Release G20: una proposta per la conversione del debito nel solco dell'Agenda 2030
Un meccanismo di riduzione parziale o totale del debito, con la creazione di un fondo di contropartita finalizzato a investimenti sostenibili. È il fulcro dell'iniziativa promossa dalla rete di Ong Link 2007 in vista della presidenza italiana del G20. 13/01/21
di Valeria Emmi
Le conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid-19 rischiano di determinare una grave recessione mondiale, una pan-crisi che colpisce in modo più drammatico le economie dei Paesi fragili, amplificando i limiti strutturali della povertà e del sottosviluppo e accrescendo le disuguaglianze. A 10 anni dall’auspicato raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), l’attuale crisi pandemica sta rallentando e talvolta annullando gli sforzi e gli impegni assunti dalla comunità internazionale nell’attuazione dell’Agenda 2030.
In questo senso, oltre agli sforzi globali per porre fine alla crisi sanitaria, oltre al sostegno che la cooperazione internazionale dovrà continuare a fornire con gli impegni assunti per l’Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps) che non deve essere ridotto, si rende necessaria un’azione congiunta e lungimirante dei Paesi del G20 volta alla cancellazione del debito dei Paesi più poveri e più colpiti e alla sua riduzione e conversione che eviti casi di default , promuovendo allo stesso tempo investimenti sostenibili per una ripresa economica, sociale, ambientale sia nei Paesi più fragili che nelle economie emergenti più colpite.
L’iniziativa del G20 di sospendere il pagamento del debito per 76 Paesi in via di sviluppo o a basso reddito (Dssi) nel 2020 e parte del 2021 è sicuramente un passo importante, ma non sufficiente. Sebbene abbia il vantaggio di allentare l’emergenza e la mancanza di liquidità dei Paesi debitori e di riaprire la discussione sulle possibili rinegoziazioni del debito, la sospensione del pagamento è però limitata a spostare nel tempo il problema della solvibilità di fronte alle gravi conseguenze della crisi. Risulta quindi insufficiente sia per il loro superamento, sia per consentire il perseguimento degli Obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030.
I Paesi del G20 hanno particolari responsabilità per un'attuazione credibile e concreta degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite, in conformità con l'accordo di Parigi sul clima, non solo nei loro Paesi ma anche nelle economie in sviluppo. Come ha sostenuto il Dipartimento economico e sociale delle Nazioni unite, “qualsiasi riduzione del debito dovrebbe essere parte di una strategia più ampia che tenga conto delle esigenze di investimento degli SDGs. La valutazione degli sgravi necessari dovrebbe tener conto delle lacune di finanziamento a medio termine per gli SDGs (piuttosto che dei soli vincoli di liquidità a breve termine) e definire strategie di finanziamento globali per colmarli, ad esempio nel contesto dei quadri integrati di finanziamento”.
In questa direzione, l’iniziativa Release G20 promossa dalla rete di Ong Link 2007 e presentata alle istituzioni governative affinché sia inserita tra le priorità dell’agenda della presidenza italiana del G20 nel 2021, propone una riduzione parziale o totale del debito con la creazione da parte del Paese debitore di un fondo di contropartita in valuta locale, finalizzato a investimenti per lo sviluppo sostenibile. Un Fondo SDG nazionale creato a partire dal controvalore delle restituzioni a loro naturale scadenza.
Gli obiettivi di tale Fondo dovrebbero essere vincolati alla realizzazione di investimenti in linea con gli SDGs - oltre che con il piano di sviluppo del Paese e, se in Africa, con l’Agenda dell’Unione Africana 2063 - e presentare impatti quantitativi sugli specifici target definiti dall’Agenda 2030 e in particolare sulla creazione di posti di lavoro dignitosi. Il Fondo può cofinanziare gli investimenti (in molti casi già individuati e pianificati) oppure può essere utilizzato come garanzia per fare leva finanziaria su altri fondi o investitori privati per investimenti sostenibili.
