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Il 5G è (quasi) tra noi, ma già si pensa al 6G - Parte II

Secondo articolo a scopo divulgativo su miti, realtà ed estrema rilevanza delle tecnologie 5G e 6G, e la loro ineludibile interazione con la società, l'impresa, l'economia e i servizi. 24/03/21

di Fulvio Ananasso 

Il 5G non solo tende a sostituire il 4G, ma ottimizza i servizi dell’intera rete end-to-end sfruttando la convergenza fisso-mobile, alte velocità di trasmissione (fino a vari Gbps), bassa latenza (fino a 1 msec) e i vantaggi offerti dalla “softwarization” delle funzioni di rete. Il 6G (2030+) andrà ancora oltre, con velocità elevatissime (centinaia Gbps), latenze bassissime (fino a 0,1 msec) abbinate alle nuove frontiere della Scienza dei Dati.

  1. Applicazioni 5G

Come illustrato nel precedente articolo, a differenza delle altre generazioni mobili, il 5G non solo sostituisce la generazione precedente (4G-LTE), ma sfrutta la convergenza tra servizi di rete fissa e mobile per ottimizzare l’intera rete, non solo quella cellulare. Il 5G non è pertanto solo una tecnologia avanzata di comunicazione tra dispositivi mobili, ma piuttosto un abilitatore di nuovi servizi / applicazioni, taluni dei quali non riusciamo neanche ad immaginare oggi, attivando un ecosistema aperto a nuovi player, startup, etc. L’architettura del 5G (“end-to-end orchestration”) consente servizi indipendenti dalla rete, mediante celle RF di piccole dimensioni (alti riuso di frequenze / capacità), bassa latenza (edge computing) e softwarization.

L’”affettamento” della rete (network slicing) permette di gestire sulla stessa infrastruttura requisiti end-to-end di applicazioni diverse, sostanzialmente  relativamente a (a) enhanced Mobile BroadBand (eMBB), con elevati capacità di traffico e densità di utenti (fino a 1 milione / km2), (b) ultra-Reliable & Low Latency Communications (uRLLC, 1÷5 msec) e (c) massive Machine-Type Communications (mMTC), con moltissimi dispositivi a bassi costo / consumo e volume di dati -- sensoristica narrow band internet of things (nB / IoT).

La eMBB slice può supportare trasporti sicuri ad alta velocità di dati e bassa latenza, come ad esempio auto "parlanti" connesse tra loro (scambio dati ~25 GByte all’ora), che possono interpretare in modo intelligente l'ambiente circostante e avvisare i conducenti (anche di altri veicoli) di potenziali pericoli e ridurre di incidenti. Ovvero entertainment, con app fruibili a banda ultralarga in luoghi anche molto affollati, utilizzando alte velocità e latenze medie. Ecc.

Possibili applicazioni della uRLLC slice riguardano ad esempio la e-health - raccolta, gestione e condivisione di referti e dati sanitari, sensori di controllo e dispositivi medici per l’accesso remoto alle diagnosi e terapie da laboratori e presidî medici di prossimità, gestione urgenze / ricoveri (e.g. ambulanze connesse), degenze (terapie, asset control, …), telechirurgia (video quasi istantanei ad altissima definizione), post ricovero (tele-monitoraggio / assistenza domiciliare, man down, Covid hotel / Rsa, …), ecc. -; controllo della produzione industriale; (video) monitoraggio remoto e bassa latenza di smart grid, reti elettriche, idriche, gas, …

La mMTC slice include ad esempio le connected homes; oggetti comunicanti autonomamente tra loro a basse velocità e latenza (e.g. termostati smart connessi a rilevatori di fumo, con i dati combinati trasmessi in real time ai Vigili del Fuoco in caso di incendio); ecc.

