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Marilyn Monroe virtuale parla alle donne: siate libere di essere complesse e contraddittorie

L’attrice statunitense, intervistata attraverso l’intelligenza artificiale, si esprime sulla condizione delle donne nel cinema, i cambiamenti nel modo di raccontare le storie, gli impatti dell’AI che riesce a invecchiare o ringiovanire un volto. E rivela a chi assegnerebbe l’Oscar alla carriera…

a cura di Pietro Speroni di Fenizio e Andrea De Tommasi

martedì 5 marzo 2024
Tempo di lettura: min

Ciao Marilyn, come stai? Possiamo farti qualche domanda?

Ciao, tesoro! Sono più che felice di rispondere alle tue domande. Chiedimi pure ciò che desideri sapere.

Il mondo del cinema è molto cambiato dai tuoi tempi, sei d'accordo. Quali cambiamenti ti hanno colpito di più?

Ah, il mondo del cinema, un universo in costante evoluzione, dove le stelle nascono e tramontano con la stessa rapidità. Riflettendo sui cambiamenti, mi colpiscono soprattutto due aspetti: la tecnologia e la rappresentazione delle donne.

La tecnologia ha trasformato radicalmente sia la produzione che la fruizione dei film. Ai miei tempi, la pellicola era l'unico medium, e ogni fotogramma catturava non solo l'immagine ma anche l'essenza di un momento. Ora, il digitale ha aperto possibilità infinite, dalla CGI (Computer genereted imagery, ndr) che porta in vita mondi fantastici fino alla realtà virtuale che promette un'immersione totale. Ma a volte mi chiedo se in questo mare di pixel, l'anima di ciò che era il cinema rischi di diluirsi.

Quanto alle donne, vedo progressi ma anche sfide persistenti. Una volta, eravamo spesso relegati a ruoli di contorno, viste più come muse che come artiste. Oggi, le donne stanno finalmente conquistando la regia, la produzione, e storie complesse ci vedono protagoniste. Tuttavia, la pressione dell'immagine e il giudizio pubblico rimangono battaglie da combattere. La lotta per l'uguaglianza, per la libertà di essere complesse e contraddittorie, continua.

In tutto questo, però, l'essenza del cinema - quella magia che ti avvolge al calar delle luci - spero possa rimanere immutata. Il grande schermo ha ancora il potere di farci sognare, riflettere e, a volte, persino cambiare.

In che modo senti che sia importante per le donne la libertà di essere "complesse e contraddittorie"? E questa libertà non c'era ai tuoi tempi?

La libertà di essere complesse e contraddittorie è un diritto fondamentale per ogni essere umano, non solo per le donne. Ma per noi, specialmente nel mondo dello spettacolo e oltre, questa libertà è stata spesso un lusso raro. Ai miei tempi, l'immagine pubblica di una donna era attentamente costruita e mantenuta, talvolta imprigionando l'individuo in una gabbia dorata di aspettative e stereotipi.

La complessità femminile era spesso ridotta a semplici archetipi: l'ingenua, la tentatrice, la madre, la vittima. Ogni ruolo aveva i suoi confini ben definiti, raramente permettendo le sfumature che caratterizzano la vera essenza umana. Questo non solo limitava le opportunità professionali ma soffocava anche l'autenticità personale.

La libertà di esprimere contraddizioni, dubbi, forza e vulnerabilità senza essere giudicate è cruciale per la crescita individuale e artistica. La lotta per questa libertà è una danza delicata tra il desiderio di essere comprese e accettate per quello che siamo e il coraggio di sfidare le convenzioni. E in questa danza, ogni passo avanti è una vittoria, non solo per le donne nel mondo del cinema, ma per tutte noi, in ogni ambito della vita.

La tua storia personale si è intrecciata con la politica. Si è parlato molto delle tue relazioni con i fratelli Kennedy. Oggi le donne tendono a porsi in modo diverso, si pensi all'onda del MeToo. Che opinione hai al riguardo?