Release G20 può essere la giusta proposta per rinnovare l'economia attraverso la promozione di investimenti sostenibili nel quadro dell’Agenda 2030, in particolare nei Paesi in sviluppo ad alto potenziale demografico come in Africa, e potrebbe, grazie alla riduzione del peso del debito sovrano, stimolare la crescita economica, promuovere il commercio globale e generare occupazione. Anche l’ASviS nel suo ultimo Rapporto (ottobre 2020) evidenzia nel quarto capitolo come “La presidenza italiana del G20” rappresenti “un’occasione unica per promuovere la conversione del debito dei Paesi più poveri e stimolare uno sviluppo partecipato e sostenibile”. Precisando, inoltre, che la definizione degli investimenti sostenibili generati dalla conversione del debito “dovrebbe avvenire con il coinvolgimento delle società civili nazionali, il cui ruolo potrebbe essere cruciale sia per vigilare sulla validità e l’efficacia delle azioni, sia per identificare i bisogni reali delle comunità destinatarie dei progetti, così da ridurre i rischi legati ad una gestione delle risorse da parte dei soli apparati burocratici e amministrativi locali, che spesso non appaiono in grado, da soli, di realizzare i risultati attesi da parte degli investitori”.
Tre criteri fondamentali sono alla base della proposta Release G20: flessibilità, trasparenza e monitoraggio.
La flessibilità e la gradualità della conversione del debito consentono di determinare un maggiore impatto in fase di definizione delle politiche di un Paese, così come di modificarne opportunamente ed efficacemente la strategia di sviluppo e di incentivare nuovi investitori privati. È possibile prevedere una maggiore conversione del debito in base al modo in cui i fondi vengono utilizzati dai rispettivi Paesi con adeguati meccanismi di valutazione e, allo stesso modo, il suo rallentamento o la sospensione in caso di cattiva governance. La flessibilità può rappresentare quindi un incentivo verso riforme economiche e di governance. Nell'ambito dello spirito di flessibilità di Release G20 la cancellazione parziale o totale del debito dovrebbe rimanere un'opzione per alcuni Paesi particolarmente fragili.
La trasparenza va garantita e perseguita innanzitutto nella fase negoziale, attraverso standard di salvaguardia e regole chiare e definite, in un approccio condiviso tra i Paesi creditori e debitori. Il G20 potrebbe fornire linee guida sulla governance, da adattare caso per caso tenendo in considerazione il numero di Paesi creditori e Ifi partecipanti al Fondo nazionale SDG. La medesima trasparenza va mantenuta nella fase di gestione del Fondo sulla base di accordi all’interno del framework di regole condivise, con l’obiettivo di garantire la partecipazione dell’impresa e della società civile a fianco dell’iniziativa pubblica, l’accountability e l’efficacia.
Un meccanismo di monitoraggio e la chiarezza dei criteri per l’utilizzo del Fondo saranno particolarmente importanti per garantire disciplina e buon uso della conversione del debito. L’indebitamento elevato riguarda spesso Paesi la cui leadership deve conquistarsi fiducia e credibilità. Il commercio e l’acquisto delle armi così come la violazione dei diritti umani dovrebbero essere pertanto considerati un impedimento all’alleggerimento dell’onere del debito. Diversamente, l’impegno a raggiungere una maggiore resilienza e neutralità climatica potrebbe invece essere un incentivo per rafforzare il tenore di Release G20.
La composizione del debito sovrano è cambiata in molti Paesi in sviluppo. Sia il debito pubblico che quello privato sono attualmente a livelli molto elevati, con una particolare crescita del debito privato nei mercati emergenti. Anche se il debito pubblico rimane la parte più significativa della maggior parte dei Paesi a basso reddito ammissibili all'Ida, il credito commerciale è aumentato più di tre volte dal 2010 al 2019. Parte dell’iniziativa Release G20 sarà dunque il forte coinvolgimento del settore privato, attraverso le diverse piattaforme delle Nazioni unite o altre disponibili alla promozione del dialogo. Release G20 dovrà evitare che i creditori privati traggano vantaggio dalla moratoria e dalla cancellazione del debito, cercando di impedire che le risorse provenienti dalla sospensione dei pagamenti del debito alle istituzioni pubbliche vengano utilizzate come rimborso per i privati. Pertanto, è necessario che il G20, attraverso il B20 (imprese), si faccia portavoce e concluda accordi con i debitori intervenendo sul settore privato, individuando allo scopo riferimenti significativi quali il World business forum per lo sviluppo sostenibile, il World economic council e altri.
