I limiti del capitalismo e le prospettive di una trasformazione inclusiva
Prodi, Pennacchi, Costa hanno animato il webinar sull’evoluzione dell'attuale sistema economico, moderato da Donato Speroni e promosso da FUTURANetwork, nell’ambito dell'evento ASviS Live.
“La pandemia ha modificato il capitalismo, non c'è più la corsa alla globalizzazione. Il Covid ha portato al cosiddetto ‘effetto mascherina’, ovvero nessuna delle grandi aree - Ue, Usa e Cina, intende essere dipendente da altri Paesi nelle proprie catene di valore”. Un lungo intervento, quello di Romano Prodi al webinar “Una discussione sui modelli di sviluppo per raggiungere la sostenibilità” tenutosi in modalità virtuale lo scorso 27 maggio.
L'incontro online è stato promosso da FUTURANetwork nell'ambito dell'ASviS Live, l’evento con cui l'Alleanza ha presentato l'analisi dettagliata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) alla luce dell'Agenda 2030 delle Nazioni unite (vedi qui la cronaca della giornata). Il nuovo rapporto dell'ASviS, illustrato dal presidente e portavoce Pierluigi Stefanini, è stato discusso alla presenza delle ministre Mara Carfagna (Sud e coesione territoriale) e Fabiana Dadone (Politiche giovanili).
Il webinar sull'evoluzione del capitalismo è stato, invece, moderato da Donato Speroni, giornalista e coordinatore del progetto FUTURAnetwork, ed ha visto la partecipazione, oltre all'ex premier Romano Prodi, di Laura Pennacchi, economista, e Giovanni Battista Costa, presidente di NeXt - Nuova economia per tutti. Speroni ha introdotto l'evento rilevando l’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica sui temi della sostenibilità. “Ricordo che circa cinquant’anni fa ero condirettore di Mondo economico, settimanale del Sole 24 Ore, al fianco di Bruno Pagani. Dedicammo la prima copertina della nuova serie al nuovo modello di sviluppo. Di questo tema si discuteva molto, ma in modo assai fumoso. Oggi mi sembra che il discorso sul nuovo modello di sviluppo sia meglio delineato, anche perché ci viene imposto da esigenze urgenti di cambiamento, come la crisi climatica, ma anche l’accresciuta insostenibilità sociale. Perseguiamo una visione in cui le regole siano rafforzate a livello globale, le imprese scelgano di prestare attenzione all'ambiente, ai lavoratori. Il mondo è in trasformazione e questo cambiamento prende sempre più consistenza. Ci sono tanti nodi da sciogliere, è vero, dalla definizione delle regole ai limiti di un sistema industriale come il nostro, formato da tante piccole imprese”.
Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, è intervenuto brevemente in chiusura dei lavori (per via di un impegno imprevisto a Palazzo Chigi).
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