Blangiardo: “Ai giovani più istruiti e qualificati il Paese non offre ancora opportunità adeguate”
Presentato il Rapporto Bes 2021. Secondo il presidente Istat, i giovani stanno andando incontro a una "desertificazione degli affetti", anche a causa della pandemia. Italia ancora prima in Europa per numero di Neet.
L'Istituto nazionale di statistica (Istat) ha presentato il 21 aprile la nona edizione del Rapporto sul benessere equo e sostenibile, durante una diretta streaming dalla sede di Via Cesare Balbo, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente Gian Carlo Blangiardo, la direttrice generale Linda Laura Sabbadini e il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Blangiardo ha dedicato gran parte del suo intervento alle nuove generazioni, sottolineando come siano stati i bambini, gli adolescenti e i giovanissimi a pagare un altissimo tributo alla pandemia e siano loro a richiedere la massima attenzione da parte delle politiche. Se gli adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale erano nel 2019 il 3,2% del totale, nel 2021 tale percentuale è raddoppiata (6,2%) e include ora circa 220mila ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni. In questo stesso gruppo di età, la sedentarietà è passata dal 18,6 al 20,9%. Se nella popolazione cresce il benessere soggettivo, ossia la quota di persone che si dichiarano molto soddisfatte per la propria vita, tra i giovani è diminuita in modo tangibile la soddisfazione per le relazioni con gli amici ed è diminuita la percentuale di chi si dichiara molto soddisfatto delle proprie relazioni familiari (-4 punti). Blangiardo ha parlato di “desertificazione degli affetti che ha eroso le basi della soddisfazione dei giovani”, ricordando poi che l’Italia ha un triste primato in Europa per il numero dei giovani tra 15 e 29 anni che non lavorano né sono inseriti in un percorso scolastico o formativo, noti come Neet. Un altro fattore di criticità è rappresentato dall’elevato numero di abbandoni precoci: la quota dei 18-24enni che escono dal sistema di istruzione e formazione senza aver conseguito un diploma o una qualifica, sfiora in Italia il 13%. D’altra parte, ha osservato Blangiardo, “ai giovani più istruiti e qualificati il Paese non offre ancora opportunità adeguate”. Le emigrazioni all’estero dei giovani laureati italiani si sono intensificate rispetto al 2019. In particolare, il Mezzogiorno, soltanto nel corso del 2020, ha perso oltre quasi 22mila giovani laureati. Infine, il presidente dell’Istat ha detto che “il quadro fornito dagli indicatori del Bes suggerisce che è tempo di cambiare strategia” e ha auspicato un robusto investimento sul sistema scolastico e universitario (non solo per gli edifici e le attrezzature ma anche sulle competenze), sulle reti di servizi territoriali per la cultura, lo sport e il tempo libero, e sull’occupazione, soprattutto delle giovani donne.
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*Fonte dell'immagine di copertina: ansa.it