Salute, sicurezza e benessere nel lavoro del futuro: quali prospettive?
Le sfide del futuro ci prospettano davanti opportunità professionali differenti rispetto al passato. Se sapremo sfruttarle al meglio, potremo lasciarci alle spalle i metodi di lavoro obsoleti.
di Maria Frassine e Camilla Abeni
Con l’avvento della pandemia di Covid-19 siamo stati costretti a un cambio di passo generalizzato, che ha coinvolto ognuno di noi; le economie mondiali, le società, i governi si sono trovati faccia a faccia - loro malgrado - a un evento imprevisto che, giocoforza, ci ha spinti a porre in atto scelte e cambiamenti che potremmo definire epocali, soprattutto in ambito lavorativo.
Possiamo paragonare il Covid-19 a “Caronte”, nocchiere della mitologia greca, traghettatore dal “vecchio mondo” a quello nuovo.
Noi lavoratori in questo viaggio rappresentiamo i passeggeri che si trovano dinnanzi a una scelta ardua: cosa portare del “vecchio mondo” nella nuova società?
Le sfide e le opportunità che ci si pongono di fronte ci prospettano nuove mansioni lavorative e opportunità professionali completamente differenti e rinnovate rispetto al passato, che, se saremo in grado di sfruttare al meglio, ci permetteranno di lasciare alle spalle metodi e concetti di “lavoro” che, stanti i cambiamenti impostici dal Covid, possiamo considerare “obsoleti”.
Con la nascita di nuovi bisogni lavorativi, le aziende avranno l’importante compito di introdurre nuove soluzioni e nuovi processi, necessari per gestire i cambiamenti che stiamo osservando quotidianamente e di cui siamo parte attiva.
L’innovazione dei processi a cui stiamo assistendo porta fisiologicamente con sé anche nuovi rischi nell’attività lavorativa e di conseguenza trasforma e aggiorna il concetto di salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, che andrà costantemente monitorato e migliorato. Ma in quale modo? Quali sono le azioni che certamente le aziende si troveranno a dover affrontare per garantire una sicurezza sul lavoro al passo coi tempi? E i professionisti della salute e sicurezza sul lavoro sapranno stare al passo con le nuove modalità organizzative?
Un’importantissima evoluzione che ha caratterizzato e caratterizzerà l’ambito della salute e sicurezza negli anni a venire è rappresentata dalla valutazione dei rischi aziendali, che, oltre ai rischi tradizionali dovrà tenere in considerazione ulteriori nuovi rischi, correlati alle nuove mansioni, sempre più digitalizzate, come, ad esempio tutti i rischi psicosociali derivanti dal lavoro in remoto.
Si svilupperanno sempre più ulteriori nuove tematiche quali il benessere lavorativo, la conciliazione vita-lavoro, la flessibilità degli orari, l’inclusione e il diversity management, il tutto orientato a sposare i concetti di sostenibilità dell’Agenda 2030.
Insomma, nuovi concetti di salute e sicurezza che si proiettano verso il futuro della società e del lavoro, senza dimenticare le basi da cui proveniamo e su cui la nostra cultura lavorativa si fonda.
Partiamo dal tema forse più in voga di questo periodo: lo smart working; introdotto “forzosamente” da un giorno all’altro per ovvie e comprovate esigenze di contenimento dell’emergenza sanitaria, si sta dimostrando al centro dei dibattiti quotidiani.
Secondo una recente indagine Uil il 50% dei lavoratori non vorrebbe rientrare in ufficio, con punte dell’80% nel settore bancario e assicurativo. Questo, secondo il sindacato, può essere campanello d’allarme di uno stato di malessere, che nei casi più gravi viene definito “sindrome della grotta”, cioè la difficoltà di uscire dalla propria abitazione e ritornare nel mondo esterno.
Certamente la sindrome della grotta potrà essere applicabile alle esperienze di alcuni lavoratori, ma per tanti altri la possibilità di lavorare in smart working significa sostenibilità, conciliazione vita-lavoro, maggior benessere per sé e per la propria famiglia, fattori che portano a un miglioramento non solo dello stato di salute dei soggetti, ma anche a un accrescimento della produttività del lavoratore stesso.
Valutati i pro e i contro e discusso approfonditamente su di essi, non si potrà di certo ignorare il fenomeno, o accantonarlo; l’idea quindi di trovare un punto d’equilibrio, suddividere l’impegno tra casa e ufficio sarà l’obiettivo che le aziende dovranno raggiungere nel nuovo mondo lavorativo, bilanciando i risultati e la produttività con le esigenze dei lavoratori, i quali dovranno essere “attori principali”, insieme ai manager, delle nuove scelte aziendali.
Anche i governi avranno le loro importanti responsabilità perché ricordiamo che, a oggi, si rendono sempre più necessari interventi legislativi a supporto, in quanto finora, almeno in Italia, il tema dello smartworking è assoggettato a normative desuete; inoltre, anche i Ccnl dei vari comparti dovranno prevedere degli aggiornamenti mirati allo sviluppo e alla regolamentazione chiara e dettagliata di questa nuova metodologia lavorativa.
