L’insofferenza verso l’universo Esg si combatte con più comunicazione positiva
Il contesto si fa sempre più complicato. Per supportare la transizione sostenibile è indispensabile prendere in carico le critiche all’universo Esg e rispondere nel modo più appropriato.
di Sergio Vazzoler
Seppure il 2024 sia iniziato con la forte spinta a livello globale del World economic forum di Davos, dove a farla da padrona è stata ancora una volta la transizione ecologica, tra moniti nei confronti delle conseguenze del cambiamento climatico e appelli all’azione, in diversi sondaggi l’attenzione verso sostenibilità e ambiente, benché ancora significativa, ha iniziato a segnare qualche flessione.
“Nella comunità internazionale, nell’Unione europea, nelle istituzioni nazionali, nella società italiana, nelle nostre imprese, non tutti pensano che l’Agenda 2030 sia la bussola da seguire, al di là delle dichiarazioni di facciata”: la “fotografia”, scattata lo scorso anno dal direttore scientifico dell’ASViS Enrico Giovannini, inizia a trovare qualche esempio concreto anche da noi. In primis nelle richieste dei liberal-populisti nostrani che spingono il Governo a trovare correttivi alle nuove regole introdotte dall’Europa sulla rendicontazione di sostenibilità (Csrd), definite come l’ennesimo balzello a cui far fronte.
Quella della sostenibilità sarà quindi l’ennesima bolla? L’esperienza diretta sul campo, a contatto con le organizzazioni, dà un’indicazione assai diversa: le scelte aziendali, soprattutto quelle catalogabili come ambientali, sono spinte sempre più da un driver economico. Tanto che sono pronto a scommettere su un consolidamento dell’attenzione verso le tematiche di sostenibilità: ambiente, risk management, crisi climatica ma anche disuguaglianze sociali, diritti dei lavoratori, inclusione.
Chi si occupa di sostenibilità per professione, dovrà comunque combattere una battaglia. Come? Sicuramente cercando ancora di più chiavi di lettura positive, messaggi e approcci che mettano in luce le opportunità e i vantaggi che, attenzione, già esistono e quindi vanno condivisi. Oltre a sottolineare i costi, è necessario parlare anche dei risparmi economici e dei risvolti sociali dello sviluppo sostenibile: pensiamo a quanto le azioni di adattamento agli eventi climatici possano far risparmiare un’impresa, contenendo i danni a strutture e impianti e quanto tutto ciò impatti sul tessuto sociale della comunità locale.
Allo stesso tempo, però, dovremo essere in grado di prendere in carico le critiche e i segnali di insofferenza verso l’universo Esg. A partire da chi lamenta negli investimenti di sostenibilità un costo troppo elevato per le proprie tasche. Lo dovremo fare con molta attenzione, combattendo con determinazione e coraggio le strumentalizzazioni che intendono alimentare distorsioni, bias e polarizzazioni, ma al contempo facendo emergere le ragioni di chi davvero può patire alcuni squilibri reali nell’impatto sociale delle politiche green. Dovremo, in poche parole, fare tanta e buona comunicazione responsabile.
Copertina: Volodymyr Hryshchenko/unsplash