppo porterà a una maggiore richiesta di insegnanti.

Che cos’è il lavoro? Gli statistici introducono nuovi metodi per valutarlo

La globalizzazione, l'intelligenza artificiale e l’automazione stanno modificando il mercato del lavoro. L’Ilo ha introdotto un adeguamento degli standard per rilevarne correttamente le caratteristiche e per consentire di combattere l’economia sommersa.

La frammentazione geoeconomica e le tensioni geopolitiche sono altri elementi trasformativi di rilievo per circa un terzo (34%) delle organizzazioni e aziende intervistate. Oltre un quinto (23%) dei datori di lavoro globali identifica le restrizioni al commercio e agli investimenti, nonché i sussidi e le politiche industriali (21%), come fattori che stanno modellando profondamente le loro scelte (in particolare per i Paesi che hanno scambi commerciali significativi con Stati Uniti e/o Cina). Queste tendenze guideranno la domanda di lavori legati alla sicurezza e alle competenze di rete e sicurezza informatica.

Meno impiegati, tanti braccianti agricoli

Secondo le proiezioni del Future of jobs survey sulle tendenze del 2025-2030, i ruoli lavorativi che registreranno la crescita maggiore in termini assoluti di volume includono, a sorpresa, braccianti agricoli, autisti delle consegne, operai edili, venditori e lavoratori dell'industria alimentare. Si prevede che, come già ricordato, anche i lavori nell'economia dell'assistenza, come infermieri, assistenti sociali e consulenti, cresceranno in modo significativo, insieme agli impieghi nei settori dell’istruzione e della transizione digitale ed ecologica. 

I lavori amministrativi – impiegati, segretari, addetti ai biglietti, assistenti pubblici – subiranno invece i colpi maggiori, così come gli impiegati dei servizi postali e delle banche.

E chi resterà dovrà necessariamente aggiornarsi. Secondo il Wef “i lavoratori possono aspettarsi che due quinti (39%) delle loro competenze esistenti saranno trasformate o diventeranno obsolete nel periodo 2025-2030”. Nonostante sia una percentuale considerevole, questo trend ha rallentato rispetto agli anni precedenti (57% nel 2020, 44% nel 2023). La diminuzione potrebbe essere legata a una quota crescente di lavoratori (50%) che hanno completato le varie misure di formazione e aggiornamento delle competenze.  

Aggiornamento che però non sarà per tutti. Se la forza lavoro mondiale fosse composta da cento persone, dice il Wef, 59 avrebbero bisogno di formazione entro il 2030. Di queste, i datori di lavoro prevedono che 29 potrebbero seguire corsi di aggiornamento, 19 dovrebbero essere riassegnate in altre aree dell’azienda mentre 11 resterebbero con il cerino in mano. Questa lacuna è considerata dagli intervistati il più grande ostacolo alla trasformazione aziendale, e a un mondo occupazionale (aggiungiamo noi) che non lasci nessuno indietro.

Infine, i datori di lavoro identificano, tra le competenze più richieste in fase di selezione, il pensiero analitico, cruciale in un mondo che diventa ogni anno più complesso. Seguono resilienza, flessibilità e agilità, alfabetizzazione tecnologica, apprendimento permanente, insieme a leadership e influenza sociale. Al contrario, l’abilità manuale, la resistenza e la precisione diventano qualità sempre meno richieste.

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Copertina: Zoe Richardson/unsplash