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Il discorso di Mario Draghi fa discutere: nuove regole per il futuro dell'Europa o rischio paralisi

Da Cambridge l’ex premier chiede di ridefinire l’Unione europea, anche attraverso la modifica dei trattati. Le parole accendono il dibattito in Italia. Il testo e il video integrali.

di Andrea De Tommasi

Secondo alcuni è il manifesto degli europeisti contro l’avanzata nazional-populista, altri lo considerano una critica senza appello all’architettura del governo europeo. L’intervento di Mario Draghi al National Bureau of Economic Research di Cambridge, in Massachusetts, ha innescato un acceso dibattito anche nella stampa italiana. E diversi quotidiani, tra cui il Foglio, la Stampa e il Sole 24 Ore, hanno dato ampio risalto alle parole dell’ex premier e già presidente della Bce, pubblicando il testo integrale tradotto dall’inglese.

Ma cosa ha detto Draghi martedì 11 nella sua lectio magistralis? Innanzitutto ha chiesto di accelerare l’integrazione dell’Unione europea attraverso un vero processo politico, in cui l’obiettivo finale sia “esplicito fin dall’inizio” e approvato dagli elettori sotto forma di una modifica del Trattato europeo.

Draghi non ha nascosto le difficoltà di questo percorso, che è “fallito a metà degli anni 2000 e da allora i politici l’hanno evitato, ma credo che ora ci siano più speranze di movimento”. D’altronde, ha aggiunto Draghi, “man mano che l’Ue si allarga ulteriormente per includere i Balcani e l’Ucraina, sarà essenziale riaprire i trattati per garantire che non si ripetano gli errori del passato, allargando la nostra periferia senza rafforzare il centro”.

Per l’ex premier gli europei sono più pronti rispetto a vent’anni fa a intraprendere questa strada, perché “oggi hanno davvero solo tre opzioni: paralisi, uscita o integrazione”. Draghi ha sottolineato che “la possibilità di uscire dall’Ue è passata dalla teoria alla realtà con la Brexit e, mentre i vantaggi dell’uscita dall’Ue appaiono altamente incerti, i costi sono fin troppo visibili”. Ma la guerra in Ucraina ha ridefinito “più profondamente” l’Unione europea, ha osservato, soprattutto nella consapevolezza “che il nostro futuro è interamente nelle nostre mani, e nella nostra unità”.

Draghi ha auspicato che l’Europa si doti di nuove regole che le consentano di affrontare shock comuni piuttosto che, come accaduto nel passato, singole crisi. “La natura degli shock che stiamo affrontando sta cambiando. Con la pandemia, la crisi energetica e la guerra in Ucraina, “ha detto”, ci troviamo sempre più di fronte a shock comuni e importati piuttosto che a shock asimmetrici, creati internamente. Ciò sposta il problema dal sostenere gli stati in difficoltà all’affrontare sfide condivise, creando così un diverso allineamento delle preferenze politiche”.

“Appaiono, dunque, sempre più necessarie”, ha proseguito l’ex premier, “regole che facilitino il massiccio fabbisogno di investimenti di cui abbiamo bisogno. E dobbiamo garantire la credibilità a medio termine delle politiche fiscali nazionali in un contesto di livelli di debito post-pandemia molto elevati”.

Draghi ha ricordato che le strategie che in passato avevano assicurato la prosperità e sicurezza dell’Europa – affidarsi agli Stati Uniti per la sicurezza, alla Cina per le esportazioni e alla Russia per l’energia – oggi sono diventate “insufficienti, incerte o inaccettabili”. E le sfide del cambiamento climatico e della migrazione fanno aumentare il senso di urgenza per una reale integrazione.

Le reazioni, dicevamo. Luca Geronico su Avvenire ha definito il discorso dell’ex premier “decisamente importante e tutto politico”, che punta a “segnare l’ora di una svolta nell’europeismo sinora detto dai suoi detrattori dei ‘tecnocrati’. Ecco in sintesi il Draghi pensiero”.

“Con colpevole ritardo pare stia cadendo il tabù dell’inviolabilità dell’attuale Unione Europea rimasta sorda pure al grido di allarme lanciato nel 2016 dai cittadini del Regno Unito che in un referendum decisero per la Brexit”, gongola il direttore di Libero Alessandro Sallusti. Per il quale l’uscita di Draghi è una presa d’atto che l’Europa ha sbagliato strada, “perché rispetto ai tempi della sua fondazione il mondo è cambiato e chi sostiene l’inverso è in pericolosa malafede”.

Leggi il testo integrale tratto da il Foglio

fonte dell'immagine di copertina: ansa.it

venerdì 14 luglio 2023