Transparency: sulla corruzione l’Italia può ancora migliorare
Intervista a Giovanni Colombo di Transparency International. L'Italia scala dieci posizioni nel Corruption Perception Index, ma resta indietro rispetto alla media europea.
a cura di Niccolò Gori Sassoli
Cos’è Transparency International e di cosa si occupa?
È un’organizzazione non governativa presente in oltre cento Paesi che ha la missione di arginare la corruzione e promuovere la trasparenza a l’integrità a ogni livello della vita economica e sociale. Tra le nostre attività principali c’è la pubblicazione dell’Indice di Percezione della Corruzione con cui si misura annualmente la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica di 180 Paesi.
In Italia siamo presenti con una rete di centoventi associati e uno staff di otto persone. Realizziamo progetti di monitoraggio e sensibilizzazione collaborando con il settore pubblico, quello privato e con la società civile. Aderiamo all’ASviS e partecipiamo alle attività del gruppo di lavoro sul Goal 16 che ha tra i suoi target la lotta alla corruzione.
Cosa significa il salto in avanti fatto dall’Italia nel Corruption Perception Index 2021?
Tra il 2020 e il 2021 l’Italia ha scalato dieci posizioni salendo al 42esimo posto nella classifica mondiale, con un punteggio di 56 su 100. Il risultato conferma la tendenza registrata negli ultimi dieci anni, da quando nel 2012 è nata l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ed è stata approvata la legge 190 sulla prevenzione e repressione della corruzione. Un balzo in avanti trainato in parte dal clima di fiducia e di rinnovata credibilità del sistema Paese, all’interno e all’estero. Un trend positivo che riflette la crescente attenzione al problema della corruzione in Italia e fa ben sperare per la ripresa dopo la crisi generata dalla pandemia. C’è ancora molto da fare però, anche perché siamo indietro rispetto alla media europea.
https://www.transparency.it/indice-percezione-corruzione
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Quali sono le priorità su cui concentrarsi, in questa fase, in Italia?
Siamo in una fase in cui si stanno mobilitando grandi investimenti per la realizzazione del PNNR: dobbiamo fare attenzione a non abbassare la guardia, bilanciando la necessità di snellire le procedure con l’esigenza di garantire l’integrità e la trasparenza. E’ importante ricordare in tal senso che l’arrivo dei fondi del PNNR è subordinato alla determina 241 dell’UE in cui si prevede l’erogazione dei finanziamenti previo il controllo di robusti presidi di integrità. Dobbiamo continuare ad alimentare la sensibilità collettiva sul fatto che questi denari vengano utilizzati bene.
Come si alimenta la sensibilità collettiva rispetto alla trasparenza?
Si alimenta lavorando su diversi piani: normative globali, europee e nazionali, monitoraggio, repressione, prevenzione. Bisogna coinvolgere sia le istituzioni sia circuiti economici e produttivi sia la cittadinanza, incentivando i comportamenti virtuosi. Per bilanciare le semplificazioni e l’esigenza di andare veloci noi proponiamo per esempio, nell’ambito della pubblica amministrazione, l’utilizzo dei patti di integrità, un sistema di monitoraggio degli appalti basato sulla partecipazione dei cittadini.
Come promuovere l’evoluzione culturale necessaria per arginare la corruzione?
Inserendo il tema dell’integrità in un discorso ampio, valoriale, che riguarda l’etica e la sostenibilità dei modelli di sviluppo in cui si svolgono le attività umane. E agendo su scala locale con una visione globale. E’ questa la prospettiva con cui Transparency Italiana aderisce all’ASviS. Facciamo parte del gruppo di lavoro sul Goal 16 che persegue l’obiettivo di promuovere la pace, la giustizia e la solidità delle istituzioni e ha tra i suoi target quello di sconfiggere la corruzione. Ricordiamo comunque che l’anticorruzione, pur essendo collocata nel Goal 16, ha un impatto trasversale sul raggiungimento di tutti gli SDGs e apporta benefici circolari alla causa della sostenibilità.
Quali scenari e quali proposte emergono dal Rapporto ASviS 2021?
