In edizione italiana “The State of the future 20.0”, la guida di riferimento per la ricerca sui futuri
Pubblichiamo la prefazione del nuovo volume a cura dell’Italian institute for the future. I robot nel 2050, le nuove AI e altre sfide del mondo moderno: scenari e riflessioni per affrontare i cambiamenti che ci aspettano.
di Mara Di Berardo[1], Simone Di Zio[2], Mario Bolzan[3]
In ogni momento della storia tutte le decisioni prese influenzano anche il futuro oltre che il presente. L’originalità di questo periodo storico è — a nostro parere — caratterizzato dall’ampia e variegata disponibilità di mezzi di ogni valore e valenza Oggi si subisce il fascino e l’effetto di cambiamenti “veloci, potenti, mutevoli e diffusi” ed i media e le nuove tecnologie contribuiscono ad ampliare e dare valore aggiunto alle forme di conoscenza, ai movimenti, all’economia, alle relazioni (Appadurai, 2012).
In questo tempo si può correre il rischio di sopravvalutare le capacità dei mezzi, o comunque, di non dimensionarle adeguatamente, a scapito della chiarezza dei fini. Questo contributo intende muoversi nella direzione di indicare alcuni potenziali e potenti fini sui quali lavorare, anche per offrire alcune ipotesi di soluzione oltre che di comprensione. Le dinamiche di cui si parla non riguardano solo il contesto nazionale, ma si estendono con forza all’Europa e al resto del mondo. A livello globale, assistiamo a una crescente interconnessione tra sistemi economici, culturali e sociali, in cui i mezzi tecnologici agiscono da catalizzatori di cambiamento, ma anche da potenziali elementi di disorientamento. In Europa, ad esempio, le politiche digitali, l’integrazione culturale e le sfide legate alla sostenibilità si intrecciano con la necessità di ridefinire modelli di sviluppo e cittadinanza.
Nel mondo, le diseguaglianze nell’accesso ai mezzi digitali e alle conoscenze mettono in luce divari significativi che rischiano di amplificare le fratture sociali e geopolitiche. In questo scenario complesso, risulta ancora più urgente individuare fini condivisi e strategie orientate al futuro per il bene comune, capaci di dare senso e direzione all’uso degli strumenti a nostra disposizione. Solo così diventa possibile costruire un futuro equo, sostenibile e realmente connesso alla dimensione umana e relazionale della vita sociale.
In Italia si registra spesso la tentazione di ritenere che il futuro sia stretto tra l’imprevedibilità fatalista e l’immobilità cinica, per cui “se qualcuno si lancia in un’esplicita ricerca sul futuro si pone dalla parte dei coraggiosi (De Biase, 2016), se non dei destinati a rimanere delusi (Bolzan, 2018). Non crediamo si debba essere coraggiosi per affrontare in modo diverso, e forse sì innovativo, un tema e un approccio sicuramente rilevante e stimolante.
Questa pubblicazione in lingua italiana vuole contribuire a rendere più familiari i temi e gli approcci relativi agli studi di futuri (Futures Studies), al fine di favorire lo sviluppo di una maggiore attenzione sugli stessi per meglio governare l’oggi e anche per attrezzarsi in maniera non ideologica ma pragmatica al miglioramento delle condizioni di vita che verranno. Dinnanzi all’accelerazione delle trasformazioni tecnologiche, all’intensificarsi del cambiamento climatico, alle disuguaglianze sempre più marcate e alle tensioni geopolitiche che si configurano come sfide globali sempre più complesse e interdipendenti, non solo il futuro appare sempre più incerto ma anche il presente viene affrontato con rimpianti per ciò che si sarebbe potuto fare nel passato e non è stato fatto.
