Demografia: la Moldavia è un Paese in via di estinzione?
L’inarrestabile declino della popolazione si riflette sulla carenza di manodopera e la mancanza di professionisti. Il 15% dei cittadini dichiara di voler emigrare nei prossimi tre anni.
di Andrea De Tommasi
La Moldavia in 30 anni ha perso il 40% della sua popolazione. In termini demografici, sono i dati peggiori di tutta Europa. Il 29 gennaio, riferisce Le Courrier des Balkans, l’Ufficio di statistica moldavo ha aggiornato le stime del numero di abitanti nel Paese, calcolati secondo una nuova metodologia: “Lo studio rivela un dato allarmante: sono solo 2,6 milioni. Secondo il censimento del 1990, in Moldavia vivevano 4.335.360 persone. Una crisi demografica senza precedenti, superiore a quella degli anni della carestia e delle deportazioni staliniane”. Ogni anno 150mila persone in media lasciano il Paese. Una perdita di popolazione così consistente, fa notare l’articolo, da riflettersi sulla carenza di manodopera e la mancanza di professionisti, soprattutto in ambito sanitario. Problemi che affliggono anche altre parti dell'Europa post-comunista.
Quali sono le cause di questo progressivo spopolamento? Secondo gli esperti, i fattori fondamentali sono la precaria situazione economica del Paese e il saldo demografico negativo, dovuto soprattutto ai moldavi che partono per emigrare all’estero, o addirittura acquisiscono la cittadinanza romena per muoversi liberamente all'interno dell'Unione europea. Uno studio dell'Unfpa, il fondo delle Nazioni unite per la popolazione, ha rilevato che circa il 15,5% dei cittadini moldavi intende lasciare il Paese nei prossimi tre anni, un terzo dei quali sono giovani. A questo ritmo, nel 2040 la Moldavia sarà un Paese di 1,7 milioni di persone e più della metà dei suoi abitanti avrà oltre 50 anni.
L'ex presidente moldavo Igor Dodon ha scritto recentemente sui social network che quella demografica è “la questione fondamentale della nostra sicurezza e sopravvivenza come nazione. Questo è il nostro problema numero uno per i prossimi 10-20 anni”. Oggi il declino demografico è una grande sfida anche per Dorin Recean, nominato nei giorni scorsi nuovo primo ministro dopo la caduta del governo filoeuropeo del Paese. Nel 1998, quando la crisi del rublo provocò shock diffusi nell’intera regione ex-sovietica, i cittadini moldavi sono partiti in gran numero verso le grandi città russe dove c’era lavoro, specialmente nel commercio e nell’edilizia. Allo stesso tempo, hanno iniziato a esplorare per la prima volta l’Occidente alla ricerca di condizioni di vita migliori: molti hanno scelto l’Italia perché era più facile per loro imparare la nostra lingua. Oggi l’esodo dei moldavi sembra amplificato dall’inflazione crescente e dalla guerra in Ucraina.