Sostenibilità sociale: uno strumento indispensabile per salvare l'ambiente
La sostenibilità ambientale e sociale meritano un'attenzione prioritaria, dati anche i loro possibili punti di divergenza. C'è bisogno di eliminare i contrasti, attraverso interventi pubblici e privati.
di Remo Lucchi
Le due condizioni per vivere bene
I temi della Sostenibilità Sociale e della Sostenibilità Ambientale sono i temi implicitamente più coinvolti in tutte le attuali ricerche sociali. La gente ne parla, spesso esplicitamente, a volte con importanti retropensieri: noi analizziamo il tutto, e chiariamo le posizioni, anche se spesso “aggrovigliate”.
Sono temi che meritano molta più attenzione di quanto non si pensi, quanto meno nella misura in cui ci si aspetti un futuro in cui si possa ancora vivere. Parliamo di futuro “prossimo”, molto più prossimo di quanto non si pensi.
Precisiamo i concetti delle due Sostenibilità:
- Quando si parla di Sostenibilità Sociale ci si riferisce al fatto che la nostra vita - che è solo questa - merita di essere vissuta in armonia con gli altri – che per definizione sono complementari - evitando gli egocentrismi, nella certezza che tutte le espressioni di vera vita siano il frutto delle relazioni, e non delle contrapposizioni.
La relazione positiva, gentile e donativa, porta i veri ritorni dello stare bene.
E quando si sta bene si è nel pieno della vita, e c’è progettualità, ed il futuro – il vivere bene anche in futuro, creando le condizioni perché ciò avvenga – assume un’attenzione prioritaria. Ed una delle variabili dominanti il benessere del futuro è l’Ambiente.
Quando non si sta bene, e soprattutto non si sta bene con gli altri, e si è molto centrati su se stessi, il futuro conta molto di meno: conta solo la propria persona, nel momento attuale. E tutte le tematiche del futuro contano molto poco.
- Quando si parla di Sostenibilità Ambientale si parla del rispetto del contesto ambientale prossimo futuro, che ci può consentire di vivere, oppure no.
Entrambe le aree di Sostenibilità sono fondamentali, ma per le condizioni primarie di vita, l’Ambiente meriterebbe un’attenzione prioritaria. Se non si può respirare, si vive per pochi minuti. Quindi tutto il resto viene dopo.
Però non dovrà mai sfuggire che il pensiero per l’Ambiente diviene prioritario solo se la gente ora sta bene (Sostenibilità Sociale).
Quindi come ripeteremo anche più avanti, la Sostenibilità Sociale che implicitamente dà protagonismo al futuro e all’Ambiente, ha una sorta di rilevanza prioritaria: senza Sostenibilità Sociale, il rischio che il menefreghismo per l’Ambiente di fatto si concretizzi, diventa una certezza.
Soffermiamoci sulle due Sostenibilità. Iniziamo dall’Ambiente, precisando alcuni dati di fondo, che spesso sfuggono.
L’ambiente
Dal secondo dopoguerra in poi - ultimi 70 anni - sono successe due cose molto complesse, che si sono intrecciate, inseminando problemi enormi.
Il primo tema riguarda il numero degli individui che vivono sulla Terra. Da quando il mondo è nato – milioni di anni fa – il pianeta è sempre stato lo stesso, non si è ingrandito, ma il numero degli abitanti sì, con recenti tendenze di tipo esponenziale. Qualche dato:
- Nel 1000 dc eravamo 400 milioni (risultato della crescita in milioni di anni)
- Nei successivi 750 anni la popolazione è aumentata di altri 400 milioni: quindi nel 1750 si era in 800 milioni
- Nei successivi 200 anni si è triplicata: nel 1950 si era in 2,5 miliardi
- Nei successivi 40 anni – in soli 40 anni - si è ancora più che raddoppiata: nel 1990 è arrivata a 5,2 miliardi
- Nei successivi 30 anni, cioè nel 2020, ha raggiunto 7,8 miliardi. Occhio: negli ultimi 70 anni, quindi, si è più che triplicata.
Ma la terra è sempre la stessa, e non ha triplicato alcuna ospitalità, soprattutto di un certo tipo.
Il vero problema è che tutta questa gente deve vivere – giustamente –, ed anzi, vuole vivere sempre meglio, incrementando i consumi in modo sempre più che proporzionale. E qui si entra nel secondo tema.
