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Capacità e libertà d’azione per il futuro dell’Ue attraverso la previsione strategica

La nuova previsione strategica dell’Ue è strutturata in dieci aree politiche d’azione. Attraverso la valutazione dei bisogni e la proiezione degli scenari futuri, la Commissione europea indica le necessarie risposte dell’Unione.  

di Luigi Di Marco 

L’8 settembre 2021, la Commissione europea ha adottato la relazione di previsione strategica 2021: la capacità e la libertà d’azione dell’Ue,  perseguendo lo scopo di informare e assistere il processo di definizione delle politiche per garantire che le azioni a breve termine siano motivate da obiettivi a lungo termine.  ASviS nel documento di analisi al Pnrr presentato il 27.5.2021 ha già inserito come raccomandazione il riferimento alla previsione strategica dell’Ue quale quadro d’orientamento per uno sviluppo coerente e consapevole delle sfide del futuro, da valutare in sede di processo normativo nazionale, insieme alle analisi di conformità e d’impatto ex-ante rispetto agli SDGs.

Nell’inquadrare il significato della pressione strategica, la Commissione riporta come inciso: “l'ordine globale emergente è sempre più multipolare e contestato. Anche se non possiamo essere certi di ciò che ci riserva il futuro, spetta a noi lavorare allo scenario più favorevole per preservare e migliorare la capacità e la libertà di azione dell’Ue, sulla base di una chiara comprensione di megatrend, incertezze e opportunità”.

Come avvenuto lo scorso anno con l’adozione della prima previsione annuale strategica dell’Ue “tracciare la rotta verso un’Europa più resiliente”, il documento adottato si avvale del lavoro scientifico predisposto dallo stesso Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea. Il titolo della relazione predisposta dal Jrc quest’anno è "plasmare e garantire l’autonomia strategica aperta dell’Ue entro il 2040 e oltre".

La previsione parte dall’analisi di quattro mega-trend principali:

  • Cambiamenti climatici e altre sfide ambientali;
  • Iperconnettività digitale e trasformazione tecnologica;
  • Pressione sui modelli di governo democratici e relativi valori;
  • Cambiamenti nell’ordine globale e nella demografia;

Andando poi a definire dieci specifiche aree di azione politica in risposta agli stessi megatrend individuati, che di seguito sintetizziamo.

  1. Assicurare sistemi sanitari e alimentari sostenibili e resilienti

La Commissione valuta che i sistemi sanitari europei sono tra i più avanzati al mondo, ma bisogna investire meglio nella loro sostenibilità e resilienza. Investimenti sono necessari in sistemi innovativi quali la telemedicina, nella capacità della forza lavoro impiegata, nella prevenzione. Vanno valutate le criticità prossime e future legate all’invecchiamento della popolazione, curando che siano messi a disposizione di anziani e disabili strumenti adeguati per una loro maggior autonomia e indipendenza.  

La pandemia ha messo a nudo la fragilità dell’Ue legata alla dipendenza da paesi terzi di beni critici essenziali quali i prodotti farmaceutici. Una parte importante dei principi attivi utilizzati per i farmaci generici proviene dall'India e dalla Cina, così come la maggior parte delle materie prime e dei prodotti intermedi utilizzati in campo farmaceutico, con implicazioni sulla disponibilità e l’accessibilità economica di questi prodotti. É pertanto necessario che l’Ue riduca la sua vulnerabilità individuando fonti di approvvigionamento alternative e aumentando la capacità di produzione di farmaci al suo interno, supportata dall’innovazione di processo per contenere i costi.

L’iniziativa Unione della salute avviata dalla Commissione lo scorso novembre 2020 rafforzerà la risposta del’Ue nel rispondere a future crisi sanitarie.

Sul fronte dei sistemi alimentari, la previsione strategica conta sull’apporto di nuove tecnologie per il rafforzamento della resilienza e sostenibilità a fronte delle prossime sfide climatiche e ambientali che impatteranno sui sistemi di produzione. Evidenzia anche come cambiamenti nelle diete e nella domanda avranno influenza con benefici anche per la salute delle persone. L’adozione di un quadro normativo per sistemi sostenibili di produzione e consumo potrà accelerare la transizione verso una maggior sicurezza alimentare.

