Intelligenza artificiale e robot femminili rafforzeranno gli stereotipi di genere?
I robot e gli strumenti di assistenza vocale hanno spesso le sembianze delle donne: dagli stereotipi sessisti alla speranza di rendere lo sviluppo dell’Ai meno minaccioso, un articolo della Bbc ne analizza le ragioni e gli impatti.
di Maddalena Binda
La maggior parte degli strumenti di assistenza vocale o dei robot hanno voci e sembianze femminili. La Bbc analizza i motivi di questa scelta in un articolo di approfondimento sul legame tra Intelligenza artificiale e parità di genere.
Una scelta più o meno conscia
In alcuni casi i robot riflettono le sembianze di chi li ha creati. È il caso di Nadine, un social robot che assomiglia alla sua creatrice, la scienziata Nadia Magnenat Thalmann. O come Ai-Da, un robot umanoide artista, che è stato ispirato da Ada Lovelace, una matematica britannica vissuta nell’Ottocento e considerata la prima programmatrice di computer. “Le voci femminili sono tipicamente sottorappresentate sia nell’arte sia nella tecnologia” ha riferito alla Bbc Lisa Zevi, responsabile delle operazioni per il progetto Ai-Da, “vogliamo dare voce ai gruppi sottorappresentati”.
Un altro motivo potrebbe essere legato alla preferenza, in particolare delle donne, per le voci femminili: uno studio condotto da Karl MacDorman dell’Università dell’Indiana, ha dimostrato come le donne preferiscano voci femminili, mentre gli uomini non facciano particolari distinzioni. Tuttavia potrebbero esserci altre, più inquietanti ragioni dietro la scelta di un robot femmina, a partire dalla possibile associazione, anche inconscia, tra servizi di assistenza e donne. “MacDorman crede che questo possa essere considerato sessista perché i tipici ruoli dell’Intelligenza artificiale, fornire informazioni o assistenza al cliente, sono in un certo senso servili”, riporta la Bbc.
Ridurre il senso di minaccia
I robot umanoidi non hanno sempre avuto le sembianze di donne adulte. In alcuni casi assomigliavano a dei bambini. “L’idea era che, sembrando dei bambini, non avrebbero spaventano le persone che si sarebbero sentite più a loro agio nel farli entrare nelle proprie case”, ha riferito Kathleen Richardson della De Montfort University del Regno unito.
Anche le robot donne potrebbero ridurre il senso di minaccia che molte persone avvertono nei confronti dello sviluppo tecnologico ed essere adatte agli esperimenti di interazione tra essere umano e robot.
Lo sguardo maschile
Le preoccupazioni per la sessualizzazione e per l’impatto sulla parità di genere restano. “MacDorman è d’accordo sul fatto che gli uomini eterosessuali sviluppatori – ed è un’industria dominata da uomini – scelgano di creare robot femminili per il loro interesse nel sesso opposto”, scrive la Bbc.
In futuro i robot potrebbero usati sempre più per soddisfare desideri sessuali. In alcune città, come Barcellona, Berlino e Mosca, sono stati aperti dei bordelli di bambole sessuali. MacDorman vede delle possibilità di sviluppo crescenti per questo settore: l’Intelligenza artificiale potrebbe permettere ad alcune persone di evitare lo sforzo di relazionarsi con altri e la paura di essere rifiutati. Un pericolo è che la natura servile dei sistemi di Intelligenza artificiale possa alimentare il narcisismo dei suoi utilizzatori.
A causa degli alti costi di realizzazione, però, è probabile diventino più comuni personaggi interattivi e animati e non umanoidi tridimensionali. “Così come alcune persone possono permettersi automobili lussuose, così ci sarà chi potrà acquistare i robot” conclude MacDorman.