Una nuova frontiera per l'energia delle correnti marine
La società svedese Minesto ha realizzato un “aquilone subacqueo” capace di coniugare efficienza, impatti ambientali trascurabili e costi ridotti. La prima installazione nelle isole Faroe.
di Sebastiano Alemanno
Lo sfruttamento dell’energia delle correnti marine torna nell’attualità grazie a un progetto della società svedese Minesto, che ha raggiunto maturità industriale di recente, tanto da suscitare l’interesse di Bbc news e Cnn International che hanno pubblicato dei servizi a fine 2021.
Lo sfruttamento dell’energia delle correnti ha caratteristiche di prevedibilità e affidabilità che non sono possibili con altre fonti, come il vento o le onde. L’innovativo progetto Minesto inizia a far parlare di sé dal novembre del 2013, con le prime notizie di un esperimento condotto al largo delle coste dell’Irlanda del Nord.
Fino ad allora i progetti di sfruttamento dell’energia delle maree o delle correnti, si basavano prevalentemente su turbine fissate sui fondali, in zone dove la corrente è particolarmente intensa. Poiché la velocità delle correnti non è in assoluto elevata, anche in situazioni ambientali favorevoli (nella maggior parte dei casi fra i tre e i nove chilometri orari), in alcune di queste installazioni sono state realizzate dighe per massimizzare l’efficienza del posizionamento delle turbine. Queste soluzioni hanno un impatto iniziale sull’ambiente marino molto significativo, e possono stravolgere l’ecosistema esistente per anni, come accaduto nel sito di La Rance, presso Saint-Malo in Francia.
Minesto ha invece realizzato un “aquilone subacqueo” (underwater kite), che sembra coniugare un’elevata efficienza, un impatto ambientale trascurabile, e costi di manutenzione paragonabili a quelli delle fonti d’energia tradizionali.
La maggiore efficienza del kite dipende dal movimento. L’installazione prevede un cavo che lo trattiene al fondale, e che consente di farlo roteare nella corrente con un movimento “a forma di otto”. L’aumento della velocità, oltre i 20 nodi, moltiplica l’efficienza della turbina presente sul kite, che trasmette, tramite lo stesso cavo, l’elettricità prodotta a una stazione galleggiante che può essere collegata ad altre formando una griglia.
Dopo i primi esperimenti del 2013 a Holyhead nel Galles con un kite da tre metri di apertura alare, nel 2017 è stato presentato il primo prodotto finito, e nel 2018 è iniziata l’installazione della prima stazione nelle isole Faroe, un arcipelago autonomo facente parte del regno Danese, a nord della Scozia. La produzione di energia, con la stazione collegata alla rete elettrica locale, è iniziata a dicembre 2020 con un kite che fornisce cento chilowattora, e a marzo 2021 si è aggiunto un secondo kite da cento chilowattora. A fine dicembre si prevedeva di realizzare un’installazione capace di dieci megawatt, utilizzando una griglia di kite con apertura alare di 12 metri e una capacità di 1,2 megawatt, pari a 3,5 gigawattora all’anno.
Minesto ha siglato già nel 2016 un accordo con la National Taiwan Ocean University a Keelung, per attività congiunte di ricerca e test di una installazione nelle zone locali di corrente marina. In Europa la società nel 2019 ha ottenuto 2,4 milioni di euro nell’ambito del progetto Tiger (Tidal stream industry energiser project) tramite l’Interreg France (Channel) England Programme, per installare e gestire un’installazione connessa alla rete nel sito di Paimpol–Bréhat al largo della Bretagna.
di Sebastiano Alemanno