Lavoro/Tecnologia al 2050: scenari e azioni
Il rapporto “Work/technology 2050. Scenarios and actions”: la rivoluzione tecnologica di fronte a cui ci troviamo non ha precedenti.
di Mara Di Berardo, Millennium Project Italian Node
Il Millennium project ha pubblicato di recente il rapporto “Work/technology 2050. Scenarios and actions”, uno studio triennale e internazionale di lungo periodo sul futuro del lavoro e della tecnologia al 2050. Il report include 3 scenari dettagliati al 2050 e un compendio di 93 azioni selezionate sulla base di oltre 250 proposte per indirizzare i temi del lavoro e della tecnologia provenienti da 30 workshop nazionali in 19 Paesi, analizzate in termini di fattibilità ed efficacia. Ogni fase dello studio è stato possibile grazie alle valutazioni di centinaia di esperti di futures studies, intelligenza artificiale, economia, arte, educazione, scienza, ingegneria e altro provenienti da oltre 50 paesi.
Come ci dice Jerome Glenn, ceo del Millennium Project, la rivoluzione tecnologica di fronte a cui ci troviamo non ha precedenti: accelerazione del cambiamento tecnologico, assenza di fasi di stallo e pause per l’adattamento di individui e culture, globalizzazione, Internet, standardizzazione di database e protocolli, machine learning, interazioni tra nuove tecnologie e tecnologie a venire le cui implicazioni sono a malapena immaginabili nel presente. Inoltre, i divari di reddito si stanno ampliando, la concentrazione della ricchezza sta aumentando, la crescita economica senza nuovi posti di lavoro sembra destinata a restare e i profitti dagli investimenti su capitali e tecnologia rendono generalmente meglio del lavoro. Man mano che il costo del lavoro aumenta e il costo di intelligenza artificiale e robotica diminuisce, ci si aspetta che i tassi di disoccupazione nella produzione e nei servizi aumenteranno. Quindi, cosa possiamo fare?
Il Millennium Project, un think tank senza affiliazioni di governo, partecipativo, globale e volontario di esperti di futures studies, studenti, scienziati, business planner, e policymakers, ha revisionato decine di studi sul “futuro del lavoro” per cercare domande che non sono state poste e domande a cui si è risposto in maniera inadeguata e ha cercato di rispondere a queste domande. A differenza di altri lavori su questi temi, lo studio Work/Tech 2050 è internazionale: si focalizza sulla situazione economica globale, piuttosto che su uno specifico paese o settore. Ha poi come orizzonte il 2050 invece di un lasso di tempo minore di venti anni: questo orizzonte permette di guardare alle conseguenze primarie ma anche secondarie e terziarie dei cambiamenti culturali che possono aiutare la transizione verso nuove condizioni-economico-tecnologiche. E non si focalizza soltanto su robotica e intelligenza artificiale in senso generico: distingue tra intelligenza artificiale debole, forte e superintelligenza e considera anche gli impatti di un’intera gamma di nuove tecnologie definite Next Technologies, spesso non valutate in altri studi, come ad esempio stampa 3D/4D, biologia sintetica, droni e altri veicoli autonomi, nanotecnologia, scienze computazionali, blockchain, cloud analytics, scienze cognitive, intelligenza umana aumentata, informatica quantistica, conscious-technology e loro future e incredibili sinergie. Infine, al contrario di coloro che propongono come soluzione al problema della disoccupazione tecnologia soltanto il potenziamento dell’istruzione STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e della creatività, il report fornisce decine di azioni strategiche in diversi ambiti tematici, quali educazione e apprendimento, governo e governance, affari e lavoro, cultura, arti e media, scienza e tecnologia. Costruzione e revisione degli scenari e valutazione delle azioni sono state effettuate attraverso nove RealTime Delphi, un’applicazione online di Gordon & Pease del tradizionale metodo Delphi, mentre la definizione delle azioni è stata effettuata in 19 paesi attraverso il Charrette, un metodo di comunicazione strutturata face-to-face che discute e analizza il tema scomposto in sessioni plenarie e sotto-gruppi.
