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L’internet delle cose dimenticate

La minaccia di un futuro caotico dal punto di vista della sicurezza delle reti.

di Luca De Biase

L’internet delle cose è in pieno sviluppo. Oggetti di ogni genere, dotati di un minimo di capacità di elaborazione, di memoria e di connessione, destinati a compiere operazioni semplici, come tenere controllata la temperatura della casa, o complesse come guidare un veicolo, si moltiplicano. I loro progettisti e distributori, spesso, si dimostrano poco preoccupati delle elementari norme di sicurezza che i loro oggetti dovrebbero rispettare. Li vendono con ovvie identità e password di default, per esempio, come la famigerata coppia “admin, admin” e non avvertono con forza i clienti di cambiarle. Molti modem “a saponetta” sono tutt’ora venduti così.

 

Con il 5G questi oggetti si moltiplicheranno ancora: si stima che arriveranno a 75 miliardi entro il 2025, riporta AIthority. Molti di questi oggetti resteranno con le password di default per molto tempo e molti di questi saranno dimenticati dai loro possessori a svolgere le loro funzioni senza pensare alla sicurezza. La privacy dei loro utenti e la sicurezza di tutte le reti di oggetti connessi potrà essere compromessa di conseguenza. I governi di Usa, Uk, Germania stanno introducendo alcune norme per obbligare i produttori a comportamenti più responsabili e non affidare agli utenti tutti gli obblighi. Ma queste norme non sono uniformi. Come del resto le tecnologie cui si riferiscono, spesso dotate di sistemi operativi proprietari e software non compatibili. Se questi timori si riveleranno fondati, le organizzazioni che faranno uso di questi oggetti, per esempio a livello industriale, dovranno prepararsi a un futuro caotico dal punto di vista della sicurezza delle reti.  

 

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The Internet Of Forgotten Things Will Leave A Dangerous Legacy - AIthority 

 

di Luca De Biase, giornalista

mercoledì 29 luglio 2020