Google innova ma non nel modo di finanziare l’innovazione
La sorprendente mossa di chiudere Loon suggerisce che la mitica capacità innovativa di Google dal punto di vista ingegneristico non è altrettanto efficace e fantasiosa dal punto di vista del business.
di Luca De Biase
Loon era una società nata da Google e divenuta un’autonoma spin-off un paio d’anni fa. Il suo cuore visionario era la produzione e distribuzione di palloni aerostatici destinati a portare connettività internet nei territori che non ne potevano usufruire. La sua tecnologia è servita a riconnettere aree di Puerto Rico dopo un uragano. Ma Alphabet, la società che possiede Google, ha deciso di chiudere Loon. Perché non è stato trovato un modello di business. Quasi un anno fa, Google ha chiuso anche Google Station, un programma che portava connettività Wi-Fi gratuita nelle stazioni dei treni indiani e in altri luoghi molto frequentati ma poco connessi del mondo.
Evidentemente, la mitica capacità innovativa dal punto di vista ingegneristico di Google non è altrettanto efficace e fantasiosa dal punto di vista del business. Nonostante l’enorme quantità di soldi che Google riesce a fatturare in un modo, cioè con la pubblicità, evidentemente il gigante non è altrettanto forte nell’immaginare una varietà di modelli di business. Il che peraltro è un nuovo motivo di preoccupazione per le aree meno connesse. La polarizzazione del pianeta, con la crescente distanza tra i territori che corrono a passo deciso nella modernizzazione digitale e le zone che non agganciano il progresso, continua a peggiorare se non si trovano modi per sostenere l’inclusione nel mondo digitalizzato delle aree attualmente escluse.
di Luca De Biase, giornalista