L’informazione che fa bene alla società: le buone notizie
Il giornalismo intrappolato nella retorica dello scoop dimentica il suo ruolo al servizio della verità. Il racconto della campagna lanciata dal movimento Mezzopieno, cui hanno aderito molti professionisti della comunicazione.
di Luca Streri, presidente del movimento Mezzopieno
Il ruolo dell’informazione ricopre un fondamentale impatto sulla formazione della coscienza collettiva, sulla percezione della qualità della vita e sul benessere della società. La capacità di comprendere e di discernere, di sentirsi coinvolti e liberi di scegliere rappresentano gli elementi sui quali si fondano l’identificazione e il senso civico e che attraverso i media possono contribuire ad aumentare la responsabilità e la collaborazione, alla base dello spirito di partecipazione necessario per costruire per il bene comune.
Una ricerca[1] effettuata nel 2020 dall’ufficio studi Mezzopieno[2] su un campione di lettori italiani ha rilevato che la valenza (o frame) predominante dei titoli delle prime cinque testate giornalistiche nazionali è quella negativa (40%), seguita da quella neutra (37%), con il 23% del totale di titoli considerati positivi. Il crescente ricorso alla polemica e alla lamentela, la spettacolarizzazione, la polarizzazione e l’ostinazione investigativa della cronaca nera e scandalistica, sono fenomeni che coinvolgono largamente i media e che fanno della rabbia, del sospetto e della paura strumenti utilizzati con il fine di catturare l’attenzione del lettore, con il risultato di legarlo a posizionamenti di parte e alimentare il suo bisogno di colpevolizzazione e deresponsabilizzazione.
Il risultato di questo modo di fare informazione è l’alimentazione di un clima di sfiducia, un calo del senso di appartenenza dei lettori nei confronti del mondo e l’accentuazione della conflittualità e della divisione sociale. Ripetuto nel tempo e diffuso, questo atteggiamento è responsabile del rinforzo di bias negativi che influenzano la capacità di giudizio e che provocano un cortocircuito cognitivo alla base del condizionamento dei flussi informativi su cui le persone e la società costruiscono la propria idea del mondo, la propria identità e la percezione della realtà. L’intera narrativa pubblica e la coesione sociale ne vengono avvelenate provocando sfiducia nel mondo, nelle istituzioni e nei media stessi. Un fenomeno auto involutivo e fortemente degenerativo.
La nascita, nel 2015, della prima free-press nazionale di buone notizie italiana[3] ha aperto una riflessione nel mondo dell’informazione sul concetto di “buona notizia”. Il confronto convogliato nel 2018 in una campagna lanciata nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dal movimento Mezzopieno ha coinvolto centinaia di giornalisti e redazioni, professionisti dell’informazione e della comunicazione, enti e editori, per portare più buone notizie (almeno il 50%) su testate locali e nazionali, avviando un dibattito intorno all’informazione e al suo ruolo di servizio del lettore e del bene della società. La campagna nazionale per la "Parità di Informazione Positiva"[4], ha riscoperto una corrente di giornalismo che ha fatto delle good news un vero e proprio movimento d’opinione, spesso ispirato a una forma di attivismo a favore del bene comune e per il benessere della società.
“Una stessa informazione data in due modi diversi induce a scelte e reazioni differenti. Un comunicatore professionista non può non tenere conto di questa logica e deve essere consapevole che ha non solo il dovere di dire la verità ma anche di scegliere come dirla”[5], racconta Vittorio Pelligra, docente di economia comportamentale ed editorialista de Il Sole 24 Ore.
Il giornalismo intrappolato nella retorica dello scoop, dello scandalo e del clickbait va dimenticando il suo ruolo al servizio della verità e dell’informazione imparziale ed equilibrata. “La denuncia serve, ma da sola non basta. Mi posiziono sul giornalismo che osserva senza giudicare, aperto e curioso, capace di affrontare i problemi avendo fiducia nelle soluzioni” [6] racconta Massimo Cerofolini di Rai Radio1, uno dei giornalisti coinvolti nella campagna lanciata dal movimento Mezzopieno.
Il tavolo di lavoro sull’informazione costruttiva nato in seno alla campagna ha portato, tra le altre cose, alla nascita nel 2021 della Giornata nazionale dell’informazione costruttiva[7], alla presentazione alla Camera dei deputati di una proposta di riforma dei principi alla base degli interventi per l’editoria e alla affermazione su scala nazionale del Tg delle buone notizie[8] costruito e diffuso in centinaia di scuole, Redazioni gentili e Comuni italiani.
“Vorrei che l’informazione insegnasse a conoscere e ad amare quello che non ci piace, per poi poterlo cambiare”[9] afferma Maddalena Maltese di Radiocor Agensir, una dei cento giornalisti impegnati nella campagna e nella diffusione di una nuova cultura della positività e delle buone notizie, selezionati dal movimento Mezzopieno.
Il lavoro di questi redattori, editori, informatori e comunicatori sta portando nel nostro Paese un nuovo modo di fare giornalismo, una ritrovata attenzione al lettore e al suo ruolo esteso di cittadino del mondo e uno stile di narrazione che supera la profittabilità della notizia per trasformarla in uno strumento di collaborazione e di pace, di costruzione e generatività.
Il cammino del mondo si svolge amalgamando le forze che lo animano e ponendole in connessione, generando continue nuove sintesi. La natura umana è la singolare capacità di negoziare costantemente tra le infinite alternative possibili e di spingersi sempre oltre, verso un bene superiore. L’atto di conoscenza, di contemplazione e di auto contemplazione umano può superare la sua istintiva tensione competitiva e la conflittualità anche con il contributo di un’informazione che valorizzi i risultati, i traguardi e l’impegno, la bellezza e le soluzioni, per dare voce ed energia al grande progetto collettivo della società; il poderoso coro umano che con speranza e fiducia si evolve e procede nel costruire il proprio futuro, una notizia alla volta.
Cos'è una buona notizia?
[1] “Prime pagine e buone notizie” Ufficio studi movimento Mezzopieno 2020 – a cura di Marta Casonato PhD
[2] Il movimento Mezzopieno è un collettivo di associazioni, aziende, scuole, Comuni, enti, giornalisti, insegnanti, ricercatori, artisti e persone comuni impegnate dal 2005 in Italia nella diffusione della cultura della positività (www.mezzopieno.org).
[3] Mezzopieno News – Reg. Tribunale di Torino 19-24/07/2015
[4] Campagna per la Parità di Informazione Positiva #Mezzopieno – Change.org
[5] Testimonianza per la campagna Parità di Informazione Positiva #Mezzopieno - 29 luglio 2022
[6] Testimonianza per la campagna Parità di Informazione Positiva #Mezzopieno - 25 novembre 2021
[7] www.giornatainformazionecostruttiva.site
[8] Il Tg delle buone notizie è un programma della rete italiana della positività Mezzopieno
[9] Testimonianza per la campagna Parità di Informazione Positiva #Mezzopieno – 2 gennaio 2022