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Uaf, la startup che mette in collegamento gli anziani con i giovani

In Italia senior sempre più soli e oltre un terzo sono donne. Ma arriva una piattaforma che punta a farli sentire più integrati.

di Annamaria Vicini

Sono oltre sette milioni gli over 75 in Italia, il 60% sono donne. E circa la metà delle donne che, secondo la più recente classificazione, appartengono alla categoria degli anziani, vivono da sole.

La silver economy è nata proprio per rispondere alle esigenze di questa fascia d’età, che fa dell’Italia il secondo paese al mondo (dopo il Giappone) per anzianità della popolazione.

Ma se da qualche anno ormai sono nate aziende che offrono servizi come l’assistenza domiciliare e sanitaria, mancava invece qualcosa che aiutasse anche chi, pur essendo magari in buona salute, soffre di solitudine a causa dell’età avanzata. Non sempre infatti le famiglie, figli e nipoti, hanno il tempo e la disponibilità per occuparsi dei nonni i quali si ritrovano spesso a dover trascorrere ore e ore senza sapere come occupare il tempo e con scarse relazioni sociali. Studi scientifici hanno dimostrato che la mancanza di socialità in età avanzata può anche essere causa di malattie cardiovascolari e degenerative: stare in compagnia stimola infatti il sistema immunitario, la cui importanza abbiamo imparato a conoscere durante la recente pandemia.

Ed è proprio durante il periodo del lockdown che due ventinovenni, laureati al Politecnico di Milano e con diverse esperienze lavorative alle spalle sia in Italia che all’estero, hanno ideato e fondato la startup Uaf- Un nipote on demand con l’intento di mettere in comunicazione i senior (chiamati affettuosamente “nonni”) con i “nipoti”, ovvero ragazzi universitari motivati a dedicare del tempo per un impegno retribuito ma anche caratterizzato da un positivo scambio intergenerazionale.

E non è un caso infatti che la startup abbia di recente chiuso un round di finanziamento pre-seed da 220mila euro con un fondo italiano a forte impatto sociale (di cui non è dato conoscere l’identità per precise clausole contrattuali) e con i business angels (investitori informale che offrono capitale e conoscenze alle start-up che hanno buone prospettive di sviluppo) Riccardo Pozzoli e Riccardo Schiavotto.

Nata nello scorso mese di dicembre, la startup ha così preso il volo. “Siamo molto soddisfatti – commenta Cecilia Rossi, che con Matteo Fiammetta ha fondato l’impresa – Ora ci sentiamo più forti, ci sono persone che hanno dimostrato di credere in noi”.

L’idea, come anticipato, è nata durante il lockdown quando, costretta in casa e senza poter lavorare (“ero costumista teatrale e giravo molto per lavoro”) lei stessa ha potuto toccare con mano quanto possa pesare la solitudine.

“In quel periodo ho ripreso i contatti con Matteo, mio compagno alle elementari e amico d’infanzia, e abbiamo cominciato a pensare come poter aiutare chi la solitudine la vive sempre, ricordando le nostre nonne a cui entrambi siamo molto affezionati. Una volta usciti dal periodo di forzata clausura abbiamo verificato la nostra idea attraverso una serie di interviste ai possibili utenti, che ci hanno fatto constatare come l’esigenza di compagnia da parte delle persone in là con gli anni sia reale e diffusa”.

Uguale adesione entusiasta è stata riscontrata poi da parte degli universitari: un migliaio di “nipoti”, in maggioranza ragazze tra i 20 e i 26 anni (ma la fascia d’età prevista è più ampia, e va dai 19 ai 30) ha dato la propria disponibilità. Oltre al valore sociale, ad attrarre i giovani è anche la flessibilità dell’impegno che può quindi conciliarsi senza problemi con le attività di studio.

Partnership sono state quindi realizzate da Uaf con aziende che offrono questo tipo di servizio ai propri dipendenti come benefit, con le eesidenze sanitarie assistenziali, con imprese che erogano servizi di assistenza domiciliare e con alcuni centri medici.

Le attività più richieste sono l’accompagnamento per le uscite, la lettura e il commento di libri, l’apprendimento dell’uso di tecnologie per la comunicazione e l’intrattenimento come WhatsApp e YouTube, segno che anche la terza età sta subendo un processo di reale evoluzione. Grazie a un algoritmo proprietario la piattaforma presenta ai “nonni” richiedenti una rosa di due o tre “nipoti”, opportunamente selezionati. Durante l’iter di registrazione, infatti, ogni “nipote” inserisce in piattaforma una serie completa di dati, incluse inclinazioni e abilità; al momento del match, saranno proprio questi dati che serviranno a creare la rosa dei profili che meglio rispondono alle esigenze dell’utente.

Uaf – Un nipote on demand ha vinto a marzo l’edizione 2022 di Talent garden per InnovaMi, nata per raccogliere le idee più innovative da implementare nello Smart district Milano4You, che verrà realizzato da Red e i suoi partners a Segrate.

Stando alle previsioni dei demografi la silver economy è destinata a diventare un settore sempre più importante e significativo. Secondo l’Istat la sopravvivenza è prevista in aumento: entro il 2065 la vita media dovrebbe crescere di oltre cinque anni per entrambi i generi, giungendo a 86,1 e 90,2 anni rispettivamente per uomini e donne (80,6 e 85 anni nel 2016).

di Annamaria Vicini

giovedì 9 giugno 2022