Fortunatamente, esistono strumenti che ci permettono di definire tendenze e possibilità per prendere decisioni più informate e strategiche. Uno di questi è Lo Stato del Futuro 20.0, il rapporto a cura di Jerome Glenn, Theodore Gordon, Elizabeth Florescu e del team del Millennium Project[4] (2024) che rappresenta uno dei contributi nel campo degli studi di futuri internazionali fra i più qualificati a livello mondiale. Fondato nel 1996 dopo uno studio di fattibilità durato tre anni (Gordon e Glenn, 1994; Glenn e Gordon, 1995; 1996), il Millennium Project è un think tank globale e partecipativo per la ricerca sui futuri (Futures Research) composto da oltre 70 nodi nel mondo. Offre panoramiche approfondite di sfide chiave e opportunità che influenzano il futuro dell’umanità, con l’obiettivo di migliorare la riflessione globale sul futuro e rendere questo pensiero accessibile per accumulare saggezza e prendere decisioni migliori (Glenn e Di Berardo, 2022, 2024). Inteso come sistema, il Millennium Project include i suoi Nodi, gli studi Real-Time Delphi (RTD) online[5], l’Indice dello Stato del Futuro (SOFI, State of the Future Index), i rapporti sullo Stato del Futuro, altri studi speciali e Futures Research Methodology (Glenn e Gordon, 2009), una delle raccolte di metodi di ricerca sui futuri più ampie e complete ad oggi, attualmente in corso di aggiornamento.
I Nodi del Millennium Project si configurano come gruppi di individui e istituzioni che collegano prospettive locali e globali e contribuiscono ai suoi studi e alle sue attività. Il Nodo Italia, rappresentato da chi scrive, fu fondato già agli esordi del network negli anni novanta da Eleonora Barbieri Masini (1928-2022), figura di rilievo degli studi di futuri a livello internazionale (si vedano, ad esempio, Masini, 1986; 1993) che ha contribuito alle attività del Nodo, inizialmente con Riccardo Cinquegrani e Simone Arnaldi, fino agli ultimi anni, e ha raccolto poi ulteriori contributi provenienti da diversi esponenti di spicco del settore degli studi di Futuri e non solo, come ad esempio il metodologo Antonio Pacinelli (1950-2022) e il demografo Enrico Todisco (1939-2013), quando è stata avviata una nuova fase per il Nodo Italia dopo il 2010.
Lo Stato del Futuro, una pubblicazione curata dal Millennium Project fin dal 1997, rappresenta uno degli strumenti più autorevoli per analizzare le tendenze globali, le sfide emergenti e le opportunità future. Dalla sua nascita, il rapporto si è evoluto sia nei contenuti che nella forma, includendo progressivamente nuovi studi e traduzioni in nuove lingue (come l’italiano, di cui pure questa non è la prima pubblicazione[6]), ampliando così la sua diffusione internazionale. Nel tempo, la pubblicazione ha guadagnato il rispetto di decisori politici, accademici, esperti di studi di futuri e istituzioni globali, offrendo un’analisi approfondita ma accessibile su questioni cruciali come il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale, la governance globale e la resilienza urbana.
L’edizione precedente del 2017 segna uno dei punti più maturi del progetto, definita da molti esperti come una guida indispensabile alla cittadinanza globale. Ogni anno, lo Stato del Futuro si è confermato un punto di riferimento per chi desidera comprendere meglio il presente e orientarsi verso il futuro, anche grazie ad un lavoro cumulativo che unisce decenni di studi e ricerche del Millennium Project e incorpora contributi da centinaia di esperti nel mondo, come quelli raccolti in questo volume o nei precedenti[7]. Ogni nuova edizione si spinge avanti nel futuro, offrendo nuovi approfondimenti, analisi e proposte. L’edizione 20.0 è stata già tradotta in arabo ed in italiano e sono in corso ulteriori traduzioni dell’intero volume in altre lingue, mentre l’introduzione è stata già tradotta in arabo, cinese, francese, giapponese, persiano, polacco, portoghese, romeno, spagnolo, turco e ucraino.
State of the Future 20.0: sfide e possibilità per il futuro dell'umanità
La nuova versione della pubblicazione di punta del The Millennium Project è finalmente disponibile. Una guida globale per comprendere il futuro, ripercorrendo decenni di ricerca e incorporando contributi da centinaia di esperti nel mondo.
