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La Cina sta reprimendo il dissenso attraverso il controllo della mente?

Biotecnologie, dati, sorveglianza. Gli Stati Uniti sanzionano le compagnie cinesi per un uso spregiudicato delle tecnologie avanzate, inclusi presunti software per il controllo del cervello.

di Andrea De Tommasi 

Il 16 dicembre l’amministrazione Biden ha imposto restrizioni commerciali a più di 30 istituti di ricerca ed enti cinesi con l’accusa di violazione dei diritti umani e degli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tra questi figurano anche l’Accademia delle scienze mediche e militari della Cina e i suoi 11 centri di ricerca biotecnologici. L’accusa è di aver sostenuto le attività dell’esercito cinese con la biotecnologia, per esempio con lo sviluppo di “armi per il controllo delle menti” (brain control weapons), secondo l’avviso pubblicato dal dipartimento del Commercio americano (che non ha fornito ulteriori dettagli). Questi organismi sono stati inseriti nella lista degli enti con cui le compagnie statunitensi non possono fare affari se non attraverso una licenza speciale. La mossa arriva dopo che la Casa Bianca ha annunciato il boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino, citando “il genocidio in corso e i crimini contro l’umanità nello Xinjiang”.

Non è la prima volta che gli apparati di sicurezza statunitensi accusano la Cina di utilizzare la biotecnologia in modo spregiudicato per i propri scopi militari. Un anno fa John Ractliffe, allora direttore dell’intelligence nazionale sotto l’amministrazione Trump, scrisse un articolo per il Wall Street Journal in cui accusava l’esercito cinese di condurre “test umani” e di addestrare soldati con “capacità biologicamente potenziate”. "Non ci sono limiti etici nella ricerca del potere di Pechino", aveva detto Ratcliffe. La Cina aveva smentito i contenuti dell’articolo definendolo “una miscela di bugie”.

Mentre l’amministrazione Biden ha abbandonato gran parte dell’agenda di Donald Trump, è probabile che le tensioni con la Cina, anche nel campo delle tecnologie avanzate, rimarranno una caratteristica della politica estera degli Stati Uniti. Per decenni, gli Usa sono stati una calamita in grado di attirare i migliori talenti globali nell’intelligenza artificiale e nell’innovazione. La Cina ha però compiuto enormi progressi nel campo dell’Ai, a causa sia dell’espansione dei colossi privati che dei massicci investimenti pubblici. Dal 2017, ad esempio, Pechino ha prodotto un quantitativo maggiore di documenti di ricerca accademica rispetto agli Stati Uniti; inoltre, nell’ultimo decennio ha assunto la leadership nel campo dei brevetti per la robotica. L’intelligenza artificiale si è diffusa in molti aspetti della vita della popolazione cinese, e secondo l’amministrazione potrebbe diventare un dispositivo di controllo e consolidamento del potere da parte del regime di Xi Jinping.

Gina Raimondo, segretaria al commercio degli Stati Uniti, ha commentato così i nuovi provvedimenti americani: “La ricerca scientifica della biotecnologia e dell’innovazione medica può salvare vite umane. Sfortunatamente la Cina sta scegliendo di utilizzare queste tecnologie per perseguire il controllo sul suo popolo e la sua repressione dei membri delle minoranze etniche e religiose”. Un alto funzionario americano ha dichiarato in forma anonima al Financial Times che la Cina sta cercando di sviluppare future applicazioni militari che includono “modifica genetica, miglioramento delle prestazioni umane e interfacce cervello-macchina”. Nel mirino del dipartimento del Commercio sono finite anche otto aziende tecnologiche cinesi, sospettate di “sorveglianza biometrica e tracciamento delle minoranze etniche e religiose in Cina, in particolare la minoranza uigura prevalentemente musulmana nello Xinjiang”. L’ambasciata cinese a Washington ha definito “infondate” le affermazioni sullo Xinjiang e sull'uso della biotecnologia per fini di controllo. In totale, il dipartimento del Commercio ha preso provvedimenti contro 34 centri in Cina, tre in Georgia, uno in Malesia e due in Turchia.

di Andrea De Tommasi

martedì 21 dicembre 2021