BloombergNef: triplicare la produzione di energia elettrica per raggiungere zero emissioni al 2050
Elettrificazione dei trasporti, rinnovamento dei settori edilizio e industriale, fonti alternative, ma non solo. Anche la cattura e lo stoccaggio del carbonio giocheranno un ruolo centrale nella transizione energetica futura.
di Flavio Natale
Se l’obiettivo è raggiungere il traguardo net zero entro il 2050, avremo bisogno di ogni tecnologia pulita disponile, e non solo. Questo è il messaggio che emerge dal rapporto New energy outlook 2022, l'analisi di scenario a lungo termine proposta annualmente da BloombergNef, società di produzione dati che analizza il futuro dell’economia energetica da qui fino al 2050.
Il Rapporto si basa su due scenari distinti: il primo, Economic transition scenario (Ets), valuta come la transizione energetica potrebbe evolversi in futuro a seguito di cambiamenti tecnologici basati sul mercato. Lo scenario Net zero, invece, descrive l'evoluzione che l'economia energetica dovrebbe intraprendere per raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento delle emissioni nette a zero entro il 2050. Questo scenario combina una diffusione più rapida e ampia delle energie rinnovabili, del nucleare e di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonché l'adozione di combustibili come l'idrogeno e la bioenergia. “Questo significa miliardi di veicoli elettrici, migliaia di miliardi di pannelli solari e una completa trasformazione dei processi industriali ad alta intensità di emissioni”, ha commentato Nathaniel Bullard, contributore senior di BloombergNef e Bloomberg Green, e ventur partner di Voyager, società di investimenti nelle tecnologie climatiche.
Per raggiungere le emissioni nette zero entro la metà del secolo, si legge nel Rapporto, ci sarà bisogno prima di tutto di una “crescita radicale della produzione di energia”, che riguardi tanto la disponibilità di stock quanto il suo utilizzo. Ad esempio, nell’Economic transition scenario, il consumo di energia crescerà di circa due terzi tra il 2020 e il 2050, mentre nello scenario Net zero si prevede un aumento del consumo di energia elettrica pari a oltre tre volte rispetto al 2020. Questo incremento di energia elettrica, avverte Bloomerg, riguarderà soprattutto il settore dei trasporti, dove si giocherà una delle partite più significative della transizione verde.
Nello scenario Net zero, infatti, le emissioni dei trasporti raggiungeranno il picco nel 2024, diminuendo rapidamente a causa dell'elettrificazione della mobilità su strada. Le emissioni del settore industriale, invece, dopo la stabilizzazione dei prossimi anni, inizieranno un “forte declino” solo nel 2030. Le emissioni del settore edile, già di gran lunga inferiori a quelle industriali e dei trasporti, diminuiranno più lentamente. Nello scenario Ets, invece, le emissioni industriali e del settore edilizio aumenteranno fino al 2050, anche se lentamente.
“La nostra modellazione mostra che, mentre un percorso per limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C entro il 2050 sembra sempre più fuori portata, ci sono ancora percorsi plausibili per rimanere entro 1,77°C, seguendo lo scenario Net zero”. Nello specifico, le emissioni dovranno diminuire del 30% entro il 2030 e complessivamente del 6% all'anno fino al 2040. Questa “transizione ordinata” permetterebbe di raggiungere il traguardo zero emissioni nel 2050, centrando l'obiettivo dell'Accordo di Parigi. Al contrario, nello scenario Ets, le emissioni diminuiranno dello 0,9% ogni anno, con un incremento della temperatura di 2,6°C entro la fine del secolo.
Nello scenario Net zero, specifica BloombergNef, il passaggio dalla produzione di energia da combustibili fossili all'energia pulita è di vitale importanza, rappresentando la metà di tutte le emissioni da abbattere tra il 2022 e il 2050. Ciò include la sostituzione “senza sosta” dei combustibili fossili con l'eolico, il solare, altre fonti rinnovabili e il nucleare. L'elettrificazione dei trasporti e dei processi industriali, degli edifici e degli impianti di riscaldamento è il secondo contributo maggiore all’obiettivo net zero, rappresentando un quarto delle emissioni totali da abbattere fino al 2050.
La cattura e lo stoccaggio del carbonio (Ccs) e l'idrogeno emergono nel Rapporto come tecnologie indispensabili per un percorso di decarbonizzazione strutturato, in particolare nei settori “difficili da abbattere”, dove la Ccs giocherà un ruolo centrale. “Stimiamo che circa sette gigatonnellate di anidride carbonica dovranno essere catturate ogni anno nel 2050, l'equivalente delle odierne emissioni del settore energetico che provengono da Europa, Cina e India messe insieme”, si legge nel documento. La produzione di idrogeno salirà a 500 milioni di tonnellate all'anno nel 2050, incrementando di cinque volte rispetto ai livelli odierni. Dal momento che, secondo Bloomberg, l’88% della produzione di idrogeno sarà ottenuta tramite elettrolizzatori collegati alla rete, l’idrogeno diventerà fonte della più corposa domanda di energia a livello globale entro il 2050.
Nello scenario Net zero, infine, la domanda mondiale di carbone raggiungerà il picco nel 2022, mentre la domanda di gas ha già raggiunto il picco nel 2021 e la domanda di petrolio lo ha raggiunto nel 2019, prima della pandemia da Covid-19. Per il petrolio e il gas, questo dato costituirebbe un “netto allontanamento” dalle traiettorie previste dallo scenario di transizione economica.