Ulteriori use cases specifici riguardano la Realtà aumentata e virtuale (A&Vr, e.g. per il miglioramento dell’esperienza di vendita a distanza), video ad alta definizione (ad es. per la formazione avanzata / blended learning, in combinazione con A&Vr), uso di applicazioni cloud con bassissimi ritardi, giochi interattivi, dispositivi d’utente indossabili, comunicazioni dirette tra dispositivi connessi (anche ad alta capacità) non mediate da server di rete, spettacoli, ecc.

E ancora, utilizzando “fette” composite, Structural health monitoring (Shm), sistemi cyber-fisici (digita twin), soluzioni e applicazioni “mission critical” per la prevenzione e gestione di emergenze e calamità (protezione civile), pubblica sicurezza, ecc. Un recente rapporto di Ericsson suggerisce reti private 5G per porti connessi, per aumentarne l’efficienza operativa, la sicurezza dei lavoratori e la sostenibilità degli scali.

  1. 5G, smart cities e questioni aperte

Con l’avvento delle smart cities, agende urbane per sviluppo sostenibile (V. i 17 Strategic development goals dell’Agenda Onu 2030 promossi dall’ASviS) possono essere più facilmente dispiegate. Le “città intelligenti” sono in grado di ottimizzare le prestazioni dei vari servizi coinvolti, e stanno evolvendo verso scenari e strumenti adatti per risolvere i problemi socio-economici dei cittadini – V. approcci di collaborazione a tripla e quadrupla elica. Il 5G è un eccellente candidato in tal senso (V. cerchio in basso a sinistra nel triangolo Future IMT di Fig. 2 del precedente articolo), e pone le basi per la “Società 5.0” (migliorare la qualità della vita delle persone, al centro dell’ecosistema sociale, e non solo la produttività del sistema cittadino), che si avvarrà a partire dal prossimo decennio della tecnologia 6G (V. §4).

Ad esempio, sarà sempre più plausibile un miglioramento della qualità della vita nelle smart cities attraverso un maggiore tele-controllo del territorio e circoscrizione di casi di vandalismo e criminalità, illuminazioni pubbliche in funzione di quante persone ci siano per strada, telecamere e sensori vari ad altissima definizione e ritardo di trasmissione molto basso, trasporti senza conducente, tele-monitoraggio / -medicina e accessi a ospedali e pronto soccorso solo in casi di reale necessità (riducendo la pressione su medici e ambulanze), … Tutti aspetti teoricamente fattibili anche prima dell’avvento della tecnologia 5G, ma da questa abilitate “nativamente” stanti le intrinseche potenzialità di softwarization / network slicing.

Ovviamente, per una reale inclusione dell’intera popolazione, permangono i problemi di alfabetizzazione alle nuove tecnologie, che devono prevedere strumenti ed iniziative di formazione, specialmente le persone anziane, che vanno aiutate al loro impiego. In una prima fase, esse avrebbero probabilmente problemi di “ambientamento” all’uso dei nuovi dispositivi, ma l’esperienza Covid insegna che in casi di necessità è possibile far prendere rapidamente dimestichezza con smartphone, tablet, … ove possano risultare di tangibile ausilio per contrastare le patologie, migliorare i contatti con l’esterno o accedere ai servizi essenziali di una smart community – ad esempio tele-assistenza medica, compagnia / intrattenimento online, ecc.

Del resto, anche i giovani – che pure sono nativi digitali e pertanto reagiscono prima e meglio alle nuove tecnologie – hanno bisogno di formazione. Essere “smanettoni” non vuol dire saper impiegare strumenti, piattaforme e conoscenze che la digitalizzazione offre per la trasformazione dei settori produttivi e processi organizzativi delle smart cities.

