Decidiamo oggi per un domani sostenibile

La sostenibilità del patrimonio culturale passa dalla ricerca e dalla formazione

L’evoluzione del modo di concepire e gestire il patrimonio culturale alla luce dei cambiamenti climatici nel lavoro della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali del Ministero della Cultura.

di Alessandra Vittorini

Non è solo Venezia che affoga periodicamente sommersa dall’acqua alta. Non sono solo le case di terra che a Sanaa, in Yemen, si sgretolano sotto la furia di piogge straordinarie. Non solo i luoghi celebri del Patrimonio dell’umanità, ma anche i tanti e preziosi centri storici del nostro Paese periodicamente travolti da piene o frane che distruggono un patrimonio storico e artistico stratificato nei secoli. L’emergenza del cambiamento climatico appare ormai pervasiva e diffusa, un fenomeno che va bel oltre il rischio di perdere per sempre alcuni luoghi-simbolo del Patrimonio mondiale. E la consapevolezza dell’estensione e dell’ineluttabilità di quei rischi sta dilagando, insieme alla progressiva e crescente condivisione della necessità e urgenza di intervenire, divenuta ormai una priorità anche nella programmazione economica del Recovery Fund europeo.

Chi lavora quotidianamente per la cura e la conservazione del patrimonio culturale è ben cosciente del drammatico impatto che gli effetti del cambiamento climatico sono grado di produrre: sui beni culturali, sul paesaggio e sulla stessa pratica professionale quotidiana. La crisi climatica mette infatti tutti i professionisti del settore culturale di fronte a una duplice sfida: da un lato la necessità di contribuire, attraverso la ricerca e la realizzazione di progetti, alla conservazione del patrimonio culturale e dell’insieme delle testimonianze che il passato ci ha consegnato; dall’altro la necessità di favorire un contestuale processo di crescita di consapevolezza diffusa che porti nel tempo ad una radicale trasformazione dei comportamenti collettivi e individuali.

Una doppia sfida, dunque. Un impegno che richiede due visioni complementari e convergenti. In area anglosassone vengono infatti utilizzate, a tal proposito, due specifiche e differenti espressioni: cultural heritage e climate change e culture and climate change. Concetti molto diversi che guardano però nella stessa direzione, verso obiettivi analoghi e sinergici. Da un lato emerge l’esigenza di fare ricerca e promuovere azioni concrete per prevenire e contrastare gli effetti che allagamenti, alluvioni o trombe d’aria possono avere sul patrimonio materiale e immateriale dell’umanità. Dall’altro cresce la consapevolezza che l’emergenza climatica richieda un profondo e radicale cambiamento di mentalità: una trasformazione dei modi di pensare e vivere l’ambiente che ci circonda. Cambiamento che può avvenire solo all’interno della sfera culturale, anche grazie ad attività di sensibilizzazione e formazione.

Cultura e patrimonio culturale sono dunque non solo il contesto principale di questo cambiamento ma anche, in alcuni casi, il motore di un processo di trasformazione a livello sociale, comportamentale ed ambientale.

Per far sì che coloro che operano nei beni culturali possano affrontare questa doppia sfida, è necessario promuovere lo sviluppo di specifiche competenze: per gestire il cambiamento climatico e la tutela del patrimonio e del paesaggio culturale in un mondo in continua evoluzione; per costruire nuovi modelli culturali, sociali ed economici; per sviluppare nuove tecnologie per la prevenzione e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

La Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

Su questi temi lavora la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, istituita nel 2016 dal Ministero della Cultura come centro di ricerca e formazione per i professionisti del patrimonio culturale.  Opera con programmi di formazione iniziale e continua, con attività di ricerca applicata, intesa come strumento di aggiornamento e integrazione per la formazione, con scambi e relazioni internazionali, con la sperimentazione e l’innovazione di nuovi modelli di intervento nella cura e valorizzazione del patrimonio. Questi ambiti si traducono nella struttura della Fondazione, articolata in quattro aree principali, dedicate agli ambiti “formazione”, “ricerca”, “internazionale” e “innovazione”. Trasversale a tutte e quattro le aree di intervento è l’attività di divulgazione e diffusione, che riveste un ruolo particolare per la creazione e alimentazione di una comunità di riferimento tramite iniziative pubbliche, convegni, workshop e con la formazione a distanza, tramite la piattaforma digitale che ospita, anche on demand, molte delle iniziative promosse.