AiFOS, Associazione italiana formatori e operatori della sicurezza sul lavoro, si è spesa in favore dello smart working già molto prima dell’emergenza pandemica, favorendo lo studio della tematica attraverso convegni e corsi di formazione dedicati ai soggetti della sicurezza aziendale, ma anche attraverso studi e approfondimenti saggistici. Nondimeno, spinta dall’avvento della pandemia, l’associazione, con circa 40 collaboratori, ha deciso coraggiosamente di approntare piani individuali di smart working per ciascun lavoratore, che sono già entrati in vigore e che rappresenteranno la normalità negli anni a venire.
Un’altra tematica che le aziende si troveranno ad affrontare è strettamente correlata all’introduzione dello smart working: il technostress; non a caso, durante questo periodo è diventata sempre più celebre la cosiddetta “Zoom Fatigue”, la fatica associata all'uso eccessivo di piattaforme virtuali di comunicazione, in particolare la videoconferenza.
Ecco allora che, all’interno dell’ambito della sicurezza nei luoghi di lavoro, assumerà un ruolo ancor più di primo rilievo la valutazione del rischio aziendale “rinnovata”, nella quale i rischi psicosociali, tra cui il tecnostress, i quali si affiancheranno sempre più a quelli cosiddetti tradizionali, dovranno essere inevitabilmente presi in considerazione, al fine di favorire in primis il benessere dei lavoratori, ma anche la crescita aziendale che dovrà stare al passo coi tempi.
Un argomento che va certamente affrontato, di cui AiFOS è da sempre pioniera e strenua sostenitrice è la formazione.
I cambiamenti nel mondo del lavoro, per poter essere compresi appieno, hanno bisogno di essere trasmessi e spiegati, attraverso una formazione di qualità che riguarderà non solo i nuovi know-how, ma anche i nuovi concetti di sicurezza.
Oggi più che mai anche la formazione ha subito un rapidissimo cambiamento nelle metodologie di fruizione della stessa, sempre più informatizzate e virtuali.
Le metodologie virtuali di formazione a distanza, come la videoconferenza, hanno infatti assunto un ruolo di primaria importanza, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui la priorità è stata quella di continuare a formare attraverso strumenti idonei al caso.
Nel campo della salute e sicurezza, la validità della formazione a distanza attraverso la metodologia della videoconferenza rimane – a oggi e per alcune tipologie di corsi - limitata al periodo di emergenza.
Vista la comprovata efficacia di tale metodologia, già paragonata all’aula in quanto strumento di formazione sincrono, in cui vengono rese possibili le interazioni tra docente e discenti, nonché le esercitazioni e i test finali, la nostra associazione sta portando la sua voce ai tavoli istituzionali e sindacali affinché, anche al di fuori del periodo emergenziale, tale metodologia venga riconosciuta a tutti gli effetti efficace, al fine di poter svolgere determinate tipologie di corsi in materia di salute e sicurezza anche a distanza, coniugando così il bisogno formativo a importanti concetti di sostenibilità in termini di tempo risparmiato, di traffico evitato, di un più elevato benessere organizzativo per il lavoratore discente.
Il futuro che ci attende, oltre alla videoconferenza, ci prospetta ulteriori metodologie che contribuiranno ad arricchire l’esperienza di apprendimento dei discenti: machine learning, microlearning, adaptive learning, intelligent tutoring system, realtà virtuale e aumentata. Tutte queste metodologie innovative faranno in modo che l'esperienza vissuta dal discente rimanga impressa in modo incisivo, così da aumentare significativamente l’efficacia dell'apprendimento, a supporto della crescita dei lavoratori del futuro e delle aziende, nonché della loro sicurezza.
Si rendono quindi necessari importanti interventi istituzionali a favore della ricerca e del riconoscimento di tali metodologie come strumenti utili ed efficaci per il miglioramento delle organizzazioni aziendali e dei propri dipendenti e collaboratori.
I concetti fin qui proposti di benessere, conciliazione vita-lavoro, formazione, salute e sicurezza si legano profondamente a quello di sostenibilità sociale del lavoro, di cui AiFOS è ferma sostenitrice, al fine di migliorare le condizioni di vita di ogni lavoratore e della sua comunità, accogliendo favorevolmente i cambiamenti che stanno spingendo sull’acceleratore del nostro contesto socio-economico, nel quale, ne siamo certi, il lavoratore rimarrà il protagonista indiscusso attorno a cui verranno orientate le scelte del futuro più prossimo e di quello più remoto, tenendo ben presente l’obbiettivo che ci ispira, quello di una società giusta, equa, sicura e solidale, in cui l’individuo rivesta un valore fondamentale.
di Maria Frassine (Responsabile servizio relazioni esterne, ufficio studi e legislativo AiFOS) e Camilla Abeni (Servizio relazioni esterne, ufficio studi e legislativo AiFOS).