Giansanti: “Attenta Ue, noi siamo quelli che subiscono il cambiamento climatico”
Il presidente di Confagricoltura contribuisce al dibattito sulla giusta transizione ecologica” con affermazioni documentate ma certamente divisive e chiede un quadro di regole su scala globale. (Video)
di Andrea De Tommasi
“Quanto ci chiedono è contraddittorio con quanto accaduto durante il Covid o con la guerra in Ucraina. Come si può produrre di più o essere al centro di una strategia di tenuta sociale se il legislatore europeo ci toglie terreni coltivabili?”. Queste le parole pronunciate dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel corso dell’assemblea generale dell’organizzazione il 13 luglio. Il suo discorso ha attaccato duramente non solo la politica agricola, ma anche quella ambientale dell’Unione europea con affermazioni che mirano a far discutere e certamente non saranno condivise da gran parte del mondo ambientalista, ma sono un contributo concreto a un dibattito che rischia di avvitarsi in slogan astratti.
Nell’ambito dell’assemblea il presidente della grande organizzazione degli agricoltori italiani aderente all’ASviS e quindi dichiaratamente impegnata nella realizzazione dell’Agenda 2030 è intervenuto, insieme al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a un panel moderato dal giornalista Bruno Vespa sul tema delle nuove sfide del comparto agricolo. Ha parlato innanzitutto del primato dell’agroalimentare italiano ed europeo, ricordando come l’Europa abbia standard riconosciuti a livello internazionale unici al mondo. Quanto alle accuse di chi ritiene l’agricoltura uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2, ha risposto che non è così e che il settore anzi “contribuisce a decarbonizzare con i nostri impianti di produzione di energie rinnovabili sempre più in aumento, con la coltivazione di piante erbacee ed arboree che vanno a sottrarre CO2 dall'atmosfera”.
Giansanti ha espresso forti critiche alle decisioni che si stanno prendendo a livello europeo, e in particolare alla Nature restoration law approvata in via preliminare dal Parlamento Ue. “Chiedere ai produttori europei di produrre di meno, ritenendo che il settore agricolo sia parte del problema del cambiamento climatico, a mio avviso è un grande errore: noi siamo quelli che subiamo il cambiamento climatico. Joseph Borrell, l’alto rappresentante Ue, dice che nel 2050 qualcuno dovrà produrre per dieci miliardi di cittadini. Poi però si vota una norma per farci produrre di meno, e questa è una cosa che stona”.
Restando sulla legge per il Ripristino della natura, Giansanti ha ribadito la posizione di Confagricoltura: l’agricoltura ha bisogno di essere messa nelle condizioni di produrre e di recuperare i terreni marginali, mentre le istituzioni europee stanno chiedendo agli agricoltori di produrre di meno, con il rischio di subire la concorrenza di Paesi che non hanno gli stessi standard di sicurezza.
Secondo il presidente di Confagricoltura, inoltre, “la normativa che viene introdotta con il voto europeo non tiene conto della specificità dei singoli Paesi. Il ripristino di aree naturali, soprattutto umide, ha un valore assoluto nel Nord Europa, ma non ha una reale possibilità di applicazione nelle aree del Mediterraneo”. Giansanti ha anche sottolineato come la siccità sia ormai un problema strutturale per gli agricoltori italiani. Secondo la sua valutazione, la risposta non può essere “il ripristino delle aree naturali, con la sottrazione di terreno da destinare ad attività non produttive”, soprattutto “in un momento in cui il mondo ci chiede di produrre di più e meglio”.
Infine, un cenno alla necessità di un quadro globale di regole condivise anche dai Paesi extra Ue su agricoltura e ambiente, “un aspetto su cui Franz Joseph Timmermans (vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, ndr) non dice nulla. La Nature restoration law, ha detto Giansanti, “ha un senso solo se il sistema delle regole sulla riduzione delle emissioni e sul ripristino delle aree naturali vale tanto in Europa quanto in altre parti del mondo”.
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fonte dell'immagine di copertina: ansa.it