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La “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società”

Dignità, assistenza e vita attiva i principi del documento presentato a Draghi. 2,7 milioni di anziani in gravi difficoltà, 100 mila poveri e senza cure. I risultati dell’analisi della Commissione presieduta da Monsignor Paglia.

di Andrea De Tommasi 

Da circa un anno monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontifica accademia per la vita, presiede anche la Commissione istituita dal ministero della Salute per la riforma dell’assistenza degli anziani. Gli obiettivi della Commissione sono, tra l’altro, di favorire una transizione dalla residenzialità a una presenza sul territorio attraverso l’assistenza domiciliare, il sostegno alle famiglie e la telemedicina. Il progetto di riforma è contenuto in un documento, la “Carta dei diritti degli anziani e dei doveri della società”, presentato il primo settembre da Paglia al presidente del Consiglio Mario Draghi, alla presenza del ministro Roberto Speranza. Di questo documento, che sottolinea in particolare tre aspetti: dignità della persona, assistenza responsabile e vita attiva di relazione Paglia ha parlato anche nell’evento dell’11 settembre su “Giovani e anziani nell’Italia del 2050” organizzato l’11 ottobre da FUTURAnetwork. Per le analisi sviluppate dalla Commissione sono stati utilizzati i dati prodotti dal rapporto "Gli anziani e la loro domanda sociale e sanitaria anno 2019", realizzato in collaborazione con l’Istat, per esplorare le condizioni di fragilità e la domanda di assistenza sociale e sanitaria espressa dalle persone con almeno 75 anni in Italia. Il Rapporto, pubblicato il 16 giugno, prende spunto dalle analisi dell’Indagine sulla salute europea Ehis 2019. Nel suo intervento all’evento nazionale di Futura network, Paglia ne ha riportato i risultati principali.

Lo studio identifica, su una popolazione di riferimento composta da circa 6,9 milioni di over 75, oltre 2,7 milioni di individui che presentano gravi difficoltà motorie, comorbilità, nonché grave compromissione dell'autonomia. Tra questi, circa 1,3 milioni di anziani (18,8%) dichiarano di non avere aiuti adeguati alle proprie necessità, di cui circa un milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente. Un ulteriore focus rivela la presenza di quasi 100 mila (92.620) over 75 soli e collocati nella fascia di reddito più bassa (che al massimo raggiunge i 650 euro mensili), per i quali è evidente che occorra un intervento immediato sul piano dell’assistenza sociale, fatto salvo un ulteriore intervento sul versante sanitario.

“È dunque della massima importanza” – scrivono gli esperti – “intercettare la domanda economica e sociale di questo ‘popolo’ di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in un’offerta di servizi di sostegno, prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio; oltre ad assicurare loro una migliore qualità di vita, ciò permetterà di evitare che la condizione di svantaggio si trasformi ed esploda come domanda sanitaria dalle dimensioni insostenibili”. Tali segmenti di popolazione, sottolinea il Rapporto, sono quelle che con la massima urgenza richiedono interventi, pena l'esplosione della relativa domanda sanitaria sotto forma di accessi ai Dipartimenti di Emergenza, ricoveri ospedalieri, ricorso a farmaci e visite, accesso alle RSA (Residenze sanitarie assistenziali) e avvio di altri processi di istituzionalizzazione.

di Andrea De Tommasi

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mercoledì 13 ottobre 2021