Net Zero E-conomy 2050: elettrificazione, rinnovabili e reti intelligenti
Il nuovo studio di Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti delinea i vantaggi per l’Italia di un piano radicale di decarbonizzazione. Starace: “Accelerare riduzione uso fonti energetiche fossili”.
di Tommaso Tautonico
Per raggiungere obiettivi climatici importanti, è necessario un cambio di paradigma nel sistema energetico, basato sull’elettrificazione del consumo finale di energia, il massimo dispiegamento di energia da fonti rinnovabili e reti elettriche intelligenti. È quanto emerge dallo studio “Net Zero E-conomy 2050. Decarbonization roadmaps for Europe: focus on Italy and Spain”, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Enel, presentato il 3 settembre al 48° Forum di Cernobbio. La ricerca analizza le traiettorie della transizione energetica in Italia e in Spagna e quantifica i gap rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, di diffusione delle rinnovabili e di miglioramento dell’efficienza energetica.
Neutralità climatica al 2050. Le emissioni globali di CO2 hanno raggiunto nel 2021 il record negativo di 36,3 miliardi di tonnellate. Una tendenza che, secondo lo studio, evidenzia la necessità di ripensare l’attuale sistema energetico, mantenendo l’aumento del riscaldamento globale entro la soglia di 1,5°C, così come stabilito dall’Accordo di Parigi.
L’Unione europea si è posta l’obiettivo di diventare “neutrale dal punto di vista climatico” entro il 2050 e ha individuato degli obiettivi intermedi come il piano “Fit for 55”, che comprende una ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra accompagnata da una revisione sia della Direttiva Ue dedicata alle energie rinnovabili (con un aumento della quota Fer nel consumo finale dal 32% al 40%), che della Direttiva sull’efficienza energetica (considerando l’obiettivo di un miglioramento del 36% dell’efficienza energetica nel consumo finale di energia).
LEGGI ANCHE: CITTÀ A EMISSIONI ZERO? LA RICETTA È ELETTRIFICAZIONE, TECNOLOGIA E RINNOVABILI
Guardando all’Italia, sulla base delle tendenze attuali “è ancora lontana dal raggiungere l'obiettivo del 30% di rinnovabili al 2030 (il riferimento è al Piano nazionale integrato Energia e clima, ndr), con un divario di quasi otto punti percentuali. La situazione è ancora peggiore guardando al 2050, dove c'è il divario 60,7 punti percentuali”. Dal punto di vista dell’efficienza energetica, allo stato attuale il divario è di 35,1 Megatep nel 2050 rispetto agli obiettivi; in termini di riduzioni dei gas serra, nel periodo 2021-2030 l’Italia mostra un andamento più lento rispetto a quello necessario per raggiungere il target fissato.
“Questo studio mostra molto chiaramente l’eccessiva dipendenza dal gas di alcune economie dei Paesi Ue, in primis la grande dipendenza dell’Italia, e i vantaggi molto chiari che un‘accelerata riduzione dell’uso delle fonti energetiche fossili può portare proprio a chi oggi ne fa un uso eccessivo”, ha commentato Francesco Starace, Ceo e General Manager di Enel.
Gli scenari al 2050. Lo studio ha individuato due scenari di decarbonizzazione per l’Italia e la Spagna, (“Low ambition” e “Net Zero”). Con riferimento al nostro Paese, lo scenario “Net zero”, più ambizioso perché include i target previsti dalle misure “Fit for 55”, prevede investimenti per 3.351 miliardi di euro nel periodo 2021-2050, 548 miliardi di euro in meno rispetto allo scenario “Low ambition”. Una differenza dovuta principalmente al ruolo dei trasporti e alla maggiore penetrazione dei veicoli elettrici, sempre più economici e convenienti grazie alla diminuzione dei costi delle batterie, ai miglioramenti tecnologici, alla produzione di energia rinnovabile più economica e allo sviluppo di nuovi modelli di business.
Lo scenario “Net zero” prevede non solo minori investimenti ma anche maggiori benefici, in termini di ritorni economici (+328 miliardi di euro), di occupazione (+2,6 milioni di posti di lavoro), riduzione dell’inquinamento (-614 miliardi di costi connessi alla salute e alla minore produttività) e risparmio sulle spese per combustibili fossili (-1.914 miliardi di euro).
Le proposte. Per accelerare il percorso verso un’economia a zero emissioni, lo studio ha individuato due prerequisiti e cinque proposte di policy. Il primo prerequisito è costituito dalla necessità di garantire stabilità, trasparenza e coerenza delle politiche e delle misure energetiche europee, nazionali e locali. Il secondo prevede di sostenere la produzione industriale europea e nazionale nel potenziamento delle tecnologie esistenti, nello sviluppo di nuove soluzioni green e nell’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto rafforzando la strategia industriale europea e una catena di approvvigionamento resiliente di materie prime, sostenendo iniziative come l’European Raw Materials Alliance, la European Battery Alliance e l’European Hydrogen Alliance e favorendo strumenti finanziari ed economici come il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf), l’Innovation Fund, il Connecting Europe Facility, l’European Regional Development Fund. Le policy riguardano il settore elettrico, i trasporti, l’industria e il settore edile. Per quanto riguarda il settore elettrico, lo studio suggerisce di semplificare e digitalizzare le procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili e per le reti. Allo stesso tempo, occorrerà coinvolgere direttamente i cittadini fin dalle prime fasi dei nuovi progetti, consentendo loro di partecipare, ad esempio, al capitale delle società di progetto con costi di trasferimento delle azioni bassi o gratuiti, oppure facendo pagare alle società di progetto una quota dei profitti da aggiungere alle entrate fiscali locali.
Nel settore dei trasporti, servirà implementare le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ottimizzare i tempi di connessione alla rete, rafforzare la collaborazione, l’integrazione e la coesione tra tutti gli attori dell’ecosistema della mobilità elettrica.
Nel settore industriale, occorrerà valorizzare i quadri giuridici per sostenere il passaggio tecnologico dell’industria verso soluzioni più green come l’idrogeno verde. Inoltre, sarà opportuno creare laboratori di trasferimento tecnologico, focalizzati sulle tecnologie di elettrificazione diretta e indiretta, che potranno favorire il trasferimento di competenze dagli istituti di ricerca agli attori industriali.
Nel settore edile, occorrerà definire l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibile fossile per il riscaldamento, adeguando le imposte e la tassazione per quanto riguarda le pompe di calore. Sarà utile sensibilizzare i cittadini all’efficienza energetica e creare uno sportello unico in materia di efficientamento energetico degli edifici.