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Gli imprenditori chiedono politiche coordinate per garantire competitività e decarbonizzazione

Il B7 summit tra le associazioni datoriali dei Paesi più sviluppati si è concluso con un documento di raccomandazioni che guarda al futuro. Intelligenza artificiale e transizione energetica al centro del dibattito.

mercoledì 22 maggio 2024
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Massimizzare i benefici dell’intelligenza artificiale, stimolare la transizione energetica, favorire l’economia dei dati, sviluppare il “potenziale dei talenti”, stimolare la partnership pubblico-privato per rafforzare il peso economico del G7: queste alcune tra le strategie di lungo termine esposte durante il B7 summit, incontro di alto livello tra le confederazioni industriali, gli esponenti di spicco del settore privato e i ministri dei Paesi del G7, nato per identificare le sfide future dell’agenda economica globale. Il meeting, che si è svolto a Roma il 17 maggio sotto la guida di Emma Marcegaglia, ha prodotto una serie di raccomandazioni che Marcegaglia ha consegnato alla presidente del consiglio Giorgia Meloni in vista del summit del G7 che si terrà in Italia a metà giugno.

“Trattandosi di uno dei principali catalizzatori della trasformazione della nostra era, l’intelligenza artificiale, in sinergia con altre tecnologie abilitanti, può migliorare la produttività e la resilienza economica, ottimizzare il funzionamento delle catene globali del valore e migliorare la pianificazione delle infrastrutture, la gestione delle risorse naturali e la previsione della domanda energetica, apportando benefici alla mitigazione del clima”, si legge nella dichiarazione finale presentata dal B7. Un chiaro segnale di fiducia verso l’AI: “Investire nell’intelligenza artificiale e nelle sue applicazioni in modo etico e inclusivo introdurrà le industrie nell’economia dei dati, espanderà il mercato del lavoro e migliorerà il progresso in settori chiave come la sanità e le scienze della vita”.

Draghi, Letta e Giovannini su competitività e investimenti sociali per il futuro dell’Europa

I materiali disponibili sulle relazioni dei tre italiani all’High level conference di La Hulpe. Con un’idea comune: l’Unione europea può sopravvivere nella competizione globale solo con una maggiore integrazione.

 

Tema molto caldo anche quello delle sfide energetiche e ambientali. “Le politiche industriali e i quadri normativi dei Paesi del G7 dovrebbero convergere garantendo al tempo stesso la sicurezza energetica, la competitività e la decarbonizzazione”. L’obiettivo è dunque quello di investire in tecnologie sostenibili e a basse emissioni di carbonio seguendo, però, il principio della piena neutralità tecnologica, secondo cui la transizione energetica è realizzabile attraverso un approccio flessibile rispetto alle tecnologie disponibili, facendo rientrare nel conto anche fonti più inquinanti come il gas naturale.

Senza investimenti non possiamo fare la transizione energetica e digitale e rischiamo di restare indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina”, ha detto Marcegaglia in chiusura del summit. “Il presidente Draghi ha parlato della necessità solo per l'Europa di 500 miliardi all'anno. Bisogna trovarli, chiederemo di avere a livello europeo degli eurobond, un debito comune per portare avanti questi investimenti, ma bisogna anche fare in modo che ci sia un unico mercato dei capitali perché sia più facile per i privati investire”.

Il contributo dei Paesi del G7 nello sviluppo di tecnologie pulite, si legge nel documento, è “fondamentale” per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione di emissioni nette zero al 2050. Per questa ragione, già entro il 2030 il B7 punta a un aumento degli investimenti nel settore del 140%.

Anche per quanto riguarda l’efficienza energetica, l’obiettivo per il B7 è passare dal 2,3% del 2019 al 5,5% nel 2030.

Secondo le confederazioni industriali, il G7 dovrebbe anche rendere operativo il meccanismo loss and damage (risarcimento per le nazioni che subiscono le perdite e i danni maggiori dovuti al cambiamento climatico), promuovere la cooperazione e stimolare il trasferimento tecnologico (dai Paesi più avanzati a quelli meno sviluppati) garantendo il rispetto della proprietà intellettuale e industriale. Una transizione giusta, conclude il B7, “richiede la creazione di infrastrutture per dare maggiore potere ai consumatori e alle micro, piccole e medie imprese al di là delle aree più avanzate”.

Infine, il summit ha posto l’accento sulla necessità di rendere operativo il “Data free flow with trust”, meccanismo che mira a promuovere il libero flusso dei dati garantendo al contempo la fiducia nella privacy, sicurezza e diritti di proprietà intellettuale. Cruciale anche “liberare il potenziale dei talenti” attraverso una riforma dei sistemi educativi per soddisfare le esigenze dei settori lavorativi emergenti, “facilitando la transizione dall’istruzione al lavoro”. Parallelamente, si legge sempre nel documento, “il G7 deve lottare per garantire condizioni di parità a livello globale”, eliminando le barriere esistenti e “astenendosi dall’adottarne di nuove”.

Scarica la dichiarazione finale del summit B7

Copertina: Ansa