Restano comunque (rilevanti) problemi di cyber-security - reti e servizi 5G sono potenzialmente vulnerabili agli attacchi, e non a caso Burning glass technology prevede un aumento del 184% nelle richieste di skills di sicurezza ICT da oggi al 2025 - e necessità di nuove regole di net neutrality. L’erosione dei ricavi degli Operatori di telecomunicazione (Telco) rispetto agli Over The Top (OTT) hanno portato a forti richieste di cambiare il paradigma best effort di internet, creando reti parallele con differenziazione della qualità (e dei ricavi) attraverso traffic management, data packet inspection, prioritization, blocking, ecc. Come ribadito dal Berec, il network slicing 5G è un potente strumento per veicolare su internet "servizi specializzati", ma devono essere applicati nuovi paradigmi di net neutrality, per cui in ogni “fetta” devono valere gli stessi principi di no blocking / throttling, non discriminazione, limitato network management (la banda è molto ampia, quindi non dovrebbe esser necessario), ecc. In altre parole, per un equo trattamento del traffico e dei consumatori come principio di innovazione, per ciascuna “fetta” di rete occorre assicurare le prestazioni di qualità in base al principio “all traffic through the internet is treated equally” (Open internet regulation 2015/2120).

  1. Previsioni di diffusione e mercato 5G


Il mercato di massa sarà realisticamente raggiunto nel 2022÷2024, con il dominio della Cina nelle tecnologie, distribuzione e numero di connessioni 5G. Secondo Abi research, gli oeratori cinesi avranno a breve 150+ milioni di abbonati, gli Usa ~30 milioni. Nel 2025, la Cina avrà 1,1+ miliardi di abbonati 5G a fronte dei 320 milioni Usa. Ericsson mobility report 2020 ha stimato al 2026 <700 milioni di utenti ciascuno per il 2G / GSM e 3G / UMTS, ~4 miliardi al 4G e 3,5 miliardi al 5G, per un totale di 8,8+ miliardi di connessioni (V. Fig.1).

In Europa, il GSMA ci pone tra i Paesi di testa, dopo la Finlandia e alla pari con l’Austria (V. Fig.2). Peraltro, al momento la velocità (in tutto il mondo) è inferiore alle prestazioni teoriche che verranno auspicabilmente raggiunte a regime, con una piena ingegnerizzazione e commercializzazione di impianti e servizi. Su rilevazioni effettuate nell’ultimo trimestre 2020, Open signal pone il nostro Paese al settimo posto della top ten globale con 586,3 Mbps di download, mentre siamo indietro su upload (ordine delle decine di Mbps) e video experience.  

Il 5G, associato alle Information & Communication technologies (Ict), presenta rilevanti potenzialità in ogni settore della nostra società, quali petrolio, gas e estrazione mineraria, agricoltura, commercio, costruzioni, emergenze, energia / utilities, immobiliare, industria manifatturiera, intrattenimento, istruzione, logistica, media, petrolio, gas ed estrazione mineraria, sanità, servizi bancari, finanziari e assicurativi (Bfsi), sicurezza, trasporti, turismo. I fattori chiave che stanno guidando la crescita del mercato includono la crescente domanda di alta velocità e bassa latenza, per applicazioni che vanno dai giochi (cloud-based) in realtà aumentata e virtuale (A&VR) alle videoconferenze.

Secondo un rapporto di Grand view research (Giugno 2020), la dimensione del mercato globale dei servizi 5G ha raggiunto oltre 41 miliardi di dollari nel 2020 e si attesterà sui 46,6 miliardi di dollari nel 2021. Si prevede che il mercato globale crescerà a un tasso annuale Cagr (Compound annual growth rate) del 43,9% dal 2021 al 2027, per raggiungere i 414,5 miliardi di dollari entro il 2027. Circa un terzo (34,3%) è stimato in Nord America.

Price waterhouse Coopers prevede un aumento del PIL globale dall'adozione del 5G di 1.300 miliardi di dollari entro il 2030, di cui circa 53 miliardi nel Regno Unito. I settori dell'economia ritenuti maggiormente interessati riguardano la sanità e assistenza sociale (circa un terzo dei ricavi totali), i servizi di pubblica utilità, i mercati di consumo, i media e i servizi finanziari.