L’edizione del ventesimo anniversario è dedicata a Theodore J. Gordon (1930-2024), un ricercatore visionario che ha contribuito profondamente agli studi e alla ricerca sui futuri con le sue idee e suoi apporti innovativi alla disciplina. Chi scrive ha avuto l’onore non solo di conoscere personalmente Ted, ma anche di collaborare con lui in importanti studi, i quali, grazie al suo impulso originale, hanno aperto nuovi filoni di ricerca in questo ambito. Crediamo sinceramente che Ted Gordon sia una delle persone più competenti, intelligenti e gentili che abbiamo mai incontrato in questo ambito di ricerca. Inoltre, Ted ha introdotto più metodi nel campo degli studi di futuri rispetto a qualsiasi altro esperto, come giustamente notato nel tributo. A nostro parere, la sua statura di ricercatore è apparsa nella sua elevata dimensione anche quando si è dimostrato disponibile ad accogliere gli studi di futuri in ambito Statistico e quantitativo, i quali fino a qualche tempo fa non trovavano adeguata ospitalità o credibilità. Gordon è stato fra i primi a intuire l’importanza di approcci quali-quantitativi, permettendo così alla Futures Research di diventare sempre più multidisciplinare e interdisciplinare.
Il riepilogo iniziale dello Stato del Futuro 20.0 offre una panoramica concisa ma incisiva delle prospettive per l’umanità. Fornisce un quadro di riferimento per analizzare sfide globali attuali e opportunità future. Questa sezione stabilisce il tono per la pubblicazione, evidenziando tendenze critiche e possibilità emergenti, e prepara il lettore a un’esplorazione più profonda delle strategie necessarie per navigare un futuro sempre più complesso e interconnesso.
Parte qualificante del volume è rappresentato dalla lista analitica delle 15 Sfide Globali di fronte a cui si trova l’umanità, monitorate dal Millennium Project fin dagli esordi. Queste sfide, riportate nella prima sezione del rapporto, intendono offrire al lettore una panoramica sulle prospettive globali e locali ritenute di maggior impatto per l’umanità. In ogni presentazione vengono elencate alcune azioni utili per affrontarle anche a livello locale. Il contributo rappresenta il risultato di studi sempre più approfonditi che dal 1996 vede coinvolti migliaia di esperti da tutto il mondo per aggiornamenti e revisioni.
Altro contributo qualificante è rappresentato dall’Indice dello Stato del Futuro (SOFI, State Of the Future Index) riportato nella sezione 2, che rappresenta un interessante approccio quantitativo a misurare la propensione che hanno alcuni tra i più rilevanti fenomeni ad esserlo nel futuro. L’approccio – ancora in fase di perfezionamento – rappresenta fra i primi e più studiati approcci multidimensionali della visione futuristica di Ted Gordon. Il SOFI permette di valutare se il futuro sia orientato verso condizioni di miglioramento o meno ed in quali aree sulla base della situazione attuale di fenomeni che potranno condizionare il futuro o che nel futuro saranno sempre più rilevanti.
L’intelligenza artificiale (IA) gioca un ruolo fondamentale nelle sezioni successive del rapporto. La sezione 3 si concentra sulla transizione dall’intelligenza artificiale debole (ANI) all’intelligenza artificiale generale (AGI), riportando i principali risultati delle prime due fasi dello studio in corso del The Millennium Project. La prima fase ha raccolto opinioni di 55 esperti globali di AGI, rispondendo a 22 domande critiche sullo sviluppo futuro dell’AGI.
Da questi approfondimenti, lo studio ha identificato 40 regolamenti nazionali e internazionali e cinque modelli di governance, valutati da un panel internazionale di 299 esperti nella seconda fase. Queste informazioni sono cruciali per definire quadri normativi che garantiscano una transizione all’AGI gestita in modo sicuro, etico e benefico per l’umanità. Sono ormai in fase di conclusione gli scenari alternativi dello studio.
Proiettandoci al 2045, la Sezione 4 sull’AGI benefica presenta uno scenario di una giornata tipica al 2045, in cui l’AGI è diventata una parte integrante della nostra vita quotidiana.
Questo scenario esplora come l’AGI potrebbe migliorare la qualità della vita, risolvere complessi problemi sociali e sbloccare nuove opportunità per il progresso umano. Il lavoro, accompagnato da risposte di approfondimento sull’AGI, è il risultato della partecipazione del The Millennium Project al concorso del Future of life Institute nel 2022, dove ha ottenuto il quarto posto.
