Il sogno americano di Facebook è un incubo
L'azienda fondata da Mark Zuckerberg è accusata di aver abusato del suo potere di mercato per annientare i concorrenti più piccoli.
di Luca De Biase
Il governo americano e 48 stati hanno denunciato Facebook per comportamenti monopolistici. L’accusa sostiene che Facebook adotta tattiche aggressive contro i potenziali competitori e nei casi in cui non riesce a bloccarli li acquista. Le vicende delle acquisizioni di Instagram e Whatsapp sembrano attestare questa versione dei fatti. Quelle acquisizioni, operate rispettivamente per 1 miliardo e 19 miliardi di dollari, hanno consentito a Facebook di crescere indisturbata nei social media, arrivando per esempio quest’anno a generare un fatturato per 70 miliardi e utili per 18,5 miliardi di dollari, quasi completamente in pubblicità e dunque grazie alla disponibilità dei dati sugli utenti che le sue piattaforme riescono a registrare. Ai tempi di quelle acquisizioni, l’agenzia che si occupa del commercio, la Ftc, aveva approvato. Ora non è più di questo parere.
Facebook lamenta il cambio di opinione come un attentato alla libertà di impresa. Ma i fatti sono arrivati alla consapevolezza delle autorità con il tempo. Soprattutto la concentrazione del controllo di dati personali, il quasi monopolio delle attività social online, la scarsa attenzione per i diritti degli utenti dimostrata dalla compagnia fondata da Mark Zuckerberg, la sua storia di acquisizioni di potenziali competitori che continua anche oggi, sta drasticamente erodendo il consenso intorno alla società e rendendo più facile una messa in discussione delle sue attività. Non manca chi ipotizza che Facebook possa essere condannata a separarsi da Instagram e Whatsapp.
di Luca De Biase, giornalista