Il nuovo umanesimo, tecno-sostenibile
Il vero cambiamento nel contesto della sostenibilità ambientale, sociale, culturale e relazionale deve avvenire nei settori dell'educazione, nelle scuole, nelle università, ossia dentro quelle comunità impegnate a costruire un nuovo umanesimo.
di Daniele Salvaggio
Per provare a dare delle risposte di visione alle grandi sfide dell’umanità, quali ad esempio il riscaldamento globale, la riduzione delle diseguaglianze e l’incremento del benessere delle persone, correlato questo alla riduzione dei flussi migratori e al contenimento della fame e delle nascite nelle aree più povere del mondo, occorre anzitutto ripensare a un nuovo modello di relazione e interscambio socio-culturale tra le persone. La storia insegna che i veri cambiamenti, quelli radicalizzati, hanno avuto due principali spinte propulsive, tra loro collegate: l’autoritarismo e l’omologazione.
Senza scomodare retaggi storiografici che a livello mondiale hanno generato fratture e sofferenze, non si può però non constatare il fatto che gli individui il più delle volte agiscono a favore o contro qualcuno e reagiscono tenendo conto del comportamento della massa.
Partendo quindi da questo assunto storico, il vero cambiamento nel contesto della sostenibilità ambientale, sociale, culturale e relazionale, parlando di comportamenti e non solo di azioni, deve avvenire nei contesti educativi, nelle scuole, nelle università, ossia dentro quelle comunità impegnate a costruire un nuovo umanesimo.
L’illuminismo tecnologico ha dato un’accelerata molto forte rispetto alla vita dell’essere umano e alle sue azioni, ma il sapere e l’accesso alla conoscenza rimangono capisaldi del processo di evoluzione della società moderna, all’interno della quale il comportamento di esistenza sostenibile deve essere centrale. Occorre chiarire cosa si intenda per comportamento sostenibile: parliamo di azioni o di ideologie? Senza sdoganare in modo chiaro questo punto, consentendo ai nuovi umanisti, anche un po’ tecnologi, di definire il perimetro di sviluppo del pianeta, sarà molto complicato depositare alle nuove generazioni un modello di sostentamento umano focalizzato sull’uso consapevole, e non più sull’abuso sconsiderato, delle risorse.
di Daniele Salvaggio, socio Ferpi
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