Il rapporto si allinea anche con “Our Common Agenda” del segretario generale dell’ONU (United Nations, 2021), affrontando i suoi cinque elementi chiave di previsione sociale nella Sezione 5. Uno studio RealTime Delphi, condotto dal Millennium Project nel 2022 con 189 esperti provenienti da 54 paesi ha evidenziato come la comunità degli esperti di Futures
Studies supporti questi elementi come un sistema integrato. Lo studio valuta la loro importanza per la previsione globale e fornisce una sintesi dei feedback del panel, delle proposte e delle strategie per implementare le riforme dell’ONU.
Il World Futures Day (WFD), che costituisce il focus della Sezione 6, sintetizza le discussioni globali di 24 ore sul futuro coordinate ogni anno il primo marzo dal Millennium Project con altri partner dal 2014, e illustra un metodo che offre un’opportunità significativa per condividere e riflettere insieme sul futuro. Le opinioni condivise da centinaia di partecipanti ogni anno sono analizzate per produrre le Agende Globali sui Futuri che riassumono queste visioni collettive per stimolare ulteriori conversazioni. La sezione illustra il metodo e presenta alcune delle principali prospettive globali future emerse dagli ultimi WFD, offrendo spunti preziosi per contribuire ad un futuro migliore.
La sezione successiva, un capitolo particolarmente visionario della pubblicazione, esplora la possibilità di convivere con robot dotati di IA entro il 2050. Si approfondiscono le potenziali applicazioni dei robot nella governance, nell’esplorazione degli oceani, nelle missioni spaziali e persino nelle relazioni personali, prevedendo che supereranno in numero gli esseri umani e saranno coinvolti in tutto, dalla sanità alla colonizzazione spaziale. Questa visione futuristica dipinge un quadro vivido di come la robotica potrebbe rimodellare la società in modi precedentemente inimmaginabili.
Il rapporto si chiude con raccomandazioni per affrontare sfide globali e opportunità identificate. Queste raccomandazioni sono delineate per guidare idealisti pragmatici e realisti nell’adottare strategie innovative che promuovano lo sviluppo sostenibile, incoraggino l’innovazione e garantiscano un futuro migliore per tutti.
Lo Stato del Futuro 20.0 è una delle pubblicazioni più complete e illuminanti sugli studi di futuri disponibili oggi. Offre prospettive preziose per cittadini, politici e ricercatori con una mentalità globale, fornendo le conoscenze necessarie per prendere decisioni informate che supporteranno un futuro più promettente.
La versione in Italiano del rapporto intende offrire uno strumento di divulgazione sugli Studi di Futuri ad un pubblico sempre più vasto e motivato da finalità conoscitive e di alfabetizzazione su temi e approcci scientifici sempre più importanti. L’opera non è destinata unicamente a utenti dei percorsi di formazione avanzata (universitaria e post), ma può benissimo essere avvicinata anche dai più giovani che guardano al futuro con aspettative e timori e scoprono così che tali sentimenti sono noti e affrontati anche con strumentazione scientifica, contribuendo a fornire una educazione ad affrontarli.
[1] Direttrice di Comunicazione e Co-Presidentessa del Nodo Italia, The Millennium Project.
[2] Professore Ordinario di Statistica Sociale, Dipartimento di Statistica, Università G. D’Annunzio Chiesti-Pescara,
e Co-Presidente del Nodo Italia, The Millennium Project.
[3] Professore Ordinario di Statistica Sociale, Dipartimento di Statistica, Università di Padova.
[4] https://millennium-project.org/
[5] Il metodo Real-Time Delphi (Gordon e Pease, 2006; Gordon, 2009a) si basa sul Delphi sviluppato presso la
RAND di Santa Monica, California, tra gli anni ‘50 e ‘60 (ad esempio, Dalkey e Helmer, 1951; Gordon e Helmer
1964), ma non prevede veri e propri round e permette ai partecipanti di tornare più volte sulla piattaforma per
modificare le risposte dopo aver letto quelle altrui.
[6] La versione italiana dell’edizione del 2009 fu curata dal Centro Studi Jacques Maritain, mentre quella del 2017
dall’Italian Institute for the Future.
[7] Ad esempio, l’edizione del 2017 anticipava i contenuti che sarebbero stati successivamente sviluppati e
completati nello studio “Work/Tech 2050: Scenarios and Actions” (Glenn, 2019).