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Onu e Ocse: lo sviluppo sostenibile è fortemente legato al futuro delle città

Edilizia efficiente, trasporti pubblici, ma anche una migliore pianificazione urbana e una governance aperta alla partecipazione: proposte dalle organizzazioni internazionali per evitare che le metropoli diventino ingestibili.

di Tommaso Tautonico

Le città offrono posti di lavoro, servizi pubblici, privati, infrastrutture e opportunità educative. Con il 68% della popolazione mondiale che nel 2050 vivrà nelle aree urbane, le città giocheranno un ruolo fondamentale nello sviluppo sostenibile.  Così come dimostrano una serie di documenti pubblicati dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, Ocse, dedicati al tema dello sviluppo delle città, e il nuovo “World cities report 2022: Envisaging the future of cities” del Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, Un Habitat, mentre le dimensioni delle città crescono, dovranno affrontare le sfide per diventare climaticamente neutre, ridurre la propria impronta ambientale e rispondere ai crescenti bisogni delle popolazioni.

Edilizia sostenibile. Le città rappresentano più del 70% delle emissioni globali di CO2 legate all'energia. La maggior parte delle emissioni provengono dagli edifici, evidenziando l'urgente necessità di migliorare l'efficienza energetica delle case e ripensare il modo in cui costruiamo. La decarbonizzazione degli edifici, in particolare degli edifici più vecchi, attraverso miglioramenti dell'efficienza energetica e dell'uso di energia rinnovabile non solo riduce le emissioni di carbonio, ma genera vantaggi in termini di salute, accessibilità energetica e mercato del lavoro. La maggior parte delle città, dichiara l’Ocse, nel Report “Decarbonising Buildings in Cities and Regions” hanno implementato strategie mirate all’efficienza, ma hanno difficoltà nell'attuarle. Ministeri a compartimenti stagni, frammentazione istituzionale e quadri di monitoraggio scadenti, sono tra i principali ostacoli nella trasformazione delle strategie in azioni. La collaborazione tra i vari livelli di governo è fondamentale per superare gli ostacoli e progredire nella decarbonizzazione degli edifici.

Trasporti più verdi. Le emissioni di carbonio dei trasporti, evidenzia l’Ocse nel Report “Itf transport outlook 2021” aumenteranno del 20% nei prossimi 30 anni. I trasporti totali, rispetto al 2015, raddoppieranno entro il 2050. Il trasporto passeggeri aumenterà di 2,3 volte. Il trasporto merci aumenterà di 2,6 volte. Dato che i veicoli privati ​​rappresentano i tre quarti delle emissioni di CO2 di tutti i trasporti urbani, sarà fondamentale ridurre la dipendenza dalle automobili. Le attuali politiche di decarbonizzazione dei trasporti non sono sufficienti per rendere sostenibile il trasporto passeggeri e merci.

Le città in prima linea negli SDGs. Il Rapporto Ocse “The sustainable development goals as a framework for Covid-19 recovery in cities and regions” stima che il 65% dei 169 target contenuti negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile non potrà essere raggiunto senza il coinvolgimento dei governi subnazionali. Lo sviluppo sostenibile e resiliente dipende dalla corretta gestione della crescita urbana. Moltissime città stanno sfruttando gli SDGs per modellare le proprie strategie di ripresa dalla pandemia, ma persistono divari nella governance multilivello.
Che tipo di città dunque immaginiamo all'indomani della pandemia? Che tipo di città è necessaria per sostenere l'umanità? Il rapporto World cities report 2022 di Un Habitat non ha dubbi: al centro delle città ci deve essere la capacità di costruire resilienza economica, sociale e ambientale, comprendendo una governance e delle istituzioni adeguate. Il processo per rendere le città più resilienti funziona solo se è lungimirante, inclusivo di tutti gli stakeholder e propositivo.

Disegnare la città del futuro. Per affrontare questa sfida, il futuro urbano, per essere sostenibile deve: dare la priorità alla riduzione della povertà e della disuguaglianza; promuovere economie urbane produttive e inclusive che offrano opportunità a tutti; adottare politiche e azioni ambientali che mitighino e si adattino ai cambiamenti climatici, promuovano l'energia pulita e proteggano gli ecosistemi; integrino la salute pubblica nello sviluppo urbano; facilitino la pianificazione urbana reattiva e sistemi di governance in cui finanza, innovazione e tecnologia svolgono un ruolo fondamentale.

L'urbanizzazione è inevitabile. Per questo, un’efficace pianificazione urbana territoriale sarà fondamentale per mitigare gli aspetti negativi sociali, economici e ambientali associati alla futura crescita delle città. La crescita delle aree urbane nei Paesi a basso reddito, ad esempio, richiederà sforzi sostanziali in termini sia di pianificazione che di investimenti infrastrutturali. La pianificazione dovrebbe essere intrapresa prima dell’espansione delle città, garantendo coerenza politica negli investimenti necessari. I governi, per affrontare povertà e disuguaglianza, dovranno investire ed estendere infrastrutture e servizi ai quartieri urbani svantaggiati. L'accesso all'acqua e ai servizi igienici può essere una questione di vita o di morte per gli abitanti più poveri delle città. Mirare a migliorare la qualità, la copertura e l'accessibilità alle zone più svantaggiate e povere, dovrebbe essere una questione di priorità politica.