Nel nostro Paese, dopo varie sperimentazioni - tra cui il 22 febbraio 2018 #Roma 5G (Ericsson-Fastweb-Zte) per la valorizzazione immersiva virtuale dei beni culturali -, il 5G di Tim (1÷2 Gbps) è disponibile a Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Ferrara, Bologna, Genova, Sanremo, Brescia, Verona, Matera, Bari, … e Monza (primo autodromo d'Europa connesso in 5G). È inoltre presente in alcune località turistiche (Livigno, Cortina, Selva di Val Gardena, … ), ed entro il 2021 saranno coperte 120 città, 200 destinazioni turistiche, 245 distretti industriali e 200 progetti specifici per grandi imprese.

Vodafone ha coperto Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, … mentre  WindTre dichiara di coprire il 86,4 % della popolazione. La copertura dipende ovviamente anche dal refarming 700 MHz (banda TV adiacente alla 800 MHz precedentemente destinata al 4G), che ha fissato al 2022 (salvo novità) la nostra data ultima di lancio commerciale.

  1. Verso il 6G

A fronte dei vantaggi offerti dal 5G, si dovrà trovare il modo di gestire in maniera efficiente una quantità enorme di dispositivi connessi e il traffico dati da essi generato. Si pensi ai 25 GB di dati generati ogni ora da una singola auto connessa a guida autonoma per inviare e ricevere dati relativi al tragitto -- semafori e segnaletica intelligenti, altre auto, moto e biciclette, pedoni, ecc.

A regime occorreranno robusti protocolli di gestione rete basati su AI (intelligenza artificiale), più evoluti degli attuali, per la gestione dei flussi di traffico, altrimenti la rete 5G non riuscirà più a sopportarne il carico. Secondo i ricercatori Stoica e Abreu dell’università di Brema, "agenti intelligenti" (algoritmi) collaboreranno autonomamente sulle reti future per risolvere in tempo reale problemi complessi, e l’Intelligenza Artificiale permetterà di pianificare efficacemente le connessioni e istradare il traffico dati tra i vari nodi della rete per limitarne la congestione, con necessità di “connettività massiccia, grandi volumi di dati e bassa latenza ben oltre quelli offerti dalle reti 5G".

Nonostante quindi il lancio al momento a macchia di leopardo del 5G e i notevoli breakthrough rispetto al 4G-LTE (V. confronto in Fig.3), c’è già chi lavora alla tecnologia 6G. Operatori come Att, China Unicom, T-Mobile, Verizon, Zte e big tech come Apple, Cisco, Ericsson, Facebook, Google, LG, Microsoft, Nokia, Qualcomm, Samsung, oltre all’Università di Oulu (Finlandia), prima ad iniziare la ricerca sulle reti mobili 6G nel 2018. La “vision” del 6G al 2030 è una società basata sui dati, un mondo intrinsecamente abilitato (senza necessità di intervento umano) all'Intelligenza Artificiale e Calcolo Cognitivo distribuito ai bordi della rete (edge computing), con connettività wireless quasi istantanea e capacità di trasmissione dati estremamente elevata – anche mediante l’utilizzo di frequenze TeraHertz (migliaia di GHz).

Avremo smartphone, abiti e altri dispositivi indossabili cloud-based abilitati all'Intelligenza Artificiale, con “interfacce personali di proiezione” in grado di monitorare anche la salute, sistemi a guida autonoma (mobility as a service), ecc. Saranno disponibili architetture avanzate utilizzanti Augmented, virtual & eXtended reality (AV&Xr) immersive, ologrammi mobili e repliche digitali (digital twin). Ciò permetterà di ottimizzare e rendere maggiormente fruibili una varietà di servizi e applicazioni già resi disponibili dal 5G, come tele-medicina / -chirurgia, auto connesse a guida autonoma, simulazioni real time di repliche digitali (pianificazioni smart communities, formazione / addestramento professionale, … ), comunicazioni immersive virtuali, ecc., abilitate da velocità dieci volte superiori al 5G e latenze / ritardi di un decimo rispetto al 5G.