  1. Garantire un processo di decarbonizzazione e l’accessibilità delle risorse energetiche

Con il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, l’Ue potrà ridurre la sua dipendenza energetica dall’attuale 60% al 15%. Ciò dovrà essere supportato anche da progressi nell’economia circolare. Il processo di decarbonizzazione creerà ampie opportunità di business per l’Ue, ma dovrà essere accompagnato da ricerca pubblica nei settori fuori mercato. Dovrà essere inclusa nei costi dei beni anche una tariffazione realistica delle esternalità negative dei processi di produzione.  

La decarbonizzazione avrà effetti a lungo termine sulle dinamiche geopolitiche, riducendo talune dipendenze, e facendone emergere di nuove. La transizione richiede sforzi di cooperazione affinché le economie emergenti possano scavalcare la diffusione d’infrastrutture di produzione da fonte fossile, adottando direttamente alternative a minore intensità di carbonio. 

La Commissione valuta positiva per la resilienza di sistema una produzione decentralizzata accoppiata con adeguate garanzie di cibersecurity, rispetto agli attuali sistemi centralizzati e più vulnerabili.

  1. Rafforzare la capacità nella gestione dei dati, della Intelligenza Artificiale e tecnologie all’avanguardia

“La sovranità digitale dell’Europa dipenderà dalla capacità di conservare, estrarre e processare informazioni, soddisfacendo a requisiti di fiducia, sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali”.

A queste condizioni la trasformazione digitale potrà avere un’effetto positivo sull’economia e la competitività dell’Ue. La Commissione richiama gli sforzi profusi per nuovi investimenti anche nell’ambito dei fondi per la ripresa del NextGenerationEu.

Come particolare criticità evidenzia che attualmente, i dati prodotti nell'UE sono in gran parte archiviati ed elaborati nel cloud storage gestito da fornitori non Ue, il che li rende soggetti alle giurisdizioni di paesi terzi creando dipendenze strategiche e rischi di cybersecurity e protezione dei dati personali, oltre a conferire benefici commerciali a soggetti esterni all’Ue. In risposta l’Ue deve aumentare la propria capacità di immagazzinare dati e ridurre la dipendenza e di svolgere un ruolo di leader nel promuovere standard e valori per economia digitale e intelligenza artificiale nel mercato internazionale.

Di fronte all'aumento esponenziale della domanda di semiconduttori, l'UE deve posizionarsi più saldamente nello sviluppo e nella produzione di tecnologie di prossima generazione.

  1. Garantire e diversificare le catene di approvvigionamento delle materie prime

Le materie prime critiche sono essenziali per la duplice transizione verde e digitale. La Commissione evidenzia che l'espansione delle tecnologie verdi, come quelle alla base dell'energia eolica e solare, dell'accumulo di energia domestica e della produzione di batterie per veicoli elettrici farà aumentare la domanda di materie prime come cobalto, litio, grafite, manganese e nichel nei prossimi due decenni: materie prime di cui l’Ue è strutturalmente dipendente dalle importazioni. La domanda di nuove tecnologie in rapida diffusione come ad esempio i droni, le tecnologie di difesa militare, la produzione di aerei, concorrerà al rialzo della domanda complessiva di materie prime critiche in maniera esponenziale da qui al 2030. Come avverte la Commissione ciò coinciderà con una ripresa della disponibilità dei principali fornitori a imporre restrizioni all’esportazione.

É pertanto necessario adottare “un mix intelligente di politiche industriali, di ricerca e commerciali con partenariati internazionali” per garantire un'offerta sostenibile e diversificata. All’interno del mercato unico, le politiche industriali devo esplorare ogni possibilità di sostituzione dei materiali rari, prolungare la vita dei prodotti, attuare rigorosamente i principi dell’economia circolare.