Nell’analisi sul target 16.5, quello dedicato alle politiche anticorruzione [p. 175 del Rapporto ASviS 2021] si evidenziano le nuove disposizioni adottate per facilitare controlli e trasparenza nell’ambito dello snellimento della procedure previsto dalla legge sulla governance del PNNR, che dovrebbero permettere alle amministrazioni centrali di stipulare specifici protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza. Si segnalano le misure per aumentare la trasparenza nella gestione degli appalti tramite il legame tra normativa nazionale e direttive europee, il rafforzamento della banca dati dei contratti pubblici dell’Anac e la mancata presentazione del disegno di legge delega sull’abrogazione e la revisione delle norme che alimentano la corruzione. Tra le proposte [p. 225], c’è quella di estendere ai corrotti le norme su sequestri e confische già previste per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie.
Quali sono le priorità su cui concentrarsi secondo Transparency Italia?
Alla presentazione dell’ultimo rapporto ne abbiamo evidenziate tre, su cui speriamo di vedere i risultati nel 2022. La prima è l’accelerazione della trasposizione della direttiva europea sul whistleblowing, i cui termini sono scaduti a dicembre 2021, che consentirebbe di completare la disciplina della normativa italiana. La seconda riguarda l’attivazione del registro dei titolari effettivi, su cui sono stanno lavorando i ministeri e Unioncamere. La terza il buon esito dell’iter legislativo sulla regolamentazione del lobbying iniziata alla Camera.
Quali sono i progetti più importanti su cui state lavorando?
Sul fronte degli appalti ci sono i patti di integrità, progetti con cui assistiamo gli enti appaltanti e i partecipanti alle gare per adottare criteri di trasparenza. Uno dei settori su cui ci concentriamo maggiormente è quello sanitario, con le iniziative dedicate agli appalti nelle ASL realizzate con il Forum Integrità Sanità. Lavoriamo poi sul whistleblowing, per sostenere le persone che denunciano gli illeciti di interesse generale con una piattaforma gratuita che abbiamo finora installato in 1300 enti pubblici per recepire segnalazioni di presunti illeciti sul luogo di lavoro tramite il progetto WhistleblowingpA.
Incidere sui processi produttivi è un primo passo, ma da solo non basta. Per consolidare la cultura dell’anticorruzione svolgiamo attività dedicate alle scuole, seguendo progetti europei per educare all’etica e all’integrità anche i più piccoli. E infine lavoriamo sull’informazione, per dimostrare che le buone pratiche sono vantaggiose per tutti.
Come si valorizzano le buone pratiche sull’integrità?
Partendo dai casi concreti. Sappiamo che il buon esempio ha un peso determinante. Nel settore privato i buoni propositi scritti nei codici etici assumono un significato concreto quando vengono applicati nelle supply chain. I comportamenti dei vertici delle aziende impattano sui dipendenti. Nel momento in cui i rappresentanti delle istituzioni, i politici, i decisori, gli imprenditori, i manager traducono in fatti le loro dichiarazioni contribuiscono alla crescita della coscienza collettiva sulla trasparenza. E’ una formazione istantanea che genera un cambiamento virtuoso, innesca fiducia e influenza positivamente il clima in cui si svolge l’economia.
La situazione italiana sembra in controtendenza rispetto a quella globale: perché?
Il generale peggioramento che emerge dal rapporto è in parte determinato dalla pandemia. Per fronteggiare l’emergenza sanitaria i governi di molti Paesi sono diventati più autoritari, limitando la libertà di informazione e la trasparenza. In due terzi degli Stati monitorati nel 2021 l’indice di percezione della corruzione è risultato inferiore alla soglia psicologica dei 50 punti. La corruzione e l’opacità aumentano di pari passo con l’indebolimento della democrazia e il mancato rispetto dei diritti umani.
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Per approfondire
La metodologia usata dal Corruption Perception Index di Transparency International.
La testimonianza di Giovanni Colombo durante l’evento nazionale sul Goal 16 del Festival dello sviluppo sostenibile 2018 “Sviluppo sostenibile e anticorruzione, buona pratiche dal territorio” organizzato da ASviS con Prioritalia a Palermo.
Anche la corruzione fa parte delle esternalità negative che i paesi ricchi scaricano sul resto del mondo. Se ne parla in questa notizia evidenziando l’impatto dello stile di vita europeo alla luce dell’Agenda 2030.
a cura di Niccolò Gori Sassoli