“Lasciamo i fossili sottoterra, è immorale svendere il futuro per 30 denari”
Duro attacco di Guterres alle aziende produttrici: “L’anno scorso hanno guadagnato quattromila miliardi, ma ostacolano anziché favorire la transizione energetica”. Per evitare la catastrofe servono piani dettagliati e urgenti. (VIDEO)
di Donato Speroni
“Ci avviamo verso il disastro, con gli occhi ben aperti. È ora di svegliarsi e reagire”. Queste le frasi molto allarmate pronunciate dal segretario generale dell’Onu António Guterres nel corso di un incontro con i giornalisti a New York il 15 giugno.
Guterres ha affermato che è ancora possibile limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C, a condizione di ridurre del 45% le emissioni di carbonio entro il 2030. Invece, le politiche attuali condurranno a un aumento di almeno 2,8°C entro la fine del secolo con conseguenze catastrofiche.
“Serve un’azione globale per arrivare a emissioni zero, che deve cominciare dal cuore inquinato della crisi climatica: l’industria dei combustibili fossili”, ha detto il segretario generale dell’Onu. “Dobbiamo progressivamente lasciare il carbone, il petrolio e il gas sottoterra, dove appartengono e promuovere investimenti massicci nelle energie rinnovabili”.
Guterres non ha risparmiato le critiche alle imprese del settore, notando che l’anno scorso hanno accumulato entrate inaspettate per 4mila miliardi di dollari. Eppure, per ogni dollaro che spendono per la ricerca e lo sfruttamento delle riserve di petrolio e gas, solo quattro centesimi vanno alle energie pulite e alla cattura del carbonio. “È immorale svendere il futuro per 30 denari”.
I produttori di fossili dovrebbero impiegare le loro grandi risorse per guidare, non per ostacolare la transizione globale. In realtà non stanno neppure raggiungendo gli obiettivi, peraltro molto limitati, che loro stessi si erano autonomamente assegnati. Invece, dovrebbero presentare “piani di transizione credibili, dettagliati e onnicomprensivi”, che affrontino le emissioni “in tutta la catena del valore, dalla produzione alla raffinazione e al consumo, fissando anche dei target ravvicinati per la transizione alle energie verdi. ”
“I governi hanno un ruolo cruciale. Devono rassicurare sul fatto che l’azione collettiva contro la crisi climatica non viola le norme antitrust, ma conferma e rafforza il collective trust, la fiducia collettiva”, ha detto ancora Guterres con un gioco di parole sul doppio significato di trust.
Le istituzioni finanziarie devono smettere di convogliare denaro verso la produzione di carbone, ovunque avvenga nel mondo, e nell’esplorazione di nuovi giacimenti per ampliare le riserve di idrocarburi. “Investano piuttosto in una giusta transizione nei Paesi in via di sviluppo”.
Il segretario generale dell’Onu ha anche ricordato le sue proposte per un patto di solidarietà sul clima che impegni i Paesi più ricchi a tagliare le emissioni a vantaggio degli Stati emergenti, e anche l’“Acceleration agenda”, con l’invito ai governi ad accelerare l’uscita dai fossili, con la totale eliminazione del carbone entro il 2040, ponendo termine a tutti i finanziamenti pubblici e privati a questo settore, spostando invece i sussidi verso le energie rinnovabili.