Il sistema industriale in questi ultimi decenni si è scatenato, utilizzando in modo crescente fonti di energie minerarie, producendo - senza alcuna particolare attenzione alle conseguenze ambientali - macchine industriali in modo crescente, prodotti in modo crescente, sistemi di trasporto in modo crescente, ecc.
Ma la Terra è sempre stata quella, l’aria sempre quella; non si sono trasformate per “ospitare” crescenti valangate di inquinanti.
Il problema avrebbe potuto essere contenuto o controllato se si fossero fin da subito fissati dei parametri da non superare per i vari inquinanti, e gli investimenti tecnologici per raggiungere questi risultati fossero stati considerati delle vere priorità.
E invece è successo che proprio negli ultimi 30 anni – periodo in cui la popolazione mondiale è aumentata dell’50% - il Sistema Finanziario ha assunto il vero potere del tutto: la gestione è passata dagli imprenditori - che lavoravano per il lungo periodo -, ai managers che invece avevano – per obbligo del Sistema Finanziario - obiettivi finanziari di breve, ed il raggiungimento di tali obiettivi ha sempre avuto la priorità su tutto il resto. L’inquinamento è sempre stato considerato “un problema di chi verrà”. Quindi non è mai stato un problema da affrontare nel breve: i soldi dovevano avere altra destinazione.
Problema di grandissimo spessore. E su questa situazione non è intervenuto nessuno. Non certo il Potere Politico, per vari tipi di condizionamento, ma nemmeno il Contesto Sociale vivente e pensante, la gente.
Rinunciamo ad approfondimenti sul Potere Politico, quanto meno per l’Italia: da quando c’è la nuova Costituzione (1947), cioè da 74 anni, si sono succeduti 73 governi. Probabilmente le logiche di una strategia di medio-lungo periodo, con progetti di attenzionalità per una vita del Paese che deve andare avanti - possibilmente sempre meglio -, non ha mai fatto parte della cultura gestionale di tutti coloro che si sono avvicendati.
Soffermiamoci invece sul Contesto Sociale. Il Mondo Sociale, la gente, non ha mai attivato sufficienti pressioni per affrontare seriamente il problema. Per chiarire il perché, affrontiamo il tema della Sostenibilità Sociale, e la sua evoluzione.
Sostenibilità sociale
La storia, anche in epoca recente, ha avuto varie evoluzioni. Alcuni aspetti di queste vanno ricordati, per sciogliere alcuni nodi interpretativi che si sono creati.
Iniziamo ricordando quanto già anticipato: quando si parla di Sostenibilità Sociale ci si riferisce al fatto che la nostra vita - che è solo questa - merita di essere vissuta in armonia, evitando conflittualità, nella certezza che tutte le espressioni di vita vera e bella siano il frutto delle relazioni, e non delle contrapposizioni. E ciò è tanto più vero, tanto più le varie parti sociali hanno capacità critica: cioè sono entità che hanno coscienza dei propri diritti, sono “attori” con desideri di partecipazione e di orizzontalità (ingrediente basico del desiderio di relazionalità).
La storia che ci sta alle spalle ha purtroppo dei problemi che non sono mai stati risolti. E questi problemi, fra le varie conseguenze, hanno anche quelle di ostacolare in modo drammatico l’obiettivo della Sostenibilità Ambientale.
Ricordiamo l’evoluzione della storia, nei tre momenti fondamentali per le nostre analisi sui temi della Sostenibilità in generale, e di quella Ambientale.
In particolare parliamo del periodo passato, fino alla fine del secolo scorso, del periodo recente, e di quello attuale.
- Periodo passato. Da sempre, e fino a 20-25 anni fa, la società è sempre stata governata da una piccola élite, che aveva tutti i requisiti dell’élite: denaro, cultura e potere. Tutto il resto della popolazione, in assenza di cultura e di vera capacità critica, apparteneva a “masse incolte” senza progetti, con l’unico desiderio di un po’ di denaro in più. Stante le modeste problema-tizzazioni, non ci si poneva problemi di Sostenibilità, né Sociale (distanza storicamente incolmabile tra le parti, e si veniva da un passato nel quale il problema non era mai stato posto), né Ambientale (i guai erano appena cominciati, con coscienza modestissima). Precisiamo questi aspetti, per rimarcare il fatto che tutti gli accadimenti sono recentissimi.
- Periodo recente. Negli ultimi 20-25 anni la situazione è profondamente cambiata: la grande maggioranza delle nuove generazioni è entrata nell’adultità con un’istruzione di base decisamente migliore (medie superiori). Ciò ha dato loro coscienza della propria “individualità” – uscita dalle masse - e discreta capacità critica. Cioè individui caricati da un desiderio di partecipazione, orizzontalità, inclusione.