  1. Assicurarsi i vantaggi come promotori degli standard globali

L’Ue è competitiva quale promotore alla definizione di standard. Come evidenzia la Commissione sono ancora i settori dell’innovazione verde, del digitale e dell’intelligenza artificiale al centro dell’argomento. Riferisce che la Cina ha avviato un programma per la definizione di standard al 2035, ma con la considerazione non positiva che “il capitalismo di stato cinese non è sempre compatibile con una regolamentazione globale aperta, con standard incentrati sull'umano e valori sostenibili”.

Il ruolo ricoperto dall’Ue sul mercato globale rende comunque forte la sua posizione nella definizione di standard. La Commissione rimarca che “l'Ue è il principale attore nel commercio mondiale e il primo partner commerciale per 74 paesi, più della Cina (66) e degli USA (31)”. Evidenzia come sia cruciale mantenere la sua posizione di leadership mondiale per standard adeguati a rispondere alle sfide dai cambiamenti climatici, ai requisiti di sostenibilità e protezione dei consumatori. Impegna l’Ue ad aumentare ulteriormente i propri sforzi anche negli enti internazionali di normazione quali l’Iso.

  1. Costruire sistemi economici e finanziari resilienti e a prova di futuro

“Un'economia resiliente e stabile è fondamentale per affrontare le sfide a lungo termine dell’Ue”. Come si evidenzia, il modello europeo di economia sociale di mercato è punto cardine del proprio ordine democratico, nel proteggere le persone contro rischi e relative conseguenze. La Commissione valuta che il sistema finanziario europeo subirà trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici e alle nuove tecnologie. Dovrà rispondere al bisogno di finanziare la transizione a un’economia climaticamente neutra e resiliente al degrado ambientale mettendo a disposizione 470 miliardi di euro in più ogni anno per raggiungere gli obiettivi fissati al 2030, richiedendo una mobilitazione massiva di capitali privati. Sarà necessaria una maggiore trasparenza sull’impronta ecologica dei prodotti finanziari, evitando fenomeni di greenwashing. Allo stesso tempo cambiamenti climatici e degrado ambientale influenzeranno la stabilità finanziaria in maniera diretta o a causa di più frequenti e severi eventi climatici estremi.

Anche cripto-valute e finanza digitale potranno creare nuove opportunità ma a condizione che siano tutelati cittadini e imprese.

L'Ue deve continuare a essere in prima linea a livello mondiale nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo e garantire garanzie adeguate contro gli scopi illeciti

  1. Sviluppare e trattenere competenze e talenti corrispondenti alle ambizioni europee

Anche in questo caso il riferimento per lo sviluppo delle competenze è la domanda determinata dalla duplice transizione verde e digitale. Oltre che dalle criticità che saranno poste dai trend demografici. Il tema non è solo legato ai bisogni della produzione economica come fine in sé, ma della necessità di rispondere a necessità di equità sociale e di condizioni di lavoro dignitose, di più ampia possibile partecipazione al mercato del lavoro, anche da parte delle donne e dei giovani abbassando il livello di dipendenza di chi non ha lavoro su chi un lavoro lo svolge. Unitamente anche all’integrazione ordinata dei migranti in risposta alle necessità del mercato del lavoro europeo. Centrali saranno le politiche di transizione dei lavoratori verso le nuove professionalità richieste da un mercato in forte trasformazione, e l’incentivazione dei talenti per mitigare la fuga dei cervelli anche tra le stesse regioni dell’Ue, con la considerazione che "la futura forza lavoro dell'Ue sarà probabilmente più istruita e più in grado di adattarsi alla natura mutevole del lavoro e all’aumento dell’intelligenza di sistema".

  1. Rafforzare capacità di sicurezza e difesa, accesso allo spazio

La Commissione valuta “necessaria un'azione per mitigare l'aumento del rischio di conflitto, instabilità interna e interruzione delle infrastrutture critiche”.

L’argomento riguarda la resilienza agli shock che potrebbero derivare anche dagli eventi climatici estremi, alluvioni, incendi, nuove pandemie, altri disastri naturali o antropogenici. Indica che dunque vanno rafforzate le capacità di cooperazione tra Stati e i servizi di protezione civile.

Anche sul fronte minacce di conflitti armati, l’Ue deve meglio prepararsi nella risposta: “pur promuovendo un ordine internazionale basato su regole e cooperando fortemente con la Nato, l'Ue dovrà migliorare la sua preparazione per un mondo più conflittuale”.

