La Laudato si’ si fa immagine e messaggio diffuso per un’azione attiva mondiale
"La Lettera", il docufilm ispirato all’enciclica di Papa Francesco, raccoglie le voci spesso inascoltate sulle criticità legate ai cambiamenti climatici.
di Carla Collicelli
Non è da oggi che i cristiani si interrogano sui destini dell’umanità e dell’ambiente di vita. In ambito cattolico e rispetto agli ultimi decenni, è possibile fare riferimento alle esortazioni di Papa Paolo VI, quando nel 1971 parlò di “una crisi conseguenza drammatica dell’attività incontrollata dell’essere umano”. Scriveva: “Attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione”. E parlò anche alla Fao (il 16 novembre del 1970) della possibilità, “sotto l’effetto di contraccolpi della civiltà industriale, di […] una vera catastrofe ecologica”, sottolineando “l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità”, perché “i progressi scientifici più straordinari, le prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro l’uomo”.
Anche Papa Giovanni Paolo II si è espresso su questi temi, ad esempio nell’enciclica Redemptor Hominis del 1979, dove si afferma che l’essere umano sembra “non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo. Successivamente invitava il mondo ad una conversione ecologica globale (in alcune pubblicazioni del 2001).
Lo stesso Benedetto XVI, in un discorso del 2007 al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, rinnovava l’invito a “eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e a correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente”.
Ma è nel 2015, con l’Enciclica di Papa Francesco Laudato si’ sulla cura della casa comune, che i temi del futuro del pianeta e dell’ecologia globale assumono una centralità particolare nel quadro dei valori da promuovere in ambito cattolico. L’enciclica propone infatti a chiare lettere la prospettiva di un’ecologia ambientale, economica, sociale e culturale, basata sulle relazioni tra diverse componenti della vita rispetto “al patrimonio storico, artistico e culturale, inteso non solo come i monumenti del passato, ma come momento vivo, dinamico e partecipativo …che è parte dell’identità comune e base per costruire una città abitabile” (Laudato si’ II).
In Fratelli tutti, la nuova Enciclica del 4 ottobre 2020, Papa Francesco riprende la questione nel quadro dell’appello alla solidarietà e alla fratellanza, soffermandosi in modo particolare sui temi dell’egoismo etnico e nazionalistico, delle periferie e dell’annullamento delle diversità culturali. Vi si afferma che “si perpetua un modello di sviluppo centrato sui valori materiali, e non su quelli spirituali e culturali, e sull’appiattimento delle differenze culturali. Un modello di globalizzazione che mira consapevolmente a un’uniformità unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una superficiale ricerca di unità…. Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come se fosse una sfera, questa globalizzazione distrugge la peculiarità di ciascuna persona e di ciascun popolo” (Fratelli tutti 100).
È indubbio che, nonostante i precedenti autorevoli, i messaggi contenuti nella Laudato si’ abbiano fatto, più di ogni altro documento, storia nel mondo sui temi dello sviluppo sostenibile. Come è stato scritto da Wolfgang Sachs nel 2017 (in Siculorum Gymnasium) la Laudato si’ “affronta molte questioni, dalla distruzione del creato, passando per un ingiusto ordine del mondo, fino alla responsabilità dell’individuo. (…). Per la prima volta una crisi ambientale epocale è diventata oggetto di un’enciclica (…), un documento forte, stilisticamente elegante e soprattutto adeguato ai tempi. (…) che tenta di dare una visione di insieme per giungere a una narrativa del cambiamento e dell’impegno”.
Un documento che, tra le altre cose, ha dato vita alla cosiddetta “Economia di Francesco”, che oltre a esponenti del cattolicesimo economico, come Stefano Zamagni, Luigino Bruni e Leonardo Becchetti, ha coinvolto e coinvolge economisti di un’area culturale più vasta, tra cui ad esempio Amartya Sen.
Dall’enciclica è scaturito, sempre nel 2015, il Movimento Laudato si’, “Cattolici per la nostra casa comune”, che riunisce una vasta gamma di organizzazioni di tutto il mondo, e si impegna nella organizzazione di una serie di iniziative ed attività - dagli Animatori LS, ai Circoli LS, alla Settimana LS, alla Generazione LS, ai Ritiri LS, ed altro ancora –, ponendo alla base delle diverse azioni gli obiettivi della “conversione ecologica”, della “sostenibilità totale” e della “mobilitazione profetica”.
Ma il Movimento non ha voluto fermarsi alla parola – dell’enciclica, come dei commenti ad essa dedicati, o dei contributi e delle testimonianze orali negli incontri nelle diverse parti del mondo – e ha voluto allargare la propria sfera di azione al campo delle immagini e della cultura cinematografica. Come affermato in Fratelli tutti, infatti, “Tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni, il dialogo nel popolo, perché tutti siamo popolo, la capacità di dare e ricevere, rimanendo aperti alla verità. Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media” (Fratelli tutti 199).
Da questo tipo di esigenze nasce l’esperienza di The Letter (La lettera), un film documentario realizzato con quattro anni di lavoro in giro per il mondo dal regista Nicolas Brown e dalla casa di produzione Off The Fence, con l’obiettivo di raggiungere ampie platee mondiali, e in particolare anche quelle persone e quei popoli che non hanno dimestichezza con la parola scritta.
