L’influenza dei testimonial inventati per il marketing digitale
I personaggi virtuali stanno crescendo: possono apparire in molti posti contemporaneamente e non invecchiano.
di Luca De Biase
A quanto pare, i brand che usano fare partnership con gli influencer nei social media hanno speso 8 miliardi di dollari nel 2019 e arriveranno a 15 miliardi nel 2022. Sono elaborazioni su dati Mediakix, operate da Business Insider e rilanciate da Bloomberg. Di questi testimonial, una parte crescente è composta non da persone in carne e ossa ma da personaggi costruiti al computer da aziende che fanno storytelling e grafica digitale. Lil Miquela è probabilmente l’influencer digitale più nota con i suoi 2,2 milioni di seguaci su Instagram e l’azienda che la produce ormai vale 125 milioni di dollari, come riporta Virtual Humans. OnBuy stima che fattuerà 11,7 milioni quest’anno.
Ma altri personaggi stanno crescendo. Secondo Christopher Travers, fondatore di virtualhumans.org, gli influencer digitali sono falsi ma hanno reali possibilità di fare affari. «Costano meno, sono controllabili al 100%, possono apparire in molti posti contemporaneamente e non invecchiano». E come fa notare Bloomberg, si mostrano in tutti i luoghi che vogliono anche nel pieno del lockdown per il contenimento dell’epidemia di coronavirus mentre gli influencer in carne e ossa devono stare chiusi in casa. Per Travers ci sono 125 influencer digitali importanti con almeno mille follower (50 influencer digitali sono nati negli ultimi 18 mesi). E le loro gesta sono talvolta notevoli, come quelle di Seraphine, che dopo aver raggiunto la sua notorietà sui social media, ora ha rivelato di essere anche un personaggio che si può usare per giocare in League of Legends, un gioco fantasy di strategia.
I mondi narrativi più adatti ai brand che investono nei social network possono essere animati da personaggi digitali che seguono uno script molto preciso e ben concordato con il cliente. Il che peraltro è probabile che avvenga anche con i personaggi in carne e ossa. La curiosità di seguire le storie di personaggi digitali, peraltro, può essere messa a frutto in modo più ampio: infatti i personaggi digitali possono sviluppare le loro storie in modo che è limitato soltanto dalla fantasia dei loro creatori.
di Luca De Biase, giornalista