Anche in quest’ambito al Commissione indica necessario per l’Ue investire nelle tecnologie spaziali acquisendo maggior autonomia, anticipando rischi futuri quali il cyber-spionaggio, ma anche per il futuro delle telecomunicazioni quale parte essenziale della futura espansione delle tecnologie digitali.

  1. Cooperare con i partner globali per promuovere pace, sicurezza e prosperità per tutti

“Il multilateralismo deve modificarsi per perseguire il suo scopo”. La Commissione evidenzia come l’Ue sia in prima linea nel definire un ordine globale basato su regole con al centro le Nazioni unite, di proporre le riforme necessarie delle organizzazioni internazionali, sottolineando come la crisi Covid-19 e la crisi climatica dimostrano la necessità di un’azione cooperativa globale tra Stati, per prepararsi a rispondere al meglio “senza lasciare nessuno indietro”. Segnala in particolare la necessita di rivedere le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio poiché più forti strumenti di difesa sono necessari per prevenire e correggere pratiche commerciali sleali.

Mette in evidenza il proprio impegno per l’accordo di Parigi, la realizzazione dell’Agenda 2030 e il futuro quadro per la biodiversità post-2020, evidenziando come con il Covid-19 siano aumentate le criticità nel finanziare le azioni. In particolare riferisce come i paesi in via di sviluppo hanno visto incrementare il costo di servizio del debito mediamente al 30% delle loro entrate, rispetto al precedente 20%. Indica che l'UE dovrebbe continuare a svolgere un ruolo chiave nel massimizzare il sostegno alla transizione a livello globale, oltre ad attuare la propria trasformazione.

Altri temi centrali per la diplomazia Ue nel mondo individuati dalla relazione, riguardano ancora la governance ambientale degli oceani, e la difesa dei diritti umani attraverso un mix di misure quali dialogo politico, regimi sanzionatori, partnership strategiche, responsabilizzazione delle imprese.

  1. Rafforzare la resilienza delle istituzioni

“Le istituzioni e le amministrazioni pubbliche devono rispondere alle preoccupazioni della società ed essere efficaci nell'attuazione delle politiche”. La Commissione evidenzia la necessità di istituti partecipativi e di coinvolgimento dei cittadini, richiamando anche la Conferenza sul futuro dell’Europa. I temi critici in quest’area riguardano anche il contrasto alla disinformazione e la libertà d’espressione, protezione della libertà dei media e pluralismo. In quest’ultima area d’azione, la Commissione indica la proposta d’istituire una rete europea dei “Ministri del Futuro”, che ampli le capacità di previsione strategica dall’Ue in ogni singolo Stato membro e prepari meglio l’Ue nel suo insieme a rispondere alle sfide del futuro.

Una maggiore preparazione significa anche un migliore monitoraggio della resilienza per affrontare le sfide e affrontare le transizioni in modo sostenibile, equo e democratico. Per cui la Commissione ha predisposto dei cruscotti di resilienza, da considerare un importante passaggio verso un approccio più integrato per misurare il benessere oltre il Pil.

Gli stessi cruscotti sono aperti a commenti e contributi da parte dei cittadini dell’Ue fino al 30 settembre 2021.

Nelle conclusioni la Commissione europea cosi sintetizza la sua posizione: “l'Ue perseguirà con determinazione la neutralità climatica entro il 2050 e rafforzerà la sua leadership mondiale in questo senso. Un'economia più circolare sarà alimentata da energia decarbonizzata, tecnologie verdi e digitali e talenti di livello mondiale. Le due transizioni rafforzeranno la competitività, genereranno opportunità economiche e sociali e contribuiranno all'ordine globale, riducendo al contempo le dipendenze strategiche”. Dichiarando come inciso che “nel perseguire la leadership globale verso il 2050, l'Ue non si chiuderà al suo interno ma rimarrà ferma sui suoi principi e valori e agile nella sua condotta”.

di Luigi Di Marco, curatore della rubrica ASviS "Europa e Agenda 2030"

 

giovedì 23 settembre 2021