Come riportato nel comunicato di presentazione dell’iniziativa, il regista Nicolas Brown ha confessato che quando ha iniziato a girare il film “era molto ignorante sulla questione e sull’impegno della Chiesa per il cambiamento climatico”. Tuttavia, l’inizio delle riprese lo ha trasformato: “Il Papa mi ha davvero aperto gli occhi per farmi capire che questo è un problema che riguarda tutti noi, anche le persone di fede. Io ho avuto quella rivelazione”. Ha detto ancora il regista: “Durante le riprese del film siamo diventati una famiglia unita dalla più grande sfida che l’umanità deve affrontare: la lotta contro la crisi climatica”. E con gioia ha incoraggiato comunità e chiese a guardare insieme il film: “sarà la cosa più bella di questo lungometraggio, mi riempie di speranza”.
Il film è stato presentato in anteprima mondiale e con la partecipazione di rappresentanti del Movimento LS di tutto il mondo, il 4 ottobre scorso in Vaticano, nel corso di un evento che ha visto la partecipazione del Cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, di suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero per la Promozione dello sviluppo umano integrale, e del regista stesso. È disponibile in versione integrale gratuita (di quasi due ore) su YouTube e con un trailer di pochi minuti sui social media in lingua inglese. A breve sarà disponibile anche la versione doppiata in lingua italiana. All’evento, trasmesso in cinque lingue, hanno partecipato migliaia di telespettatori da vari paesi e regioni del mondo, che hanno potuto porre domande ai relatori.
Il film documentario “La lettera” affronta le tematiche della Laudato si’ attraverso una serie di immagini di grande valore cinematografico, ma soprattutto lo fa presentando la storia di alcune persone, che diventano di fatto i veri protagonisti del docu-film, e che a vario titolo testimoniano i drammi e le prospettive dell’emergenza climatica e sociale: un rifugiato climatico del Senegal; una giovane attivista climatica indiana; due biologi marini degli Stati Uniti; ed il leader di una comunità indigena della Amazzonia brasiliana, fortemente impegnato nella difesa climatica del suo territorio.
Queste persone, tutte presenti all’anteprima di Roma del 4 ottobre, hanno ricevuto quattro anni fa un “invito” per incontrare Papa Francesco in Vaticano e per discutere insieme, con lui, tra di loro e con i rappresentanti della Laudato si’, delle problematiche sollevate dall’enciclica e dal film. E il film li segue in questo percorso, mostrando prima di tutto i luoghi di loro provenienza e vita, con le diverse criticità – dalla distruzione di interi villaggi per l’innalzamento delle acque in Senegal, alla deforestazione amazzonica, alla distruzione della barriera corallina e ai problemi dei giovani impegnati per l’ambiente in India -, e proseguendo poi nel descrivere i passaggi più importanti del loro viaggio a Roma e del dialogo apertosi tra loro e con i referenti del Movimento LS e del Vaticano sulle questioni da affrontare.
Il film costituisce un’opera di indubbio valore artistico e politico, e anche dal punto di vista del movimento per l’attuazione dell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile è auspicabile che possa essere visto dal maggior numero di persone nel mondo, e che possa attraverso la forza delle immagini contribuire a far crescere la consapevolezza e l’adesione ai cambiamenti necessari.
Ma ancor più interessanti, dal punto di vista delle metodologie della partecipazione civica e della sensibilizzazione stimolata dal Movimento Laudato si’ a valle della diffusione del filmato, sono le azioni proposte a partire dal 4 ottobre, giorno dell’anteprima, per la massimizzazione del suo impatto. Aprendosi in maniera fuori dal comune alle potenzialità della comunicazione digitale, i promotori del filmato invitano tutte le persone interessate, in tutto il mondo, non solo a vedere il film, ma anche a diffonderne la notizia e i contenuti e a pubblicare post sul film sui social media. Si incoraggiano pertanto tutti gli interessati a promuovere attraverso le proprie conoscenze e reti la visione del film e soprattutto la discussione sui suoi contenuti, nonché a scegliere un proprio percorso personale “per cambiare il pianeta” attraverso tre possibili piste principali: dedicare tempo alla riflessione o alla preghiera, per aumentare le proprie capacità e il proprio impegno nei confronti delle sfide globali ed in particolare di quelle climatiche; cambiare i propri stili di vita, ed in particolare impegnarsi a ridurre il proprio consumo di carne (un giorno senza carne a settimana); coinvolgere il maggior numero di persone nell’impegno per l’ecologia globale, parlandone sempre quando possibile con altre persone e gruppi. Nel momento in cui il destinatario dei messaggi di diffusione esprime il proprio consenso e la propria volontà di aderire all’azione comune, riceve un ulteriore messaggio di conferma e di ringraziamento per l’impegno assunto, il link al trailer da diffondere e l’invito a seguire sui social media l’azione del Movimento e la diffusione della Lettera.
di Carla Collicelli, sociologa del welfare e della salute, Senior Expert di ASviS per le Relazioni Istituzionali e Referente per il Goal 3
fonte dell'immagine di copertina: MovimentoLaudatoSi'