Il tutto utilizzando dispositivi e strumenti a bassissimo consumo energetico / funzionamento “off grid”, sia per l’economia del sistema 6G che per la sostenibilità complessiva dell’ecosistema digitale. Il 6G sarà inoltre realisticamente gestito in configurazione “mesh”, con una moltitudine di reti private che potranno “disintermediare” gli Operatori classici, ampliando le funzioni e linee di azione dei Network Slicing Service Provider (NSSP) citati al §4 del precedente articolo.

Alcuni Paesi mirano a creare rapidamente un ecosistema 6G, realisticamente per recuperare il gap sul 5G rispetto alla Cina. La quale ha incidentalmente messo in orbita lo scorso novembre 13 satelliti, tra cui uno di 70 kg (Tianyan-05) per sperimentare trasmissioni a frequenze dei THz, funzionali alle altissime velocità previste dal 6G e alla sua prevista integrazione con le reti satellitari. Anche Huawei sta lavorando sul 6G in Cina e in Europa -- scuola di ingegneria Eurecom in Francia (Sophia Antipolis), WiLab-Huawei joint innovation center (Bologna) in Italia, ecc.

La Corea del Sud, i cui operatori sono stati i primi a lanciare il 5G commerciale nel 2018, prevede il lancio delle reti 6G nella seconda metà di questo decennio, con massiccio impiego di deep learning / cognitive computing e velocità oltre 50 volte maggiori rispetto al 5G odierno -- 2-3 ordini di grandezza rispetto all’attuale 4G. Ciò consentirebbe lo sviluppo di “verticals” strategici quali (i) contenuti immersivi per sanità digitale, (ii) auto a guida autonoma, (iii) città e (iv) fabbriche intelligenti, con iper-prestazioni, -spazio, -banda, -precisione,-intelligenza e -fiducia. Un progetto pilota mira ad una velocità di trasmissione di 1 Terabit (= 1.000 Gigabit) al secondo, e a luglio 2020 Samsung ha indicato obiettivi di velocità di 1.000 Gbps, con latenza inferiore a 100 microsecondi (0,1 msec) -- contro 1 msec del 5G (V. Fig.4).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre i requisiti 5G si concentrano principalmente sugli aspetti delle prestazioni, Samsung definisce tre categorie di requisiti che devono essere soddisfatti per realizzare i servizi 6G:
prestazioni e architettura sostenibili e affidabilità / sicurezza. Essi prevedono il lancio operativo verso il 2028, con commercializzazione di massa nel 2030 – secondo la consuetudine di una nuova generazione ogni dieci anni circa. Sia gli esseri umani che le macchine saranno utenti del 6G, caratterizzato dalla fornitura di servizi avanzati come extended reality (XR) totalmente immersiva, ologrammi mobili ad alta fedeltà e repliche digitali (digital twin).

Negli Usa, il Regolatore Fcc (Federal communication commission) ha allocato nel 2019 la banda di spettro frequenziale superiore a 110 GHz per le prime sperimentazioni sul 6G. A seguire, i principali attori telecom USA dell’Atis (Alliance for telecommunications industry solutions) hanno lanciato lo scorso 13 ottobre la "Next G alliance" (“Building the foundation for North American leadership in 6G and beyond”), per definire la strategia sul 6G -- standardizzazione, specifiche tecniche, componentistica e messa in servizio degli apparati. Lo scopo dichiarato consiste nel promuovere la leadership nordamericana nelle tecnologie abilitanti dei settori chiave (agricoltura, istruzione, sanità, aerospaziale, energia, trasporti, media, difesa, …), che con il (5G e a seguire) 6G promettono di rivoluzionare il mondo in cui viviamo.

