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Rovelli: una carta d’identità mondiale per una cittadinanza globale

Dopo la conclusione di Unga80, il presidente Mattarella rilancia il ruolo dell’Onu come guida globale, mentre il fisico Carlo Rovelli propone al segretario Guterres un documento di riconoscimento universale.

venerdì 3 ottobre 2025
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Mentre si discute del ruolo e dell’efficacia delle Nazioni Unite, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante una recente visita ufficiale in Kazakhstan, ha sottolineato la “centralità della Carta delle Nazioni Unite e dei suoi valori, quale bussola per affrontare ogni crisi e ogni conflitto da una prospettiva equilibrata e costruttiva”. L’intervento di Mattarella arriva alla fine di un mese caratterizzato da incontri di alto livello a New York, tra cui l’80esima Assemblea generale delle Nazioni Unite (Unga80) e il Climate summit.

In un periodo di tensioni internazionali e sfide globali, Mattarella ha ribadito l’importanza di aderire ai valori del multilateralismo, ricordando che “sarebbe velleitario immaginare che singoli Stati siano in grado di attuare soluzioni efficaci su fenomeni di così vasta portata, prescindendo dalla collaborazione con gli altri Paesi”. Le Nazioni Unite restano quindi il luogo in cui tradurre i valori condivisi in impegni concreti per il futuro dell’umanità.

In questo contesto si inserisce anche la proposta del fisico Carlo Rovelli di una carta d’identità mondiale rilasciata sotto l’egida delle Nazioni Unite. Nella lettera, indirizzata al Segretario generale dell’Onu, António Guterres, e pubblicata sul suo profilo social e sul Corriere della Sera, Rovelli spiega che non si tratterebbe di un documento con diritti o privilegi aggiuntivi. Una carta d’identità mondiale avrebbe soprattutto un enorme valore simbolico, testimoniando il senso di appartenenza a un unico popolo e rafforzando la legittimità delle Nazioni Unite. Rovelli sottolinea, inoltre, che grazie alle tecnologie moderne, il progetto sarebbe tecnicamente realizzabile.

In passato ci sono state iniziative che hanno cercato di offrire un documento di identità sovranazionale. Un esempio è il passaporto Nansen: istituito negli anni ’20 dall’Alto Commissariato della Società delle Nazioni per i rifugiati su proposta del diplomatico norvegese Fridtjof Nansen, questo documento garantiva un riconoscimento internazionale a profughi e apolidi, permettendo loro di viaggiare e lavorare in un Paese diverso da quello di origine. Nel 2016 l’Unione Africana ha proposto l’introduzione di un passaporto comune per favorire la mobilità regionale, rafforzare l’integrazione e promuovere un senso condiviso di appartenenza continentale, ma l’iniziativa non è stata ancora conclusa.

Copertina: Ansa