È in questo contesto che va collocata l’attenzione – peraltro crescente e in progressivo ampliamento - che la Fondazione sta rivolgendo al tema del cambiamento climatico e al ruolo che la cultura e il patrimonio culturale hanno nel combatterne e prevenirne gli effetti.

L’edizione 2021 dei seminari “Le Bussole” ha messo il tema al centro del progetto Praticare la sostenibilità: patrimonio culturale e Agenda 2030: un ciclo di 18 conferenze progettate con l’obiettivo di offrire suggestioni e prospettive di intervento utili a una divulgazione e valorizzazione di qualità degli obiettivi e dei principi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite per lo sviluppo sostenibile, valutandone i possibili risvolti sul patrimonio culturale – nella sua accezione più vasta – e sulla pratica quotidiana dei professionisti del settore. Voci autorevoli, diverse e complementari hanno affrontato il tema da una pluralità di punti di vista: la responsabilità individuale e collettiva e la dimensione etica, l’economia, l’inclusione, il benessere sociale, la gestione del patrimonio e il ruolo dei musei e dei luoghi della cultura, il paesaggio, l’eredità culturale delle pratiche sostenibili, fino all’arte contemporanea e all’industria creativa.

Insieme alla ricerca e alla promozione di un dibattito sugli effetti del cambiamento climatico nelle professioni del settore culturale, c’è l’impegno attivo per l’elaborazione di programmi di formazione e di cooperazione internazionale che aiutino ad elaborare soluzioni condivise per un efficace contrasto agli effetti del climate change sui beni culturali.

Tra formazione, ricerca e divulgazione

Nell’ambito internazionale si colloca il programma ArqueoCuba. Archeologia e sostenibilità finanziato dall’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo, cui la Fondazione partecipa insieme ad un’ampia rete di partner istituzionali. Un progetto che promuove lo scambio di esperienze tra professionisti italiani e cubani e mira a sviluppare nei partecipanti la capacità di proporre soluzioni innovative per la conservazione e la gestione sostenibile del patrimonio archeologico, anche in relazione agli effetti del cambiamento climatico sull’assetto ambientale locale.

A scala nazionale la Fondazione sta portando avanti anche un corso dedicato al personale del MiC sulla sicurezza in caso di emergenze naturali, con la Direzione Generale per la sicurezza del patrimonio culturale del Ministero della Cultura: una serie di lezioni sul campo, volte ad approfondire gli strumenti operativi e le azioni per mitigare gli effetti delle calamità naturali sui beni culturali e tre moduli didattici in ambiente multimediale che offrono la possibilità di simulare e gestire diversi scenari emergenziali.

Dal progetto europeo Urban Agenda for EU - iniziativa dell’Unione europea lanciata dal “Patto di Amsterdam” del 2016 con l’obiettivo di favorire uno sviluppo equilibrato, sostenibile e integrato delle città – scaturisce Agenda Urbana: progetto in cui la Fondazione ha lavorato a fianco del Segretariato Generale del Ministero della Cultura per indagare la possibilità di realizzare, a livello europeo, un Osservatorio su patrimonio culturale e cambiamento climatico in ambiente urbano. In questo contesto, partendo dalle categorie individuate nel report Icomos The Future of our Pasts, ha messo a sistema un metodo di archiviazione, raccolta e analisi comparata di progetti e normative europee sul tema. A partire da quel percorso ha poi promosso e organizzato la tavola rotonda Three key questions on culture, cultural heritage and climate change, svoltasi nel gennaio 2022, i cui atti saranno pubblicati entro l’anno.

