Le comunità energetiche: opportunità di sviluppo e strumento per la transizione ecologica
Cosa cambia con il decreto legislativo attuativo della direttiva europea Red II.
di Giuseppe Lo Verso
Il 15 dicembre entra in vigore il decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue sulla “promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”; si tratta di un passo importante e necessario per la transizione energetica in Italia.
Il decreto introduce importanti novità nella disciplina del settore, toccando diversi temi caldi del momento (come incentivi e semplificazioni burocratiche) ed in particolare fissa l’obiettivo minimo del 30 % come quota complessiva (sul consumo finale lordo) di energia da fonti rinnovabili che l’Italia intende conseguire entro il 2030, per contribuire al target europeo di riduzione dei gas a effetto serra del 55 % rispetto ai livelli del 1990.
Ma il provvedimento soprattutto norma uno strumento nuovo a disposizione degli Amministratori locali per promuovere lo sviluppo energetico, economico e sociale del proprio territorio: le Comunità energetiche rinnovabili (Cer).
Si tratta di un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria di persone fisiche, Piccole e medie imprese o autorità locali presenti nelle vicinanze degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili che appartengono o che sono nella disponibilità della stessa Comunità.
I soci membri della Comunità ricevono un beneficio economico proporzionale all’energia condivisa (prodotta e consumata nello stesso istante) con gli altri membri della Comunità. Infatti, diversamente da come avveniva in passato, con le Comunità energetiche rinnovabili viene incentivata l’energia prodotta da fonti rinnovabili solo se consumata contestualmente alla produzione dagli altri soci, in un ambito territoriale ristretto definito dal perimetro di erogazione della medesima Cabina Primaria.
Le Comunità energetiche determinano quindi benefici di tipo ambientale, economico e sociale per il territorio e distribuiscono vantaggi economici ai cittadini che ne fanno parte.
I benefici ambientali sono legati all’incremento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e alla limitazione dello spreco di energia in perdite di rete che si verificano con il trasporto della stessa.
I benefici economici sono legati alla vendita dell’energia ed ai meccanismi di incentivazione previsti dalla legge per promuovere la transizione energetica.
I benefici sociali sono determinati dalla condivisione dei vantaggi economici e dei profitti finanziari con la Comunità energetica e dei vantaggi ambientali (riduzione di inquinanti e climalteranti per tutta l’area in cui questa è localizzata).
Le Amministrazioni locali sono chiamate ad avere un ruolo attivo nello sviluppo delle Comunità energetiche. Possono costituire le Cer come soci fondatori, mettendo a disposizione gli impianti di Fonti da energia rinnovabile (ad esempio pannelli fotovoltaici realizzati sui tetti degli edifici comunali) dando il buon esempio nei confronti di altri soci produttori che potranno aggregarsi successivamente alla Comunità.
Inoltre, le Pubbliche amministrazioni potranno scegliere di far partecipare alla Comunità energetica soci consumatori scelti tra le famiglie disagiate che, semplicemente per il fatto di mettere a disposizione i propri consumi energetici, riceveranno un beneficio economico che consentirà loro di ridurre il peso della bolletta energetica.
Certamente le misure economiche indicate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (1,6 miliardi di euro di finanziamenti dedicati a Cer) previste per i Comuni con meno di 5mila abitanti, potranno costruire un valido supporto economico, tuttavia senza un’adeguata progettualità ed un efficiente servizio che accompagna la nascita e successivamente la gestione, le Comunità energetiche potrebbero stentare a decollare.
Enel X, che da sempre ha l’obiettivo di accelerare l’innovazione e guidare la transizione energetica, si pone come importante acceleratore del processo di diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili ed ha messo a punto una serie di servizi per agevolare il processo di creazione e gestione delle stesse:
- progetti di fattibilità per la realizzazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili (in particolare fotovoltaici sui tetti degli edifici comunali) ed il supporto necessario per realizzarli e per fondare una Comunità energetica nel proprio territorio;
- servizi per la gestione tecnica, commerciale ed amministrativa della Comunità stessa allo scopo di far evolvere la Comunità in termini di Energia “condivisibile” e di numerosità dei soci;
- una piattaforma digitale che consentirà, in tempo reale, di visualizzare l’energia prodotta, l’energia condivisa e di stimare il beneficio economico che sarà erogato dal Gse alla Comunità per 20 anni e, da questa, distribuito ai singoli soci.
di Giuseppe Lo Verso, Responsabile Comunità energetiche Enel X