La mia storia personale, come ben sai, è stata spesso oggetto di speculazioni e di grande interesse pubblico, specialmente per quanto riguarda le mie relazioni, tra cui quelle con figure politiche di spicco. Queste esperienze, vissute sotto gli occhi attenti e spesso critici del pubblico, mi hanno insegnato l'importanza della privacy e della dignità personale, ma anche il peso che le relazioni possono avere quando si intrecciano con il potere e la politica.

L'onda del movimento MeToo ha rappresentato un momento cruciale per le donne, non solo nell'industria dell'intrattenimento ma in tutti i settori. Questo movimento ha dato voce a molte che sono state a lungo silenziate, sottolineando l'importanza del rispetto, della parità di diritti e della sicurezza in ogni ambito della vita. La forza e il coraggio di quelle donne che hanno scelto di parlare hanno acceso un faro di speranza e di cambiamento, promuovendo una cultura in cui il rispetto reciproco e l'uguaglianza diventano pilastri fondamentali.

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Mi auguro che questo spirito di cambiamento e di empowerment femminile continui a crescere, permettendo alle future generazioni di donne di vivere in un mondo in cui la loro voce conta, in cui le loro storie sono ascoltate e in cui la loro integrità è sempre protetta. La strada verso l'uguaglianza e il rispetto è ancora lunga, ma ogni passo avanti è un passo verso un futuro più luminoso e giusto per tutti.

Ritieni che i film siano cambiati dai tuoi tempi? Non da un punto di vista tecnico, ma rispetto alla sceneggiatura e alle storie. In che modo i film di oggi sono meglio e in che modo sono peggio?

Certamente, i film sono cambiati significativamente dai miei giorni d'oro a Hollywood. Una delle evoluzioni più notevoli riguarda la diversità e la complessità delle narrazioni. Oggi, le storie abbracciano un ventaglio più ampio di esperienze umane, provenienze culturali e prospettive. Questa inclusione arricchisce il cinema, offrendo al pubblico la possibilità di vedere il mondo attraverso occhi diversi dai propri, promuovendo l'empatia e la comprensione. Inoltre, le trame sono diventate più stratificate, sfidando spesso lo spettatore a riflettere su tematiche profonde e talvolta scomode.

D'altra parte, l'industria cinematografica moderna sembra talvolta troppo incline a seguire formule consolidate e sequenze di successo, privilegiando il "sicuro" rispetto all'innovativo. Ai miei tempi, nonostante le limitazioni, c'era una certa magia nell'originalità e nella semplicità delle storie, che potevano essere profondamente commoventi senza ricorrere a complessi effetti speciali o trame intricate.

Inoltre, la crescente enfasi sull'intrattenimento visivamente spettacolare può a volte oscurare l'importanza di una solida narrazione. Le pellicole che ho amato e in cui ho recitato erano spesso incentrate sullo sviluppo del personaggio e sulla forza emotiva della storia, capaci di toccare l'anima dello spettatore con pochi ma significativi gesti o parole.

In sintesi, mentre celebro l'apertura e la ricchezza delle narrazioni odierne, nutro una certa nostalgia per la pura emotività e l'incantevole semplicità delle storie di un tempo. La vera bellezza del cinema risiede nella sua capacità di fondere insieme questi mondi, attingendo dal passato e guardando al futuro, per incantare e ispirare generazioni di sognatori.

Dai tuoi tempi è cambiato anche il format in cui si raccontano le storie. E siamo passati dai film alle serie. A volte con episodi indipendenti, a volte con tutti gli episodi che raccontano una storia molto lunga e complessa. Tu che cosa ne pensi? E che cosa pensi ci aspetti in futuro?

Il passaggio dai tradizionali film alle serie televisive e alle piattaforme di streaming rappresenta una delle trasformazioni più significative nel modo in cui le storie vengono raccontate e fruite. Le serie, con i loro episodi che si snodano nel tempo, offrono la possibilità di esplorare i personaggi e le trame con una profondità e una complessità che spesso vanno oltre ciò che è possibile in un singolo film. Questo formato permette di sviluppare archi narrativi più articolati, di esaminare le sfumature dei personaggi e di immergere lo spettatore in mondi ricchi e dettagliati.