Gli scenari alternativi al 2050
Il primo scenario, Un complesso miscuglio, mostra una proiezione della gestione business as usual di affari e commercio relativi all’accelerazione crescente del cambiamento, con processi decisionali caratterizzati da una combinazione di intelligenza e stupidità. La tecnologia avanzata è adottata in maniera irregolare; si ha alta inoccupazione dove i governi non hanno definito strategie a lungo termine, e il reddito di base universale è applicato con successo eterogeneo. In questo mondo multipolare al 2050, dove dominano le tecnologie di realtà virtuale e aumentata, il potere di società gigantesche è spesso cresciuto oltre il controllo governativo.
Nel secondo e più negativo scenario, Disordini politico-economici, angoscia per il futuro, i governi non hanno anticipato gli impatti dell’intelligenza artificiale e non hanno messo in pratica nessuna strategia per contrastare l’esplosione dell’inoccupazione nel 2030, lasciando il mondo del 2050 nel disordine politico. Polarizzazione sociale e stallo politico sono cresciuti in molte forme. L’ordine globale si è deteriorato in una combinazione di Stati-nazione, mega società, milizie locali, terrorismo e crimine organizzato.
Nel terzo scenario finalmente più positivo, Se gli uomini fossero liberi: l’economia dell’autorealizzazione, i governi hanno anticipato gli impatti dell’intelligenza artificiale, conducendo ricerche estensive su come passare a sistemi di reddito di base universale, e hanno promosso il lavoro autonomo. Artisti e magnati dei media hanno aiutato a spingere il cambiamento culturale da una cultura dell’impiego a un’economia dell’autorealizzazione.
Le azioni
Gli scenari alternativi sul futuro di lavoro/tecnologia al 2050 sono stati discussi nei workshop nazionali con l’obiettivo di identificare cosa dovrebbero fare i rispettivi paesi per indirizzare il presente verso quanto desiderabile ed evitare quanto indesiderabile. Anche l'Italia ha fornito proposte di azione, ad esempio grazie alla collaborazione tra nodo italiano del Millennium Project e Singularity University Milan Chapter nel 2016 o al laboratorio di foresight svolto all’Università di Parma nel 2018. I suggerimenti raccolti attraverso i 30 workshop sono stati riassunti in 93 azioni principali, valutati poi tramite 5 Real Time Delphi tematici in termini di fattibilità ed efficacia.
Tra le 93 azioni riassunte dai workshop troviamo:
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Costituire agenzie di previsione e valutazione tecnologica per informare le funzioni legislative, giudiziali ed esecutive di governo sul futuro della tecnologia e sui suoi impatti potenziali (un’Agenzia di Governo per il Futuro).
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Governi e associazioni di impresa e del lavoro dovrebbero cooperare per creare modelli di apprendimento permanente che includano la previsione sui requisiti delle future competenze e dei programmi di formazione.
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Parallelamente all’istruzione tecnico-scientifica, creare un sistema di apprendimento personalizzato basato sull’indagine per l’autorealizzazione, la creatività, il pensiero critico e le relazioni umane impiegando nuovi strumenti di Intelligenza Artificiale (IA).
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Creare standard internazionali per l’IA forte e debole con un sistema di governance che li faccia rispettare.
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Generare proiezioni di flussi monetari alternativi per il reddito universale di base per valutare se/quando sarà finanziariamente sostenibile.
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Inserire “meme” nella pubblicità per aiutare la transizione culturale verso nuove forme di economie e lavoro.
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Creare IA/Avatar personali capacità di abbinare le capacità delle persone con gli interessi, e con opportunità di reddito nel mondo che possano creare contratti “smart” per supportare l’autoimpiego.
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Spostare i sistemi di educazione/apprendimento verso la padronanza di competenze piuttosto che di una professione.
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La ricerca pubblica/privata dovrebbe esplorare la transizione culturale per un nuovo contratto sociale tra governo e cittadini che potrebbero potenzialmente essere sia inoccupati sia geni aumentati.
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I leader di arte/media/intrattenimento dovrebbero coinvolgere il pubblico nell’anticipare cambiamenti culturali dovuti ai potenziali impatti delle tecnologie future.
Il report è disponibile su https://bit.ly/34rk9V8.