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I vantaggi degli Esg nei bilanci delle imprese

Sempre più spesso aziende di ogni tipo e dimensione stanno adottando indicatori delle prestazioni di sostenibilità. 07/09/20

di George Serafeim

È una strana sigla che all’opinione pubblica risulta praticamente sconosciuta, mentre nel mondo del business sta diventando estremamente nota e diffusa. È l’Esg, che sta per dati riferiti ad ambiente (Environment), società (Social) e governo dell’impresa (Government). Fino alla metà del 2010, pochi investitori prestavano attenzione a questi dati e, quindi, alle informazioni sulle emissioni di carbonio delle aziende, sulle loro politiche del lavoro, sulla trasparenza dei consigli di amministrazione e così via. Oggi invece questi dati sono crescentemente considerati. Alcuni investitori, ad esempio, escludono operazioni con aziende che presentano risultati Esg mediocri, sul presupposto che i fattori che portano le aziende a ricevere bassi rating Esg si tradurranno in risultati finanziari insoddisfacenti. Altri cercano performer con rating elevati, confidando che comportamenti esemplari possano ottenere risultati finanziari superiori, o desiderando, per ragioni etiche, investire solo in "fondi verdi". Altri investitori ancora incorporano i dati di sostenibilità nell'analisi fondamentale. E ci sono anche investitori che usano i dati da “attivisti”, investendo e poi sollecitando le aziende a riorientare le loro azioni in base i parametri ESG.

 

Cosa cambia con il Covid-19

È una questione aperta se le valutazioni Esg rimangano altrettanto importanti per gli investitori nel pieno di una pandemia globale e della relativa recessione economica, ma personalmente sono convinto di sì. Sono infatti persuaso che le aziende possano resistere meglio di fronte a shock e difficoltà inattesi se sono gestite con strategie di lungo termine e in linea con le principali tendenze della società contemporanea, come l'inclusione sociale e il cambiamento climatico. Infatti, nelle settimane successive alla diffusione del Covid-19, in cui i mercati azionari sono fortemente scesi, la maggior parte dei fondi ESG hanno superato i loro benchmark. E quando abbiamo esaminato i dati di oltre 3.000 aziende tra febbraio e marzo 2020 - quando i mercati finanziari globali stavano crollando - abbiamo scoperto che le aziende percepite dal pubblico come come più responsabili avevano rendimenti azionari meno negativi rispetto ai loro concorrenti.

Con ogni probabilità, nel lungo termine la crisi aumenterà la consapevolezza delle aziende di dover considerare i bisogni della società e non solo i profitti a breve termine. Il problema di molti leader aziendali è che non sono sicuri di come muoversi in questa direzione. Faticano a comprendere esattamente su quali target concentrare l’attenzione e come comunicare i loro sforzi a favore delle strategie sostenibili. Molti manager ritengono, sbagliando, che siano sufficienti azioni semplici come migliorare le informazioni, pubblicare un rapporto di sostenibilità o organizzare un evento per gli investitori focalizzato sulla sostenibilità. Alcune aziende che intraprendono queste azioni, non riescono a vederne un beneficio e ne ricavano solo delusione e frustrazione e in alcuni casi devono anche affrontare reazioni negative da parte degli investitori.

 

Frantumare gli stereotipi

È facile capire perché questo succede. Troppe aziende hanno abbracciato una cultura stereotipata che incoraggia attività ESG sempre più standardizzate, molte delle quali create da analisti e consulenti che si basano su benchmark e best practice di settore. Queste attività possono anche avere effetti positivi per gli utili. Le aziende traggono infatti chiari benefici in termini di efficienza operativa: dopo tutto, misure come la riduzione degli sprechi, il rafforzamento dei rapporti con gli stakeholder esterni e il miglioramento della gestione del rischio e della conformità, generano uno stato di buona “igiene aziendale”. In molti settori industriali, questi sforzi sono ormai un passaggio obbligato per le imprese che desiderano rimanere competitive. Ma non sono sufficienti. Le aziende devono andare oltre il controllo dei propri livelli di conformità e il window dressing. In un mondo che le giudica sempre più in base alle loro prestazioni Esg, devono guardare ai veri fattori-chiave, in particolare alla strategia, per ottenere risultati reali ed essere riconosciute per tali risultati.

Negli ultimi due decenni, insieme a vari colleghi ho analizzato più di 10.000 aziende, conducendo 30 studi sul campo e pubblicando più di 15 articoli di analisi empirica. La nostra ricerca collettiva evidenzia la necessità di un nuovo paradigma gestionale per i leader aziendali, in cui le considerazioni Esg siano integrate sia a livello strategico, sia operativo. Sviluppare e attuare questo impegno non è una semplice questione di rating in base ai parametri Esg. Si tratta invece di utilizzare l'integrazione di questi parametri per creare nuove forme di vantaggio competitivo. Deve essere una priorità per il Ceo e i top manager e diventare centrale nella cultura dell'azienda.

In primo luogo, l’attenzione ai parametri Esg può aiutare il management a ridurre i costi del capitale e a migliorare la valutazione dell'azienda. Questo perché dato che sempre più investitori cercano di mettere il denaro in società con performance Esg più forti, per queste società saranno disponibili maggiori quote di capitale. Questo accade non solo nei mercati azionari, ma anche in quelli finanziari, dato che alcune banche collegano i tassi di interesse sui prestiti alla performance Esg. ING, ad esempio, ha fatto proprio questo quando ha deciso di concedere un prestito di 1,2 miliardi di dollari a Philips per innovare nel settore delle tecnologie sanitarie.

In secondo luogo, le azioni positive e la trasparenza sulle questioni Esg possono aiutare le aziende a proteggere la propria valutazione, dato che un numero sempre maggiore di enti globali di regolazione e di governi impongono l'obbligo di divulgare le informazioni sg. Dopo che l'Unione Europea ha annunciato requisiti più ampi di trasparenza, per esempio, il mercato azionario ha reagito positivamente alle aziende con una forte trasparenza sui parametri Esg e negativamente a quelle con un livello debole di informazione sugli stessi temi. E non sono solo i Paesi sviluppati ad adottare e far rispettare le norme di trasparenza sulle informazioni Esg, ma anche molti mercati emergenti, tra cui Sudafrica, Brasile, India e Cina.

In terzo luogo, gli sforzi per garantire pratiche sostenibili contribuiranno a garantire la soddisfazione degli azionisti per il lavoro del consiglio di amministrazione dell’azienda. Poiché sempre più investitori con sempre più numerosi asset da gestire si impegnano a investire in Esg, essi avranno più potere di voto per determinare possibili cambiamenti. Gli azionisti di un numero crescente di aziende hanno già avanzato proposte per migliorare la diversità di genere nei consigli di amministrazione, ottenendo un livello di supporto inimmaginabile anche solo 10 anni fa.

Infine, ed è questa forse la cosa più importante, le prassi Esg fanno parte di una strategia a lungo termine, e ogni azienda ha bisogno di investitori che sostengano la visione e i piani del management per il futuro.

 

di George Serafeim, Professore di Business Administration alla Harvard Business School, esperto internazionale di investimenti Esg

 

Questo articolo uscirà, in versione più ampia, su Harvard Business Review Italia di ottobre 2020.

lunedì 7 settembre 2020