Purtroppo, però, nello stesso periodo si sono scatenate problematiche sociali - globalizzazione dei mercati, crisi finanziarie - che hanno impedito loro una vera partecipazione, e li hanno relegati nel precariato.
Ma stanti le attese, questa situazione non è stata accettata.
Da qui i fenomeni di richiesta di protezione, chiusura agli altri, … che sono poi sfociati in posizioni di populismo, nazionalismo, …
Quindi la Società si è di fatto ritrovata – con riferimento a tutti coloro che volevano avere un ruolo – divisa in due parti:
- la parte elitaria, serena, soddisfatta, con il progetto di voler stare bene anche in futuro; progetto che prendeva in considerazione anche le condizioni per consentire di stare bene anche a chi verrà; quindi: temi della Sostenibilità ben radicati in questi segmenti
- la parte più sfortunata - pur di buona preparazione e criticità – che invece desiderava star bene adesso, non pensava né al futuro, né agli altri: l’obiettivo erano loro stessi, ed i tempi l’”adesso”.
Lo sviluppo di questa situazione - ultimi 25 anni - è avvenuto in parallelo allo sviluppo progressivo del problema dell’inquinamento ambientale. Problema davvero complesso, non affrontato da nessuno, perché gli interessi della finanza hanno sempre avuto la priorità. Peraltro nessuna decisione importante da parte dei vari Governi.
L’unico elemento cui L’Ambiente – nei suoi diritti di salute - si poteva aggrappare, per trovare soluzioni, era la sensibilità sociale, i movimenti di opinione.
Ed effettivamente la parte elitaria ha cominciato subito a manifestare preoccupazioni e richieste di interventi. Certo, era solo la parte elitaria che movimentava il problema. La parte più sfortunata non era interessata, in quanto il problema era considerato non attuale, ma del futuro, e quindi distante dai loro bisogni personali e di brevissimo periodo. Anzi, sul piano dei comportamenti, questi ultimi segmenti sono stati “distratti” verso l’Ambiente.
Questo contrasto tra le parti – o non preoccupazione della parte sfortunata, peraltro sempre più ampia - è cresciuto negli anni, ed è diventato sempre più serio: ed il tema della Sostenibilità Ambientale è diventato attualmente molto preoccupante, e non più rinviabile. Ciò anche se sociologicamente si può capire che persone “abbandonate a loro stesse”, siano prioritariamente preoccupate solo per se stesse, e nel breve periodo.
Arrivati però a questo punto, nessuno si sta rendendo conto che il contrasto deve essere eliminato, o almeno molto attenuato; quindi, interventi di aiuto vanno obbligatoriamente previsti. Contrasti e contrapposizioni creano sempre paralisi, e non ce lo possiamo più permettere.
In questi anni, comunque, l’”Ambiente” ha potuto in parte “ringraziare” la sensibilità sociale della parte più fortunata, che ha posto in modo crescente il problema. Ricordiamoci: è una parte sociale orientata al futuro perché benestante, non solo nei soldi, ma anche per la serenità della testa.
- Periodo attuale. C’è la pandemia, che sta lasciando segni nella testa.
In ogni caso si sta concretizzando qualcosa di «potenzialmente interessante». La pandemia, che lo scorso anno aveva seminato preoccupazioni infinite, ed aveva violentato la nostra vita relazionale, adesso, un po’ per assuefazione, un po’ per attenuazione dei guai, dà “in apparenza” un po’ meno preoccupazioni, e la gente sogna il recupero della relazionalità. Abbiamo tutti bisogno di «vicinanza» e di aiuti di varia natura per poter vivere più serenamente.
La conseguenza "positiva" rilevata è che questa situazione ha fatto un po’ ridurre le contrapposizioni; fra l’altro, anche politiche. Risultato sociale molto interessante: è la condizione per un futuro migliore.
Ma sono nati altri problemi che purtroppo coinvolgono tutti, anche la parte elitaria. La continuità delle cautele imposte, sempre in atto (distanze, mascherine, …), fanno permanere e di fatto aumentare sempre di più i segnali di debolezza – anche se non sempre razionalizzati e dichiarati - che si sono progressivamente incuneati nella testa di tutti; segnali che tendono a radicalizzarsi e a creare tristezza e disinvestimenti.