La diversificazione economica sarà un pilastro fondamentale per la resilienza economica urbana e per un futuro urbano produttivo: la “New urban agenda” incoraggia i governi a dare priorità alla diversificazione economica, sostenendo la transizione verso una maggiore produttività dei settori ad alto valore aggiunto  e all’innovazioni tecnologica, creando lavori di qualità, più dignitosi e produttivi. La mancata diversificazione delle economie urbane renderà le città estremamente vulnerabili agli shock futuri, specialmente nelle regioni in via di sviluppo e nelle città che dipendono fortemente da singole industrie come il turismo, la produzione o l'estrazione di risorse naturali.
Le città dovrebbero abbracciare l'economia circolare come una nuova frontiera nella ricerca della sostenibilità e della resilienza: la New urban agenda promuove l'adozione di politiche che porteranno a un'economia urbana circolare più vicina a consumi e produzioni sostenibili. Guardando al futuro, le città devono facilitare e promuovere una ripresa più verde per le economie resilienti. L'adozione dell'economia circolare può generare ulteriori posti di lavoro, aumentando la produttività urbana.

I responsabili politici a tutti i livelli devono riconoscere e sostenere il ruolo delle aree urbane nella transizione verso un futuro ad emissioni zero. Oltre alle azioni a livello nazionale, il raggiungimento dell’obiettivo dipende anche dall'azione subnazionale e a livello di città. La pianificazione urbana dovrebbe essere mirata a un futuro più verde, le misure per riprendersi dalla pandemia dovrebbero aiutare le città a mitigare e rispondere meglio ai cambiamenti climatici. È necessario un cambio di paradigma verso opzioni di mobilità ed energia rispettose dell'ambiente e incentrate sull'uomo. Ciò può essere ottenuto attraverso trasporti pubblici efficienti e nuove forme di mobilità attiva, più efficienti dal punto di vista energetico come i veicoli elettrici.

La ripresa post Covid-19 dovrebbe garantire una transizione verso un futuro urbano più equo e inclusivo per tutti: i programmi di ripresa dovrebbero dare la priorità alle esigenze dei gruppi più vulnerabili ed emarginati, comprese le minoranze etniche, i poveri, gli immigrati, i rifugiati e coloro che occupano alloggi in modo precario. Se le città adottassero l'approccio “Health in all policies”, potrebbero fare progressi su più SDGs. L'aggiunta di una prospettiva sanitaria nel processo decisionale urbano può contemporaneamente migliorare la salute (Goal 3), combattere la povertà (Goal 1), promuovere l'uguaglianza di genere (Goal 5) e migliorare l'accesso all'energia pulita e alle infrastrutture resilienti al clima (Goal 7 e 9).

La futura governance urbana dovrebbe prevenire shock e interruzioni. Affinché la governance urbana sia preparata a vivere un'era di minacce e interruzioni globali, sarà necessaria un'azione collaborativa, in grado di rispondere agli shock in modo efficace e inclusivo. Una governance multilivello efficace deve bilanciare quadri giuridici chiari con un approccio flessibile a nuovi partenariati, cooperazione, solidarietà e azione collettiva tra attori statali e non statali.

Con il previsto aumento degli shock globali, comprese le crisi climatiche, di sicurezza e di salute pubblica, la necessità di fiducia e legittimità delle istituzioni è cruciale. Con città sempre più grandi, la distanza tra i governi e i loro cittadini è aumentata. Una comunicazione efficace, opportunità di partecipazione significative e strutture di responsabilità integrate nelle relazioni di governance sono risposte necessarie.
Le pratiche di innovazione devono essere adattate ai contesti locali: le città più piccole assieme alle città dei Paesi emergenti e in via di sviluppo potrebbero aver bisogno di approcci alternativi rispetto a quelli perseguiti dalle città più grandi e dalle regioni metropolitane. Le amministrazioni cittadine possono dare l'esempio, innovando la pianificazione e i processi decisionali, rendendoli più aperti, collaborativi e inclusivi. Le amministrazioni cittadine dovrebbero abbracciare le tecnologie a basse emissioni di carbonio, mitigando gli effetti ambientali negativi a esse legate, come ad esempio i problemi ambientali associati all'estrazione delle terre rare (il litio per le batterie dei veicoli elettrici), i rifiuti elettronici tossici e l'elevato consumo energetico di alcune tecnologie come la blockchain.

fonte dell'immagine di copertina: castenoid/123rf

mercoledì 13 luglio 2022