Con un taglio più divulgativo è stato concepito il progetto I giovani di fronte al cambiamento climatico e la conservazione dei beni culturali, workshop realizzato a settembre 2021 dalla Fondazione insieme alla Direzione Generale Sicurezza del Patrimonio Culturale MiC nell’ambito di All4Climate 2021, palinsesto di iniziative dedicate ai giovani e svolte in Italia in preparazione della COP26 di Glasgow. Durante il workshop online, giovani rappresentanti di associazioni impegnate nel settore del patrimonio culturale (Giovani Unesco, Fai Giovani, Italia Nostra) ed esperti del settore si sono confrontati sul tema del cambiamento climatico e dei beni culturali attraverso un dialogo attivo e formativo.  

Paesaggio e cambiamenti climatici

Il tema del paesaggio, della sua tutela e della sua gestione riveste, con tutta evidenza, un ruolo fondante nell’approccio al tema del cambiamento climatico. Luogo in cui si stratifica il patrimonio costruito e naturale che ci ha consegnato la storia e, insieme, luogo in cui agiscono tutte le trasformazioni del presente e i progetti del futuro, il paesaggio è parte del patrimonio culturale. E per questo sottoposto a tutela ai sensi dell’articolo 9 della nostra Costituzione, che oggi include anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi. Tutto ciò richiede uno sguardo attento e consapevole, oggi più che mai, anche nella prevenzione e nel contrasto agli effetti deteriori del cambiamento climatico: nella pianificazione, nella gestione delle sue trasformazioni, nei processi di tutela e co-pianificazione.

A tal fine, per integrare ed aggiornare le conoscenze sullo stato dell’arte a scala nazionale e locale e per supportare la crescita delle necessarie competenze professionali, la Fondazione ha avviato la ricerca Pianificazione e tutela paesaggistica: uno studio sui modelli e i processi di pianificazione paesaggistica e sul complesso processo di co-pianificazione paesaggistica che investe, non senza difficoltà, il rapporto tra Ministero e Regioni. Conoscenze indispensabili e quanto mai necessarie, a 5 anni dalla realizzazione degli Stati generali del paesaggio e dalla pubblicazione, da parte del MiC, del primo Rapporto sullo stato delle politiche del paesaggio. Per provare a coniugare gli obiettivi di sviluppo del Paese con la tutela e valorizzazione del paesaggio e le potenzialità culturali e patrimoniali dei territori, concentrandosi anche sull’adeguatezza – e gli eventuali interventi formativi necessari - del sistema delle competenze di chi opera nel settore.

 Le città come laboratori di sostenibilità

L’ampiezza e la pervasività del tema degli effetti del cambiamento climatico sul patrimonio culturale si riflette inevitabilmente anche nelle altre numerose e diversificate attività della Fondazione, guardando alle tante dimensioni della sostenibilità, anche con riflessioni e confronti sulla valutazione degli impatti e degli effetti dei progetti e delle iniziative culturali. Ne sono un esempio i progetti condotti con il MiC sul tema “L’impatto prodotto dall’Anno Europeo del Patrimonio Culturale” e sul sistema delle Capitali italiane della cultura, con programmi di valutazione e di empowerment tuttora in corso.

Capitale italiana della cultura: analisi e valutazione è un’indagine volta ad individuare e misurare gli effetti e la legacy - sulla vita culturale delle comunità, dei professionisti e delle imprese culturali - delle esperienze vissute dalle città Capitali italiane della cultura degli anni passati. Il progetto Cantiere città offre invece un percorso di consolidamento delle competenze di progettazione culturale alle città finaliste dell’edizione 2024 di “Capitale italiana della cultura”: per valorizzare i progetti di candidatura e non disperderne il patrimonio di creatività, competenze e relazioni investito durante la competizione. Sono “lavori in corso” che ci vedono impegnati con esperti e istituzioni, amministrazioni e comunità di tante e diverse realtà italiane: programmi che stanno danno risultati di grande interesse, anche per la loro capacità di costruire e alimentare reti istituzionali e confronti di positiva collaborazione.

di Alessandra Vittorini, direttrice della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali

ll 19 ottobre l'autrice interverrà a Siena all'evento "Cultura e impatti: a che punto siamo", organizzato dal Gruppo Cultura per lo sviluppo sostenibile nell'ambito del Festival ASviS.

 

lunedì 17 ottobre 2022