Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Yunus al Festival di Trento: bisogna creare dei “Club tre zero”

Zero emissioni inquinanti, zero concentrazioni della ricchezza e zero disoccupazione: questa la ricetta del premio Nobel per costruire una nuova civiltà. Ma serve l’aiuto di tutti. [Video e testo]

“I giovani devono prendere il controllo del pianeta”. Così, Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006, ha esordito nel suo intervento al Festival dell’economia di Trento (2-5 giugno), in un panel dedicato al ruolo dell’impresa sociale nello sviluppo sostenibile, a cui hanno partecipato anche Erika Stefani, ministra per le Disabilità, il cardinale Mauro Gambetti, vicario del Papa per la Città del Vaticano, ed Elena Beccalli, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel suo intervento, Yunus ha coinvolto i giovani studenti a creare dei ‘Club tre zero’: “La civiltà che abbiamo costruito ad oggi ci sta distruggendo molto velocemente. Il mio appello è: costruiamo una nuova civiltà prima che questa distruzione avvenga. Altrimenti i nostri figli sarebbero le prime vittime. Bisogna creare un mondo a tre zeri: zero emissioni inquinanti, zero concentrazioni della ricchezza e zero disoccupazione”. Questa iniziativa, per Yunus, deve essere estesa alla maggior quantità di persone possibile. “Se ognuno crea un club, all'università, impegnandosi a portare avanti questi tre obiettivi nella sua vita e attirando nella sfida altre cinque persone che si comportano allo stesso modo, allora il bene diventa virale e replichiamo il modello di successo della Grameen Bank”.

Durante l’intervento, Yunus ha poi riportato la sua personale esperienza, prima come giovane insegnante scolastico e poi come fondatore della Grameen Bank, la banca che ha dato il via al microcredito, il servizio finanziario che permette alle persone che versano in condizioni di povertà ed emarginazione di accedere a piccoli prestiti, altrimenti negati dalle altre istituzioni finanziarie.

L’obiettivo della Grameen Bank è “fare business per risolvere i problemi della gente”, dato che la carità, come sottolinea Yunus, “ha un limite: non torna indietro. L’intento del business sociale, invece, è di prestare soldi, per aiutare a fare affari chi non li ha. E così i soldi tornano indietro”.

Il microcredito, ha concluso Yunus, “funziona così: si prestano pochi soldi, a persone che hanno solo bisogno di sostegno e fiducia. Così abbiamo creato un progetto per lo sviluppo che è sorprendentemente diventato una banca nazionale”.

Muhammad Yunus ha anche parlato della stretta attualità, durante un’intervista video rilasciata al Sole 24 Ore. “L'impatto della guerra in Ucraina e la conseguente crisi dei prezzi del cibo avranno effetto su tutto il mondo. E il terzo mondo ne soffrirà di più perché hanno un livello molto sottile di sopravvivenza”, ha dichiarato il premio Nobel. “I Paesi più ricchi hanno uno strato di ricchezza più grande che consente loro di sopravvivere, di assorbire gli shock. I Paesi poveri non hanno questa capacità, quindi abbiamo bisogno di creare un nuovo sistema globale dove non dobbiamo scagliarci contro gli altri Paesi confinanti per uccidere. L'intero concetto dell'industria degli armamenti che producono armi per consentire nuove guerre è un business che prospera perché si cerca sempre una nuova opportunità di attaccare nuovi avversari”.

fonte dell'immagine di copertina: ansa.it

venerdì 17 giugno 2022