Sono allo studio al riguardo sistemi di geo-localizzazione estremamente accurati, con precisioni dell’ordine dei dieci cm all’interno degli edifici e di un metro all’esterno. Si pensa inoltre di riuscire a servire un centinaio di oggetti comunicanti per m3, dato che in futuro non saranno più gli esseri umani i soli a comunicare attraverso i propri device, ma anche gli oggetti connessi in rete comunicheranno -- con noi e tra loro. E’ l’internet of (every)thing, che connette cose, persone, dati e processi, anche attraverso superfici in grado di collegarsi rapidamente le une con le altre, localizzandosi a vicenda con real time sensing e Intelligenza Artificiale -- in particolare all’interno degli edifici (domotica) e nel campo della salute.

Da noi, mentre in Svizzera si discute se adattare o meno le antenne alla diffusione del segnale 5G, l’Unione Europea mira ad essere il terzo player globale con Cina e Usa. A valle di una gara cui hanno risposto 81 proponenti, sono stati recentemente lanciati nove progetti europei sul “Post 5G”, tra cui dal 1° gennaio 2021 il progetto Horizon 2020 Hexa-X (“The Hexa-X vision is to connect human, physical, and digital worlds with a fabric of 6G key enablers”) per definire la roadmap e futuri sviluppi della tecnologia 6G (dall’ambiente all’intelligenza connessa) con i principali Operatori e fornitori di infrastrutture. Il progetto, della durata di due anni (2021÷2022) con un budget di 12 milioni di euro, è coordinato da Nokia ed Ericsson, e include 25 partner internazionali, tra cui il Politecnico di Torino, TIM e Università di Pisa in Italia, Orange, Atos, l’istituto di ricerca e tecnologia B-Com in Francia, Telefonica e Università di Madrid in Spagna, Siemens, … e una presenza Usa con Intel.

In realtà la ricerca su “beyond 5G” è già in atto da alcuni anni in Europa, oltre alla citata pioniera Università di Oulu (Finlandia) dal 2018. Ad esempio, il Consorzio Teraway riunisce 12 importanti partner (3 grandi Industrie, 4 PMI, 3 Università e 2 Centri di ricerca) da 6 paesi UE in un progetto Horizon 2020 (5G PPP Fase 3) 2019÷2022 che mira a sviluppare una generazione avanzata di ricetrasmettitori nella banda dei Terahertz (100 GHz ÷ 10 THz) abilitati alla fotonica per collegamenti ad altissima capacità. Sfruttando concetti ottici e tecniche di integrazione fotonica, Teraway sta sviluppando una base tecnologica comune per la generazione, l'emissione e il rilevamento di segnali wireless ad altissime velocità / larghezze di banda (fino a 25,92 GHz) a frequenze 92-114,5 GHz, 130-174,8 GHz 252-322 GHz. Con l'obiettivo di sfruttare al massimo la tecnologia THz e consentirne l'adozione commerciale, il progetto svilupperà un nuovo “controller” basato sul Software Defined Networking (SDN), con significativi benefici sulle prestazioni di rete / network slicing ed efficienza energetica.

Anteral (Spagna) sta sviluppando antenne ad alto guadagno / direttività (34÷68 dB) per comunicazioni oltre il 5G, a frequenze 50÷600 GHz (0,6 THz). Antenne MIMO (Multiple Input Multiple Output) a onde millimetriche / THz su entrambi i versanti dei collegamenti wireless (tralicci e device d’utente) e beamforming digitale saranno tra le principali innovazioni del 6G. Anche se le beam forming networks (BFN) costituiscono già una delle innovazioni tecnologiche dei sistemi 5G rispetto alle precedenti generazioni di sistemi mobili, sono state utilizzate sinora strutture di beamforming analogiche o, al massimo, ibride analogico-digitali, ponendo così una limitazione alle velocità dei dati teoricamente raggiungibili alle frequenze impiegate. I recenti progressi tecnologici stanno rendendo possibili Bfn completamente digitali a basso consumo energetico, pari o inferiore a quelle analogiche, permettendo alle future reti 6G efficienze spettrali (velocità) ed energetiche senza precedenti per la connettività a banda iper-larga prevista da tali sistemi.

