Guterres: una nuova Bretton Woods per salvare gli SDGs
Occorre riformare il sistema finanziario internazionale e garantire un flusso di 500 miliardi di dollari all’anno a favore dei Paesi in via di sviluppo per realizzare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Le sei priorità del segretario generale dell’Onu.
di Maddalena Binda
“Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile non sono una semplice lista. Portano con sé le speranze, i sogni, i diritti e le aspettative delle persone” ha affermato António Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, intervenendo al Summit sugli SDGs, “ma oggi solo il 15% dei Target è sulla strada giusta. Molti stanno facendo passi indietro. Invece di non lasciare indietro nessuno, rischiamo di lasciare indietro gli SDGs stesssi. Gli SDGs necessitano di un piano di salvataggio globale”.
È fondamentale riformare “un’architettura finanziaria internazionale che è obsoleta, disfunzionale e ingiusta”, migliorando l’accesso per i Paesi in via di sviluppo alle risorse finanziarie. Questo significa mettere in atto uno stimolo per gli SDGs di almeno 500 miliardi di dollari all’anno e un meccanismo di riduzione del debito che permetta la sospensione dei pagamenti, termini di prestito più lunghi e tassi di interesse minori.
E comporta anche una ridefinizione dei modelli di business delle banche multilaterali di sviluppo in modo che possano fare leva sulla finanza privata a tassi accessibili per i Paesi in via di sviluppo.
“Questo può essere un punto di svolta nel processo di accelerazione per gli SDGs. Ho richiesto una nuova Bretton Woods e lo sviluppo di soluzioni pratiche nel Summit sul futuro a settembre dell’anno prossimo” ha proseguito Guterres.
Gli Stati possono agire fin da subito per risolvere alcune delle sfide attuali. Il segretario generale individua sei aree prioritarie di intervento, tenendo sempre in considerazione la parità di genere:
- contrastare la fame nel mondo - occorrono risorse, dati e conoscenze scientifiche per supportare i Paesi nella trasformazione dei sistemi alimentari;
- accelerare la transizione verso l’energia rinnovabile - i governi, le aziende e le organizzazioni globali devono investire nella decarbonizzazione energetica e assicurare una transizione ecologica giusta;
- garantire a tutte e tutti i benefici della digitalizzazione – in cento Paesi è stata lanciata un’iniziativa per ridurre il divario digitale e rafforzare la capacità tecnologica. Il Global digital compact proposto dalle Nazioni unite, inoltre, consentirà agli Stati di creare sistemi digitali sicuri;
- assicurare l’accesso a un’istruzione di qualità – è necessario costruire delle “società dell’apprendimento” che si basino sull’istruzione di qualità e sulla formazione continua e che chiudano il divario digitale;
- fornire lavoro dignitoso e protezione sociale – il Global accelerator on jobs and social protection for just transition vuole creare 400 milioni di nuovi posti di lavoro ed estendere la protezione sociale a quattro miliardi di persone. Gli investimenti nella protezione sociale dovranno aumentare significativamente;
- porre fine alla guerra contro la natura – è necessario mettere al centro delle politiche la natura e la biodiversità, contrastando la triplice crisi planetaria rappresentata dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento e dalla perdita di biodiversità.