Disuguaglianze di genere: necessarie le infrastrutture sociali
Nel corso dell’evento ASviS Live si è dibattuto di crescita occupazionale, tutela della maternità, conciliazione dei tempi. Rosas e Sabbadini sulle connessioni tra empowerment femminile e crescita economica.
Il problema delle disuguaglianze di genere deve essere affrontato avviando una serie di politiche coordinate in modo da accelerare un processo troppo lento che sconta, tra l’altro, l’impatto prodotto dal Covid sulla vita sociale ed economica del Paese. Questo il messaggio che il presidente e portavoce dell’ASviS Pierluigi Stefanini ha affidato al discorso di apertura del webinar "Parità di genere e sviluppo sostenibile” del 17 giugno. Organizzato dall’Alleanza per affrontare il tema di una delle principali disuguaglianze del nostro Paese alla luce del prossimo Festival dello sviluppo sostenibile del prossimo autunno, l’incontro ha evidenziato una pericolosa correlazione tra il modesto tasso di occupazione femminile, la carenza dei servizi di supporto e la mancata crescita economica che appesantisce il sistema Italia. Per superare il problema serve l’impegno di tutti. Alcune tematiche, recentemente dibattute su FUTURAnetwork, sono state affrontate nel corso dell’incontro. Di centralità del lavoro nella questione femminile ha parlato, ad esempio, Gianni Rosas, direttore dell’Organizzazione internazionale del lavoro per l’Italia (Ilo), che ha illustrato come in tutti i Paesi il progresso che si è fatto, anche grazie alle battaglie delle donne, per migliorare le condizioni di lavoro abbia portato in generale alla crescita economica, in alcuni casi anche molto sostenuta. Nella seconda metà del secolo scorso la presenza delle donne nel mondo del lavoro, ma anche l’incremento delle donne in settori tipicamente maschili, ha permesso di raggiungere livelli di sviluppo mai visti. Tuttavia, da una decina di anni il processo si è arrestato. Nel lungo periodo, non tutte le novità a livello legislativo che portarono quell’enorme ingresso di lavoratici hanno avuto gli effetti sperati, conclude Rosas.
A questo intervento si è aggiunto quello di Linda Laura Sabbadini, Chair Women20 e direttrice generale dell’Istat, che ha posto l’accento sul W20 e sul ruolo che avrà nell’avvio di un forte lavoro di discussione con le associazioni in Italia e negli altri Paesi per individuare i temi su cui dovrebbe esprimersi il G20. “La grande novità non è solo la presidenza italiana del G20, ma anche che il precedente G20 nella dichiarazione dei leader ha stabilito che bisogna creare una road map per l'empowerment femminile”, ha spiegato. Inoltre, altri Paesi hanno instradato le loro politiche investendo molto sulle infrastrutture sociali e questo li ha portati ad avere una percentuale di occupazione femminile più alta della nostra. Per questo occorre continuare ad investire per creare infrastrutture specifiche per le donne.
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