Sull'orlo del precipizio
Dobbiamo utilizzare ogni singolo strumento a nostra disposizione per smantellare il nostro sistema estrattivo di combustibili fossili. E soprattutto superare l'idea dell'individuo come consumatore e non come cittadino globale.
di Nafissa Aboulkassim
Gli scienziati hanno deciso che la Terra è entrata in una nuova fase della sua esistenza, l'Antropocene, che può essere definita come l’età in cui ambiente e natura sono condizionati principalmente dall'impatto dell'azione dell’uomo.
C'è solo un problema: i cambiamenti climatici si stanno muovendo più velocemente di noi con conseguenze disastrose per le persone e per tutti i sistemi naturali che ci sostengono. Siamo totalmente fuori equilibrio con la natura e, a meno che non lo ritroviamo, questa era dell'umanità sarà di breve durata.
I progressi per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei due gradi sono stati lenti dall'accordo internazionale di Parigi del 2015. L'ultimo rapporto presentato da Copernicus parla chiaro: negli ultimi cinque anni la temperatura media globale si è innalzata di 1.1 gradi rispetto all'epoca preindustriale. Stiamo assistendo al verificarsi di alcuni degli scenari peggiori anche in Italia, dove il 2018 è stato l'anno più caldo degli ultimi 2 secoli, com 1.58 gradi al di sopra della media annuale.
Se non si è abbastanza lungimiranti per pensare al futuro del pianeta, si può considerare il problema anche solo dal punto di vista economico. Durante il World Economic Forum, che si è tenuto a gennaio del 2020, è emerso che la peggior minaccia per l'economia oggi è rappresentata proprio dai cambiamenti climatici, oltre che dal Covid-19, che rischiano di spazzare via interi settori dell'economia facendo crollare drasticamente il Pil mondiale.
La comunità imprenditoriale sta affrontando più rischi che mai a causa delle condizioni meteorologiche causate dai cambiamenti climatici, le statistiche su questo sono chiarissime, la perdita finanziaria per eventi legati al clima è a livelli record e l'impatto negli ultimi anni è stato devastante. Per proteggere le società e le imprese dal duro colpo dei cambiamenti climatici si stima siano necessari circa 180 miliardi di dollari di investimento ogni anno nel prossimo decennio.
Le emissioni mondiali di carbonio sono aumentate negli ultimi tre decenni di oltre il 60% e oltre il 70% di questo inquinamento può essere ricondotto a sole 100 aziende. Principalmente attraverso i prodotti che vendono, come petrolio o carbone. Per queste aziende e per molte altre fare greenwash risulta sempre più difficile. Il settore non è comunque adeguatamente preparato per questa transizione: solo il 16% delle società quotate attualmente calcola e comunica la propria impronta di carbonio.
Il cambiamento climatico è come il cancro. Più a lungo aspetti, minori sono le tue possibilità di arrestarne la crescita! A noi, adulti di domani, toccherà l'impresa più difficile: dovremo assolutamente raggiungere standard di emissioni nette zero per le nuove costruzioni, rendere tutti i nuovi autobus a emissioni zero, creare un settore elettrico privo di inquinamento da carbonio.
Zero emissioni significa anche zero business del petrolio, zero business del gas naturale. Nessun business del carbone, nessun business automobilistico con motori a combustione interna. Il numero "zero" significa eliminare la competizione tra il sistema economico, basato sui combustibili fossili e un nuovo sistema molto più sostenibile, senza effetti collaterali per l'ambiente.
È un lavoro lungo che spetterà prevalentemente a noi, adolescenti di oggi, ma che deve cominciare ora, dalle istituzioni, dalle aziende, dagli economisti di oggi.
Se non lo faranno loro, non vi sarà nessun cambiamento di paradigma domani, perché non ci sarà più nulla per cui lottare.
E avere leader che considerano il cambiamento climatico o che ratificano l'emendamento di Kigali aiuterà sicuramente, ma non è ancora abbastanza.
Oggi siamo tutti chiamati a risvegliare il nostro istinto primordiale di sopravvivenza per affrontare una sfida senza precedenti nella storia dell'evoluzione umana.
Dobbiamo utilizzare ogni singolo strumento a nostra disposizione per smantellare il nostro sistema estrattivo di combustibili fossili. E soprattutto superare l'idea dell'individuo come consumatore e non come cittadino globale. Per ristabilire un equilibrio globale sul nostro pianeta, i livelli di consumo devono diminuire del 95% nei Paesi con i più alti consumi pro-capite, riducendo sprechi ed eccessi e puntando ad un unico obiettivo comune: la sostenibilità ambientale.
di Nafissa Aboulkassim, 20 anni, nata in Marocco e cresciuta ad Asti, studentessa di Medicina a Parigi. Attivista Younicef e Ublogger, crede fermamente nella partecipazione dei giovani come strumento fondamentale per affrontare le problematiche della società ed i suoi necessari cambiamenti.