Release G20 richiede tra gli altri anche il coinvolgimento del G7, del Club di Parigi (il gruppo informale delle istituzioni finanziarie creditrici) nonché dell'Fmi e della Bm. L’Ue, come membro a pieno titolo del G20, potrebbe essere un forte alleato per la leadership italiana, con la forza della Bei, della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd) e delle Istituzioni finanziarie europee di sviluppo (Edfi). Un partner ideale nell'Ue sarà il Piano di investimenti esterni e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile che mira esattamente alla riduzione dei rischi per gli investitori privati, invitandoli a co-investire con i fondi SDG generati da Release G20.
La conversione del debito potrebbe e dovrebbe essere accompagnata dall'adeguamento dell'Aps attraverso la blended finance per creare posti di lavoro dignitosi e raggiungere un livello più elevato di sostenibilità, riducendo così la dipendenza dai finanziamenti esteri. Il Paese in cui si attiverà Release G20 avrà così la possibilità di sfruttare più fondi provenienti da fonti diverse, in aggiunta all’Aps che rimane comunque essenziale.
Il G20 rappresenta ad oggi il luogo fondamentale per definire e prendere comuni decisioni sul debito dei Paesi meno avanzati e più poveri; e l’Italia che ne ha appena assunto la presidenza di turno per il 2021 dovrebbe riuscire a porre all’attenzione del G20 e delle Ifi la necessità di trovare un accordo a lungo termine per la riduzione permanente del peso del debito, e di individuare un processo sistematico e sostenibile di ristrutturazione del debito sovrano anche per i Paesi più fragili e altamente indebitati che guardi e promuova gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, così come Release G20 propone.
Le interlocuzioni avviate da Link 2007 con la presidenza del Consiglio, i ministeri principalmente deputati ad affrontare la questione del debito, commissioni parlamentari, rappresentanti delle istituzioni europee, così come alcune tra le Ifi, hanno sinora raccolto un significativo consenso sulla necessità e opportunità di un’iniziativa come Release G20. Lo stesso ministro Luigi Di Maio, in una lettera del 26 Novembre, in risposta a Link 2007 sulla proposta Release G20, ha affermato: “Legare il tema della cancellazione, parziale o totale, e della conversione del debito alla realizzazione di politiche di sviluppo, significa compiere un passo importante nell’ottica del raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ciò è ancor più vero in questo momento, in cui la ripresa economica mondiale dovrà fondarsi sui principi di sostenibilità, inclusività e resilienza. In questa prospettiva, la proposta elaborata da Link 2007 contiene interessanti spunti in vista della presidenza italiana del G20”.
L’articolazione complessa del G20 e le necessità di confronto e coinvolgimento di portatori d’interesse così molteplici, anche oltre il G20, richiedono uno sforzo negoziale che oggi più che mai è necessario per individuare nuove modalità di finanziamento dello sviluppo, anche facendo leva sulle risorse pubbliche per attrarre investimenti privati responsabili che contribuiscano al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. L’Italia, come ponte naturale tra Europa e Africa, con la presidenza del G20, può assumere la leadership di questa iniziativa che, se decisa nel 2021, può trovare la sua attuazione concreta già dal 2022, come sarebbe auspicabile e come richiesto ormai, oltre che da Stati fragili e fortemente indebitati, da centinaia di organizzazioni della società civile a livello globale, da think tank, da leader spirituali, intellettuali, premi Nobel, personalità di importanza mondiale nell’economia culturale e finanziaria.
di Valeria Emmi, Link 2007, Advocacy Coordinator CESVI