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Stiamo andando verso un conflitto globale sulle materie prime?

Secondo l’analisi di Reuters, la guerra commerciale si sposterà dai combustibili fossili ai metalli. Le tre carte dell’Europa per ridurre il monopolio quasi totale della Cina.

di Andrea De Tommasi

Mentre cerca di ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di gas russo, l’Europa sta affrontando un’altra difficoltà altrettanto attuale, collegata allo sviluppo di settori strategici e al successo della transizione energetica: una grave carenza di metalli per la produzione di energia rinnovabile. Ad oggi, la Cina copre oltre la metà della produzione mondiale di minerali e metalli lavorati ed è il principale fornitore dell’Ue di diverse materie prime critiche, definite così in funzione dell’importanza economica e della difficoltà di approvvigionamento.

Uno studio recente indica con dati impietosi la crescente vulnerabilità europea. L’obiettivo della neutralità climatica dell’Ue richiederà 35 volte più litio di quello utilizzato e da sette a 26 volte la quantità di metalli delle terre rare. La transizione energetica richiederà anche forniture annuali più ingenti di alluminio (30% in più di ciò che l’Europa utilizza già oggi), rame (35%), silicio (45%), nichel (100%) e cobalto (330%), tutti elementi essenziali per la produzione di veicoli elettrici e batterie, per le tecnologie alla base delle energie rinnovabili – eolica, solare e a idrogeno (H2) – e per l’infrastruttura di rete.

La buona notizia è che, entro il 2050, dal 40% al 75% del fabbisogno di metalli per la transizione green potrebbe essere soddisfatto attraverso il riciclo, se l’Europa investisse massivamente nel settore già da oggi. Ma i piani per raggiungere una tale autonomia sono proiettati sul lungo termine; nei prossimi 15 anni, afferma lo studio, emergerà comunque una crisi dell'offerta di metalli.



Certo, l’imminente Critical raw materials della Commissione europea, la cui adozione è prevista nel primo trimestre di quest’anno, dovrebbe creare un mercato europeo più forte sulle materie prime chiave, con obiettivi di produzione (entro il 2030) per alcune di queste fino al 30% del fabbisogno dell'Ue. Potrebbero essere varati alcuni progetti strategici, di interesse europeo, sulla base delle proposte degli Stati membri. Questi progetti potrebbero beneficiare di procedure semplificate e di un migliore accesso ai finanziamenti.

Ma le manovre occidentali per ridurre il predominio della Cina possono avere delle conseguenze. “La guerra commerciale globale si sposterà dai combustibili fossili ai metalli e alle materie prime”, scrive l’agenzia Reuters in un articolo del 14 dicembre. L’Europa, alla ricerca di litio e terre rare, potrebbe trovare per il futuro altre opzioni. La prima prevede che le aziende stringano accordi con fornitori in Paesi amici, ed è l’approccio più veloce e già in corso. “Nel 2022”, ricorda l’agenzia di stampa britannica, “le case automobilistiche hanno intensificato le partnership con le miniere e investito direttamente in progetti minerari (…). General Motors ha acquisito una partecipazione nell’australiana Queensland Pacific Metals per assicurarsi nichel e cobalto per i Suv ecologici”.

La seconda opzione sarebbe l’apertura di nuove miniere in grado di lavorare minerali ricchi di metalli. Tuttavia, ciò richiederebbe tempi più lunghi: “Prendi il litio. L'Europa attualmente non estrae un grammo della componente chiave della batteria dei veicoli elettrici. E gli Stati Uniti forniscono solo il 2% della domanda globale. Ma le cose stanno cambiando”. Nell’articolo vengono riportati i casi della Sibanye Stillwater, multinazionale che mira a realizzare la prima miniera di litio europea in Finlandia nel 2025, e della francese Imerys, che sta cercando di estrarre oltre 20mila tonnellate di idrossido di litio all’anno da una miniera che aprirà nel 2028. Nessuno dei due approcci è però infallibile, afferma la Reuters, e “la migliore opzione delle nazioni occidentali è in definitiva quella di riciclare i metalli dagli apparecchi usati”.

fonte dell'immagine di copertina: tifonimages/123rf

mercoledì 4 gennaio 2023