E provocano il dramma della centratura su di sé: ci si “accartoccia”, ci si isola sempre di più, gli altri non ci sono più. Si indeboliscono anche le certezze sulle proprie capacità: il non sentirsi autonomi nel fare le proprie scelte, il non sentirsi forti e pieni di energia, … A questo punto mancano totalmente le condizioni per creare una prospettiva positiva per il futuro.
Traspare una grande necessità di aiuto da parte di tutti i Sistemi di gestione del potere: forse più dal Sistema Economico - le Imprese hanno più credibilità -, che Politico, percepito ancora centrato su interessi di parte, e non collettivi.
Il Sistema Economico è però distante. L’aspetto che sta creando più problemi è la crescente percezione che anche il Sistema Economico sia sempre più centrato su se stesso: per quanto non ci sia totale immobilismo – alcune imprese fanno qualcosa – le attese crescono molto più velocemente delle risposte che il Sistema offre.
Ciò induce smarrimento. I problemi erano già evidenti lo scorso anno, ma gli eventi dell’ultimo periodo hanno accentuato i disagi:
- Non si pretende che le Imprese svolgano il loro classico lavoro - fornire buoni prodotti/servizi, a buoni prezzi, trattando bene i clienti - meglio di quanto non facciano: questi aspetti sono sostanzialmente ok
- C’è invece la forte richiesta di un crescente aiuto sociale: cioè che le Aziende si assumano molta più Responsabilità Sociale, occupandosi del Contesto Sociale, ed aiutando la gente a vivere meglio, anche e soprattutto nella testa.
Il tema dell’”aiuto alla testa” è nuovo, ed anche complesso: ma è la vera sfida per il futuro.
Conseguenze sulla sostenibilità complessiva
In realtà, quindi, al di là delle «dichiarazioni» di minore stress rispetto al passato, di fatto lo smarrimento crescente, che indirettamente si constata, coinvolge un po’ tutta la popolazione, e per la prima volta anche la parte elitaria.
La manifestazione del bisogno di aiuto, che per ora non percepisce risposte adeguate, come si è accennato ha come conseguenza evidente – un po’ per tutti, perché tutti manifestano questi bisogni - una sorta di aumento della priorità della propria persona. Ed è un fatto naturale, perché è ovvio che ciascuno ha una priorità per se stesso, a maggior ragione quando ci sono problemi che non si sa come affrontare.
Tutto ciò ha conseguenze sulle propensioni verso la Sostenibilità Sociale:
- è vero che diminuiscono le contrapposizioni – come si diceva – e sarebbe una condizione primaria per avvicinare gli uni agli altri, anche nei modi di pensare e nei progetti per il futuro. Con possibili conseguenze favorevoli per la Sostenibilità Sociale;
- ma in realtà quello che si sta verificando crea problemi aggiuntivi: queste preoccupazioni per l’attuale vita - e non quella futura – percepite da tutti i segmenti «sia sfortunati, che fortunati», e la sensazione che nessuno faccia niente per affrontare i problemi – nemmeno il Sistema Economico, verso il quale c’erano attese -, fanno tendenzialmente allontanare dai problemi della Sostenibilità Sociale anche i segmenti che fino a poco tempo fa erano i più sensibili.
Il problema è complesso e non facilmente risolvibile, anche se la Sostenibilità Sociale ha davvero priorità, e non può accettare rinvii.
Quindi:
- o si aiuta tutti, si diminuiscono le tensioni, e si torna - tutti assieme, concordemente - a pensare al futuro, perché i problemi che creavano il freno sono stati risolti, o molto attenuati;
- e quindi si riesce a portare le attenzioni di tutti, in modo concorde, su ciò che non può essere rinviato: l’attenzione sull’Ambiente. E per questo obiettivo la pressione sociale collettiva, è l’unica che può produrre effetti;
- oppure è un vero, grandissimo, problema.
Ci si ricordi che la Sostenibilità Sociale è uno strumento indispensabile per la Sostenibilità Ambientale. E quindi, anche se l’obiettivo non rinviabile è l’Ambiente, gli strumenti per favorire il tutto, cioè la Sostenibilità Sociale, hanno la priorità.
E ricordiamo che la Sostenibilità Sociale ha un ingrediente primario non rinunciabile: la relazionalità positiva sempre, in ogni ambito. “Alla faccia” delle contrapposizioni, a cominciare da quelle politiche.
Se non si investe subito in questa direzione ai posteri – posto che ci saranno - l’ardua sentenza.
di Remo Lucchi, Presidente dell'Advisory board di Eumetra MR