In Italia, è opportuno menzionare le attività in ambito 5G e 6G del Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (Cnit). In particolare il Laboratorio Nazionale Wireless Communications (WiLab), istituito nel gennaio 2020 presso l’Università di Bologna, ha firmato lo scorso ottobre un accordo di durata decennale con Huawei per la creazione di un (WiLab-Huawei) Joint Innovation Center (Jic), un laboratorio di ricerca nell'ambito del quale sono stati lanciati a metà febbraio 2021 sei importanti progetti di ricerca pluriennali sul 6G:

  • Towards Ubiquitous 6G Joint Sensing and Communications
  • Massive Multiple Access for 6G
  • Non-Orthogonal Resource Allocation Techniques for Sidelink Cellular-V2X
  • 3D Networks
  • AI-Enabled Massive URLLC for Inter-Machine IIoT Applications
  • From Cloud Native Applications' Orchestration to B5G Network Automation

Le Unità di Ricerca coinvolte riguardano le Università di Bologna, Ferrara, Padova, Calabria, il Cnr / Ieiit di Torino e lo Smart and secure networks lab (S2Ndi Genova. Le reti 6G saranno dotate di sistemi avanzati di intelligenza “predittiva”, che anticipi bisogni e desiderata degli utenti in uno scenario di esplosione del traffico e numero di oggetti connessi, con prestazioni adeguate sul versante dei crescenti consumi energetici (data center, torri, …), sicurezza, copertura e manutenzione.

In conclusione, la filosofia sottostante al 6G (2030+) consiste nel combinare elevatissime prestazioni di velocità (centinaia di gigabit al secondo), istantaneità (latenze di frazioni di millisecondo) e densità di utilizzatori (fino a 10 milioni / km2) con le nuove frontiere della Scienza dei Dati, abilitando nuovi servizi immersivi / predittivi basati su AI / Cognitive Computing, sensori IoT wearable / body-embedded, Industrial Internet of Things (IIoT)  / digital twin, ecc.

Come nel caso del 5G, è però opportuno sottolineare come ci possano essere discrepanze, soprattutto nella fase iniziale di lancio, tra le prestazioni teoriche del sistema e quelle percepite dall'utilizzatore in fase di fruizione. Ad esempio, è stato già notato nel precedente articolo come la banda disponibile (velocità) ad ogni singolo dispositivo in una cella RF dipenda sia dalla capacità della singola cella (funzione della frequenza / spettro disponibile, potenza, condizioni di propagazione, interferenze, ecc.) che dal numero di utenti simultanei nella stessa cella, con i quali la capacità complessiva della cella deve essere condivisa.

Riguardo alla latenza, è stato notato al §4 del precedente articolo, dove si illustravano i vantaggi dell’edge cloud, come la velocità della luce in condizioni ottimali non consenta più di 300 km / msec, cioè 30 km di distanza massima (origine-destinazione) per poter raggiungere i 0,1 msec teorici di latenza obiettivo del 6G. Pertanto, le prestazioni teoriche indicate sopra saranno tanto più raggiungibili a tendere, quanto più gli scambi dati avverranno su territori circoscritti, cercando di sfruttare al massimo l’Intelligenza Artificiale / Cognitive Computing per predire e identificare con rapidità ed efficacia le informazioni da caricare sui server dei data center distribuiti ai bordi della rete (edge caching), posizionati nelle vicinanze degli utenti – in areole adiacenti dell’ordine dei 50 km2.

“La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi continuare a muoverti” (Albert Einstein)

di Fulvio Ananasso, presidente di Stati generali dell’innovazione e consigliere Cdti, membro dei Gruppi di lavoro ASviS 8, 9, 10, 11 e 17

mercoledì 24 marzo 2021