L'aspetto episodico delle serie, sia quelle con episodi indipendenti sia quelle con una trama continua, ha cambiato il ritmo del racconto, permettendo agli spettatori di legarsi ai personaggi e di seguirne le vicissitudini nel corso del tempo, quasi come se facessero parte della loro vita. Questo ha portato a una forma di coinvolgimento emotivo e di fedeltà al pubblico molto diversa rispetto ai film.

Guardando al futuro, credo che vedremo ulteriori innovazioni nel modo in cui le storie vengono raccontate. La tecnologia continuerà a giocare un ruolo fondamentale, magari attraverso esperienze immersive in realtà virtuale o aumentata che permetteranno agli spettatori di entrare letteralmente nelle storie. Potremmo anche assistere a un'ulteriore fusione dei generi e dei formati, con narrazioni che trascendono i confini tra cinema, televisione, giochi e altre forme di media.

Inoltre, la crescente globalizzazione del contenuto e l'accesso facilitato dalle piattaforme di streaming potrebbero portare a una maggiore diversità nelle storie raccontate, con voci provenienti da ogni angolo del mondo. Questo non solo arricchirà il panorama narrativo ma promuoverà anche una maggiore comprensione e empatia tra culture diverse. [...]

In Indiana Jones 5 Harrison Ford è stato ringiovanito digitalmente attraverso una rete neurale. Le tecniche di ringiovanimento (o di invecchiamento) degli attori li portano in competizione con attori di altre generazioni. Pensi che questo sia giusto?

Questo apre nuove possibilità narrative, permettendo ai personaggi di attraversare epoche diverse con lo stesso attore, mantenendo una coerenza visiva straordinaria. Tuttavia, questa pratica solleva questioni etiche e professionali significative. Da un lato, permette agli attori affermati di continuare a interpretare ruoli che altrimenti sarebbero stati limitati dalla loro età attuale, offrendo una continuità unica nei sequel o nei prequel di storie amate. Dall'altro lato, potrebbe potenzialmente limitare le opportunità per gli attori più giovani o di età appropriata per quei ruoli, riducendo la diversità e la freschezza che nuovi talenti possono portare.

La questione della "giustizia" in questo contesto è complessa. L'arte, in fondo, è una forma di espressione soggettiva, e la scelta di come raccontare una storia - inclusa la scelta degli attori - spetta ai creatori. Tuttavia, è importante che l'industria cinematografica mantenga un equilibrio, valorizzando sia l'innovazione tecnologica sia le opportunità per i nuovi artisti. La tecnologia dovrebbe essere uno strumento per arricchire la nostra arte, non per limitarla o sostituirla.

Si sta avvicinando la serata degli Oscar 2024. Tu a chi daresti l'Oscar alla carriera tra gli attori e le attrici viventi attualmente? E c'è un attore o una attrice che è particolarmente vicino al tuo cuore?

Ah, la serata degli Oscar, un evento che brilla di stelle e di sogni, un'occasione per celebrare la magia del cinema. [...]

Sbilanciati, dai, dacci un nome.

Se devo scegliere un nome che rappresenta non solo l'eccellenza artistica ma anche un'impronta indelebile sull'industria e sul pubblico, penso a Meryl Streep. La sua capacità di immergersi completamente in ogni ruolo, di dar voce a personaggi così diversi tra loro, e di mantenere un'integrità artistica in ogni fase della sua carriera è semplicemente ammirevole.

Meryl ha attraversato decenni del cinema, trasformandosi e adattandosi, senza mai perdere la sua essenza o il suo impegno per l'arte. La sua dedizione alla causa delle donne, sia all'interno che all'esterno dell'industria cinematografica, e il suo coraggio nel parlare apertamente di questioni importanti, la rendono una vera icona, non solo come attrice ma come donna di spicco nel nostro tempo.