Poli: “In Italia nel 2050 una persona ogni sette avrà 80 o più anni”
Il presidente dell’Afi risponde alle domande di Riparte l’Italia sui megatrend del futuro. Mutamenti demografici, megacity, clima le questioni più urgenti. Le priorità italiane riguardano la desertificazione, l’invecchiamento, il rinnovo delle Pa e gli asili.
“Non cosa accadrà, ma so cosa potrebbe accadere. Il futuro non è già scritto (se lo fosse, non ci sarebbe nulla da fare), ma può svilupparsi in molti modi nuovi, anche sorprendenti”. Così Roberto Poli, presidente dell’Associazione dei futuristi italiani (Afi), professore ordinario presso il Dipartimento di Sociologia e ricerca sociale all’Università di Trento e direttore del Master in Previsione sociale, ha risposto a un’intervista del think tank Riparte l’Italia, sito web di informazione legato all’omonimo Osservatorio economico e sociale. Durante l’intervista, sono state affrontate numerose tematiche, tra cui megatrend, mutamenti demografici, megacity, cambiamenti climatici e desertificazione. “Rispetto alla demografia, l’Onu ci dice che a livello globale passeremo dagli attuali 7,8 miliardi di persone a circa 11 miliardi (proiezione centrale). Più di tre miliardi in circa ottanta anni!”, ha sottolineato Poli. “La situazione diventa ancora più significativa non appena si realizza che la quasi totalità di questo aumento è a carico dell’Africa. Credo si tratti di una situazione che converrebbe discutere molto apertamente”. Sull’aumento dell’aspettativa di vita, il presidente dell’Afi ha aggiunto che “si tratta di un fenomeno globale in cui l’Italia si trova sfortunatamente in testa (assieme a Giappone e Germania). Per dare un’idea, in Italia nel 2050 una persona ogni sette avrà 80 o più anni (e 6 su 10 più di 60 anni). Per evitare enormi tensioni sociali”, ha aggiunto Poli, “sarà fondamentale imparare a invecchiare bene”.
Altro tema di interesse è il ruolo delle megacity e dell’urbanizzazione, un fenomeno che, secondo il professore, riguarderà soprattutto il continente asiatico e africano, mentre “in Europa lo vedremo meno”.
“L’unica megacity europea sarà probabilmente Parigi. Anche senza diventare megacities, la maggioranza delle città continuerà comunque a crescere. Il punto è che le città consumano più energia delle campagne, producono più inquinamento e rifiuti e nei contesti urbani l’invecchiamento della popolazione si fa sentire più acutamente. Le città saranno la frontiera dei prossimi decenni”.
Altra tematica di discussione (e preoccupazione) riguarda gli effetti del cambiamento climatico sul suolo italiano, che contribuirà sul lungo periodo alla “doppia desertificazione del Sud”. “La crisi climatica impatterà pesantemente sulle regioni del Sud e sulle isole con aumento delle temperature e progressiva mancanza di acqua. Come se non bastasse, i dati ci dicono che nei prossimi decenni l’Italia passerà da 60 milioni di abitanti a circa 51 milioni”, ha sottolineato Poli. “Questa è la seconda desertificazione, quella demografica. Rimarranno solo gli anziani e i meno qualificati”.
Infine, alla domanda sulle priorità da identificare per il futuro, Poli ha concluso che in Italia vede alcuni interventi più urgenti di altri. Uno riguarda i provvedimenti per arginare “la doppia desertificazione del Sud”, mentre il secondo individua “la Pubblica amministrazione come volano di sviluppo”, essendo l’Italia un Paese “di piccole se non piccolissime aziende”, che necessitano di avere una Pubblica amministrazione efficiente a cui riferirsi. Inoltre, “suggerirei di investire negli asili”, ha concluso Poli, perché, come affermano gli psicologi, “la flessibilità delle persone nasce in età prescolare”.
“Considerando i cambiamenti in arrivo nel mercato del lavoro, avere persone più flessibili sarà un punto di vantaggio”.