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Chi inquina paga? 209 miliardi annui il costo per le compagnie fossili

Effetti del cambiamento climatico sempre più evidenti. Probabilmente entro il 2027 si supererà il limite di 1,5°C. Uno studio, riportato dal Guardian, ha calcolato quanto dovrebbero pagare le principali industrie fossili.

di Maddalena Binda

209 miliardi di dollari all’anno. È la cifra che le 21 principali compagnie di combustibili fossili dovrebbero risarcire per i danni causati all’ambiente e alla società dalle loro attività dal 1988 al 2022. Lo rileva un’analisi pubblicata sulla rivista One Earth e riportata dal Guardian. Le 21 industrie più inquinanti al mondo sono responsabili per un totale di 5.400 miliardi di dollari di costi legati alle conseguenze della siccità, degli incendi, dell’innalzamento del livello del mare e della fusione dei ghiacciai che si verificheranno tra il 2025 e il 2050. Un conto da pagare “scontato” dato che le stime non considerano il valore economico della perdita di vite umane, di biodiversità e di benessere.

Tra il 2025 e il 2050, a livello globale, la perdita di Pil causata dai cambiamenti climatici potrebbe essere pari a 99mila miliardi di dollari, 69.600 miliardi dei quali legati direttamente alle emissioni dei combustibili fossili. Lo studio ipotizza che i responsabili delle emissioni di gas serra, e dei 69.600 miliardi di dollari di danni a essi correlati, siano per un terzo tutte le industrie di combustibili fossili, per un terzo i governi e per un terzo i consumatori. “Questo significa che le industrie di combustibili fossili possono essere considerate responsabili per almeno 23.200 miliardi di perdite economiche legate al clima che si verificheranno nei prossimi anni” riporta il Guardian.

Un costo che le compagnie potranno permettersi di sostenere” scrive il Guardian: ad esempio Saudi Aramco, la compagnia statale saudita, dovrebbe pagare 43 miliardi di dollari all’anno, cifra di poco superiore a un quarto dei profitti realizzati nel 2022.

Sempre più vicini all’aumento di 1,5°C

L’Organizzazione metereologica mondiale ha diffuso le stime per l’aumento delle temperature previsto nei prossimi anni: c’è il 66% di probabilità che entro il 2027 si registrino temperature temporaneamente superiori di 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali. “La temperatura media globale non ha mai superato gli 1,5°C. La media massima raggiunta negli scorsi anni è stata di 1,28°C rispetto ai livelli pre-industriali” riporta il Guardian.

L’aumento di temperatura dei prossimi anni causato dal riscaldamento globale potrebbe combinarsi con gli effetti di El Niño, un fenomeno climatico che si sviluppa nel Pacifico causando il riscaldamento delle acque. Le conseguenze potrebbero essere disastrose, tra cui meno precipitazioni nelle aree che ospitano le foreste pluviali, fondamentali per assorbire il carbonio.

Assumersi le proprie responsabilità

“L’attribuzione di un costo, basato sui dati, per chi inquina è stato accolto come un importante passo per raggiungere la giustizia climatica per le comunità e i Paesi che hanno contribuito meno, ma sono più colpiti dai cambiamenti del clima” scrive il Guardian, ricordando che l’1% più ricco della popolazione globale è responsabile del doppio delle emissioni del 50% più povero.

Dopo anni di dibattito alla Cop27 di Sharm El-Sheikh i Paesi si sono impegnati a istituire un fondo “perdite e danni” (Loss and damage) per aiutare i Paesi maggiormente esposti alle conseguenze del cambiamento climatico. Conseguenze già evidenti: solo per fare qualche esempio nel 2022 le alluvioni in Pakistan hanno causato lo sfollamento di 33 milioni di persone e l’ondata di calore potrebbe aver causato la morte di oltre di 20mila persone in Europa.

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A novembre del 2023 si svolgerà negli Emirati arabi uniti la Cop 28, appuntamento fondamentale per capire se i Paesi siano sulla giusta strada per diminuire le emissioni di gas serra del 43% entro la fine del decennio, un obiettivo necessario per avere qualche possibilità di limitare stabilmente l’aumento della temperatura di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.

giovedì 25 maggio 2023